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domenica 27 novembre 2011

SEL SEGRATE: UNA DOMENICA NELLA GRANDE SEGRATE

SEL SEGRATE: UNA DOMENICA NELLA GRANDE SEGRATE:


STORIA DI UNA DOMENICA NELLA GRANDEUR SEGRATE
FRA FIORELLINI,  ROTONDE E GRADI INTERVENTI
( IL  BENESSERE DI UNA CITTA' NON SI MISURA NELLA RICCHEZZA ; DALL'OPULENZA O DALL'ESTETICA, MA DALLA QUALITA' DEL VIVERCI)
...

giovedì 17 novembre 2011

VIABILITA' SPECIALE- STORIA DI UN DELITTO PERPETUO

ERRORI E DIMENTICANZE DI CUI SEGRATE PAGHERA' UN PREZZO ENORME

Il primo stop alla viabilità speciale vi fù già molti moltissimi anni fà, prima la sopraggiunta e anche allora non calcolata falda, poi "complicazioni"  con conseguenze che si trascinarono per anni nelle aule giudiziarie, ed infine l'eliminazione delle dogane che arenarono per sempre i soldi spesi e i lavori fatti.
Gia allora una delle cause dei primi stop all'avanzamento lavori fu la falda.

La stessa che presa più volte come "scusa" insormontabile, fece in modo di non prendere neanche in considerazione, la nostra proposta di interrare la BreBemi, preservando cosi il territorio della nostra Città e salvando i cittadini di Tregarezzo.
Sempre chissà perchè la dimenticata falda, che adesso opprime i cittadini di Santa Monica o che causa ritardi biblici alla nuova viabilità speciale, con danni incalcolabili per la città e un notevole aumento di costi che certo farà la felicità di qualche costruttore.

Ora un altro grosso intoppo, sul percorso spuntano reperti archeologici del 1700, li in bella vista che nessono però si era degnato di prendere in considerazione.

Quello che ci sorprende e come si possano fare, su un proggetto cosi grande e iportante, degli errori e delle dimenticanze cosi macroscopiche, chi oltre alle tasche dei cittadini, dovrebbe pagarne le conseguenze e i danni.
Abbiamo imparato e c'è lo Ha insegnato la BreBemi, che in fase di progettazione si fanno tutte le verifiche del caso, escludendo e risolvendo per tempo tutti i possibili intoppi e possibili problemi.
Si fanno delle carotature e analisi idrogeolociche per conoscere la conformazione del terreno sottostante, la profondità della falda, il suo flusso e la sua altezza nelle varie stagioni.

La BreBemi su tutto il percorso, ha verificato preventivamente se vi fossero coplicanze di tutela ambientale e sopratutto siti e manufatti di interesse archeologico e storico.

Ma la storia antica della viabilità speciale non ha insegnato nulla e non è servita a evitare di rifare gli stessi errori, Non si è verificato in modo accurato e approfondito in fase di proggettazione la consistenza del terreno e della falda, che come ogni bambino sà, in pianura padana è molto alta.
Ora scopriamo che non si è neanche veriuficato se vi fosseri manufatti di interesse storico, in un territorio famoso e importante  fin dall'antichita.

Ma qualcuno pagherà per queste negligenze? o come al solito la responsabilità spettera al cittadino costretto a pagare e a subirne le conseguenze


Archeologi impegnati in alcuni scaviViabilità speciale a Segrate, nuovo stop

Il cantiere doveva tutelare un'antica chiusa

La Soprintendenza sospende i lavori per tutelare il manufatto del 1721. Esultano i cittadini, contenti che siano preservati il paesaggio e un pezzo di storia

Segrate, 17 novembre 2011 - Un simbolo del passato minaccia il futuro della viabilità speciale. Sul tracciato dove è prevista la costruzione della bretella di collegamento tra Lambrate e Pioltello infatti, spunta un reperto in muratura datato 1721 e di proprietà del conte Antonio Simonetta, marito di Teresa Castelbarco, che fu ciambellano e consigliere di Stato con vasti possedimenti nel milanese, a Imbersago e a Vaprio d’Adda.

Si tratta di un complesso di chiuse e canalizzazioni in pietra posto nell’area Est di Segrate, al confine con Pioltello, lungo il proseguimento della via don Sturzo, proprio a pochi passi dall’impresa di pavimentazioni Lucchini Artoni. Ditta che, quella bretella, l’avrebbe sfruttata senza esitazioni per il suo traffico pesante di tir e ruspe.
Un’area posta dunque subito sotto la tutela del Ministero, con il conseguente stop ai lavori per un’opera che pare davvero essere nata sotto le peggiori stelle, visti i notevoli problemi legati alla sua realizzazione anche a causa dell’innalzamento di una falda acquifera.
La notizia, originata da una segnalazione dei cittadini, arriva nientepopodimeno che dalla Soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio di Milano, ed è indirizzata al sindaco di Segrate Adriano Alessandrini. «Valutata l’antichità dei manufatti e la pregevole fattura degli stessi - si legge nella lettera firmata dal soprintendente Alberto Artioli - i reperti sono da considerare sotto tutela (de jure) fino all’effettuazione della verifica dell’interesse culturale», di cui si dovrà occupare il Ministero tramite la Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici della Lombardia.
Non solo: «Fino a quando non sia stata effettuata tale verifica - prosegue lo scritto - le cose sono precauzionalmente sottoposte alla disposizione di tutela prevista dal decreto legge 42 del 2004».Scontate quindi le conseguenze di tale decisione: «Le opere di qualunque genere previste su questo terreno dovranno essere preventivamente autorizzate» secondo la cosiddetta «tutela monumentale».

Sembra dunque non esserci pace per quest’opera che lo stesso sindaco Alessandrini ha più volte definito fondamentale per la viabilità cittadina e soprattutto in ottica del prossimo arrivo della Brebemi.
Dal Comune, per il momento, nessun commento mentre i residenti esultano: «Così tuteliamo il paesaggio e un pezzo della nostra storia»
di Gabriele Gabbini

mercoledì 26 ottobre 2011

LUCHINI ARTONI UN INTERPELLANZA ANCHE A PIOLTELLO

CONTRO LA LUCCHINI  FINALMENTE " L'OPPOSIZIONE" SI ALLARGA

Avevamo già espresso la nostra contrarietà all'autorizzazione richiesta dalla Lucchini di ingrandirsi,  Chiedendo a un Consigliere Provinciale il suo interessa mento con un interpellanza in Consiglio Provinciale. ( Provincia interpellanza ) Lanciando noi, all'incontro organizzato dalle Acli a Segrate,l'idea di delocalizzazione ripresa e  fatta propria in seguito  da Segrate Nostra
Avevamo anche espresso seri dubbi e molte domande sulle autorizzazioni, sull'uscita da via Rugacesio, sulle distanze della recinzione dal sedime stradale e la verifica al catasto per una ipotetica appropriazione di terreno demaniale. ( -artoni-cosa-ce-sotto-l'asfaslto.)
Tutte domande rimaste inevase, tranne scoprire poi che il Comune forse sollecitato dai nostri post ha chiesto alla lucchini di presentare le documentazioni alle autorizzazioni ( SASSOLINI )

Ora pubblichiamo un interpellanza, presentata al Consiglio Comunale di Pioltello dalla Lista per Pioltello, interpellanza che ha già ricevuto il plauso e l'adesione della Lista  Civica Territorio e Societa   
Un plauso e un adesione a cui ci associamo


INTERPELLANZA

Interpellanza Pioltello 13/10/2011

Alla cortese attenzione del sig Sindaco del Comune di Pioltello

Gli abitanti di Segrate e della frazione Rugacesio del nostro comune da ormai alcuni anni
protestano per le emissioni maleodoranti e per il rumore sia diurno che notturno proveniente dagli
impianti per il trattamento del bitume e di materiale di asporto dagli scavi della ditta Lucchini-
Artoni, ditta collocata in territorio di Segrate al confine con Pioltello.
Negli scorsi mesi di Maggio e Giugno 2011, nelle ore serali e ripetutamente , le emissioni di
scarichi irritanti per le vie aeree superiori provenienti dagli impianti di questa ditta ha provocato
disturbi in numerose persone che abitano nella zona e che hanno allertato ASL, Vigilanza Urbana,
Arpa e Carabinieri.
Tali sostanze irritanti a più riprese sono state percepite, in particolari condizioni di vento, anche
nell’abitato di Seggiano, creando allarme nella popolazione costretta in condizioni di bel tempo a
chiudere le finestre delle abitazioni in tutto il quartiere.
E’ noto che la stessa ditta ha richiesto al Comune di Segrate il rilascio di un’autorizzazione per la
costruzione di un impianto di notevoli dimensioni sul medesimo terreno di confine dove già sono
depositate consistenti masse di detriti bitumosi.
Già nella situazione attuale, la movimentazione dei mezzi pesanti sulla via Rugacesio provoca
notevole disturbo al traffico e le colline di macerie e fresatura di asfalti, accumulate sul terreno
agricolo costituiscono un problema per il rischio di frane sui terreni circostanti e di inquinamento
della falda.
Da un esposto dei cittadini di Segrate risulterebbe inoltre che lo stesso accesso della Lucchini
Artoni sulla strada che collega Rugacesio con Segrate sia abusivo.
Dalle notizie di stampa si evince infine che la stessa ditta è coinvolta in ripetute violazioni della
legalità.

Ciò premesso il sottoscritto Consigliere Comunale chiede di sapere quali provvedimenti
l’Amministrazione Comunale di Pioltello abbia messo in atto a tutela della salute e della qualità
della vita dei cittadini pioltellesi che abitano nelle zone limitrofe e che tipo di iniziative abbia
intrapreso per evitare che il territorio di confine con Segrate diventi una fascia di ulteriore degrado.

Distinti saluti


Giovanni Moretti
Consigliere comunale della Lista per Pioltello

lunedì 24 ottobre 2011

SISAS ORA CHE NON INCOMBE LA MULTA TEMPI BIBBLICI?

IL BANDO PER FINIRE LA BONIFICA VINTO DALLA

 General smontaggi di Novara

Continua l'odissea dei  rifiuti scomparsi dell'ex Sisas di Pioltello


280mila tonnellate di nerofumo, di cui 7.800 altamente inquinanti. Che fine hanno fatto? La Regione 'monitora' e l'Arpa assicura che in Lombardia non c'è pericolo ma i cittadini hanno paura
5683 rifiuti
Sopra gli impianti fotovoltaici attorno a Inzago, un paese nel nord della provincia di Milano, si è depositata una strana polvere nera. Qualche mese fa, intorno a luglio, in città si sentiva un odore fastidioso, poi scomparso. I cittadini, però, non son tranquilli e hanno chiesto a Fabio Pizzul, consigliere regionale Pd al Pirellone, di fare un'interrogazione all'assessore regionale al territorio, Daniele Bellotti, per capire cosa sta succedendo. Bellotti, ha risposto il 18 ottobre, dicendo che la Regione monitora, per quanto può, e che resta all'erta. Niente di più.
Tutto è cominciato quando, nel marzo del 2011, dall'area ex Sisas di Pioltello, 300mila metri quadri di impianti chimici ormai in disuso, arrivano svariate tonnellate di nerofumo, una forma particolare di rifiuto industriale. Dall'area dovevano sparire 280mila tonnellate di scorie in tempi brevissimi, dato che la Corte di giustizia europea aveva minacciato di multare l'azienda per non aver rispettato la direttiva che prevede l'obbligo di bonifica dei siti d'interesse nazionale (Sin). Così, lo svuotamento delle discariche di Pioltello avviene in fretta e furia. Ma il nerofumo sepolto nell'ex area Sisal ha diversi gradi d'inquinamento: si passa dalla "fuliggine" agli scarti solidi con codice 19.13.03.01, considerati materiale pericoloso. E alcune delle pratiche per mettere in sicurezza la scoria non vengono espletate come dovrebbero.

L'azienda che se ne occupa, la Daneco impianti, rassicura, però, che a Inzago si tratta di scorie di tipo 19.13.02, materiali solidi non inquinanti, che deve solo essere triturati e miscelati nel terreno. "Io mi sono preoccupato lo stesso quando ci hanno detto che portavano il nerofumo anche qui", dice Silvano Calvi, assessore all'ambiente di Pozzo d'Adda, un comune che dista poche centinaia di metri dalla discarica. Calvi, infatti, aveva letto i giornali, che raccontavano di un fascicolo d'inchiesta aperto dalla magistratura di Milano su segnalazione di Greenpeace.

Qualcosa non torna ai pm Paola Pirotta e Paolo Filippini. Secondo gli inquirenti sulla scrivania di Luigi Pelaggi, capo della segreteria tecnica del ministero dell'Ambiente, è arrivata una tangente da 700mila euro, mandata dalla Daneco con lo scopo di rendere più veloci le pratiche per la bonifica dell'ex Sisas. Inoltre, i pm di Milano pensano che ci sia stato un declassamento di parte dei rifiuti, in modo che risultassero meno pericolosi: da 19.13.01, scorie speciali pericolose industriali, a 19.12.12, semplici rifiuti urbani. Infatti, il numero di aziende attrezzate per lo smaltimento dei pericolosi in Europa sono poche e molto costose. "In Italia si trovano in tre impianti: parte alla Valle sabbia servizi di Brescia, parte alla Xela di Cortaccia, in provincia di Bolzano e parte residuale all'Ecoenrgy di Noventa di Piave, in provincia di Venezia. Nessuna di queste, però, ci risulta attrezzata per smaltire rifiuti pericolosi", spiega Federica Ferrario, autrice del report Il mistero dei rifiuti scomparsi per Greenpeace. Inzago, quindi, sembrerebbe esclusa da questo giro, ma i cittadini ancora non sono sicuri di cosa ci sia interrato a pochi passi dalle loro case. "Che cosa succede sotto? Ora non sentiamo più odori ma non capiamo se i rifiuti stanno inquinando la falda o i terreni", continua Silvano Calvi.
L'Arpa, l'agenzia regionale per la protezione all'ambiente, assicura che i controlli sono stati fatti il 19 maggio e che non sono state riscontrate irregolarità.

Eppure questa storia convince poco l'ong ambientalista. Molti sono ancora i dubbi lasciati irrisolti dalla Daneco e a cui le istituzioni lombarde non hanno ancora risposto. Per esempio, non si sa ancora dove siani finite25mila tonnelate di materiale pericoloso, con un'altissima concentrazione di mercurio al suo interno. Al contrario, Greenpeace ha le prove che buona parte delle 280mila tonnellate di rifiuti bonificate sono finite alla Befesa, un'azienda spagnola che sta a Nerva, nella regione di Huelva. "Sappiamo per certo che in questo caso non c'è stato alcun trattamento dei rifiuti pericolosi", dice Ferrario. Nulla vieta che questo sia accaduto anche nelle discariche italiane. In luglio e in aprile, inoltre, ci sono stati "degli incendi sospetti proprio nelle aree in cui si trovano stoccate le scorie italiane", precisa Ferrario.

Per altro, la bonifica dell'area ex Sisas non è ancora completa. La Daneco ha provveduto a svuotare la discarica A e B, giusto il minimo indispensabile per evitare la multa della Corte europea. Manca ancora una discarica, la C, oltre al lembo di terra attorno alla zona di scarica, considerato pericoloso. A luglio, l'ultimo bando è stato vinto dalla General smontaggi di Novara, ma i tempi, ora che non pende più la sentenza della Corte europea, rischiano di essere infiniti.
Fonte
il pane e le rose

giovedì 6 ottobre 2011

SISAS IL RAPPORTO DI GREENPEACE


BONIFICHE E RIFIUTI PERICOLOSI 

  un'emergenza senza fine? Oggi Greenpeace presenta il rapporto


Le bonifiche

Una pesante eredità del passato

  30 settembre, 2011
Decenni d’industrializzazione selvaggia hanno aperto numerose ferite sul nostro territorio. Oggi vaste aree - suoli, acque interne, mari - non sono accessibili alla cittadinanza perché pesantemente contaminate. La bonifica di questi siti è al tempo stesso un riconoscimento degli errori del passato e un impegno a tutelare l’ambiente e la salute dei cittadini: le sostanze tossiche dei siti inquinati si disperdono nell’ambiente, con impatti generalizzati sulla popolazione e sul territorio circostante.

 
In Italia, le aree da bonificare sono moltissime: 57 di esse, le più pericolose, sono state classificate come “Siti d’Interesse Nazionale” (SIN: acronimo perfetto, visto che sin in inglese vuol dire “peccato”). I contaminanti maggiormente presenti all’interno dei SIN sono diossine, idrocarburi policiclici aromatici, metalli pesanti, solventi organo clorurati e policlorobifenili (PCB). Nel totale i SIN coprono il 3% del territorio nazionale: 1.800 chilometri quadrati di aree marine, lagunari e lacustri (il doppio della Laguna di Venezia e del Lago di Garda messi insieme) e 5.500 chilometri quadrati di aree terrestri (più della somma delle province di Milano, Pavia e Lodi). I Comuni inclusi nei SIN sono oltre 300, con circa 9 milioni di abitanti e non c’è regione italiana che non abbia nel suo territorio almeno un sito contaminato.
Ma nel nostro Paese non ci sono solo i SIN: 13.000 siti sono stati identificati come potenzialmente contaminati e 5.000 sono da bonificare. Per queste aree, la bonifica è di competenza regionale.

Gli impatti di queste aree possono essere molto gravi. Una ricercatrice che lavora a un progetto di ricerca dell'Istituto Superiore di Sanità sull’impatto sanitario dei SIN (Progetto Sentieri) ha dichiarato: «Il tasso di mortalità per tutte le cause in 27 SIN per gli uomini e in 24 SIN per le donne è superiore alla media italiana. Mentre il tasso di mortalità causato da tutti i tipi di tumore è superiore alla media regionale in 28 SIN per gli uomini e in 21 SIN per le donne. Nei 44 SIN si sono verificati 10mila decessi per tutte le cause e 4mila per tutti i tumori in eccesso rispetto ai riferimenti regionali. È una prima conferma del fatto che questi 44 SIN realmente rispondevano a un criterio di rischio sanitario esistente».

zoom
D’altra parte, la possibilità di allungare le mani su grandi aree potenzialmente edificabili (molti siti da bonificare si trovano nell’immediata periferia delle grandi città) e la generale gestione emergenziale degli interventi nel nostro Paese suggeriscono spesso “scorciatoie” - pericolose ma remunerative per chi le segue - riguardo allo smaltimento dei rifiuti provenienti dalle bonifiche. Un esempio è la vicenda della discarica ex-Sisas di Pioltello-Rodano, in Lombardia (un sito SIN) dove Greenpeace ha documentato irregolarità nella gestione dei rifiuti tossici esportati in Spagna: la tentazione di “gettare la spazzatura” nella pattumiera altrui è sempre molto forte, perché economicamente conveniente.
Come procedere con le bonifiche? Greenpeace propone cinque passi per uscire dall’emergenza e trasformare le bonifiche in occasione di ricerca e innovazione, creando occupazione e salvaguardando il territorio, le risorse naturali e la salute umana:
  • Fine della gestione commissariale ed emergenziale delle bonifiche.
  • Abolizione dell’art.2 della Legge n.13/2009 (cioè di ogni ipotesi di “condono tombale”).
  • Elaborazione di un Piano Nazionale per le bonifiche dei SIN, che dovrà prevedere: - nuovi investimenti produttivi e nuove infrastrutture con elevati standard di sostenibilità ambientale per abbattere le emissioni inquinanti e prevenire la generazione di rifiuti; - misure e programmi per l’efficienza e il risparmio energetico e la produzione di energia da fonti rinnovabili; - attività di ricerca, sistemi di monitoraggio e controllo della qualità ambientale dei siti e degli effetti sulla salute dei cittadini.
  • Certezza sulle risorse finanziarie assegnate al Piano Nazionale bonifiche, sia da parte del Governo, sia dalle imprese interessate.
  • Allargamento alle rappresentanze dei cittadini, ai sindacati e alle associazioni ambientaliste di ogni sorta di tavolo di confronto sul tema bonifiche.
PER APPROFONDIRE
http://www.greenpeace.org/italy/it/News1/news/bonifiche-rifiuti-emergenza/

http://www.greenpeace.org/italy/it/News1/news/Nuove-prove-sul-caso-ex-Sisas/

http://www.greenpeace.org/italy/it/News1/news/Che-fine-hanno-fatto-i-rifiuti-di-Pioltello-Rodano/

giovedì 29 settembre 2011

SEGRATE - LUCHINI ARTONI PRESENTATA UN INTERROGAZIONE IN PROVINCIA

Sollecitato dai cittadini segratesi e pioltellesi e da noi , il Consigliere Provinciale Biolchini, si fa portavoce delle  preoccupazioni e delle istanze che i cittadini sottopongono ai politici chiamati ad amministrare e rappresentare il loro territorio.
Bisogna dar atto e merito al Consigliere Biolchini, di essere sempre presente sul territorio e sempre pronto ad ascoltarne le problematiche.

Sotto L'interrogazione presentata stamane in merito alla Lucchini- artoni, in fondo il suo comunicato stampa

Interrogazione

INTERROGAZIONE 
Azienda Lucchini-Artoni di Segrate
  
CONSIDERATO CHE

-          l’azienda, sita nel Comune di Segrate che opera nella movimentazione terra, sorge su un’area che parzialmente ha ancora destinazione agricola e si trova ai confini con il PLIS delle cascine di Pioltello;
-          l’azienda è stata oggetto, negli scorsi mesi, di diverse polemiche da parte di gruppi di cittadini preoccupati per la loro salute;
-          dalla stessa azienda vengono emessi fumi neri, rumori fastidiosi e odori sgradevoli;
-          da una recente relazione dell’ARPA (Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente) risulta che la ditta ha lavorato materiale fresato proveniente da cantieri di rifacimento di asfalto stradale senza aver fatto la necessaria comunicazione di legge, nonostante due precedenti solleciti da parte della stessa ARPA; ha installato un distributore privato di gasolio che ha usato senza richiedere la necessaria autorizzazione comunale; e che, infine, invece di proteggere la roggia che attraversa l’area, la ditta ha perfino rimosso un cordolo di protezione col risultato che il materiale delle lavorazioni potrebbe essere trascinato nel canale che scorre nelle adiacenze, inquinandone l’acqua;
-          recentemente alcuni cittadini hanno dichiarato di aver visto realizzare una grande buca all’interno dell’area, lungo via Rugacesio, nella quale sono state rovesciate camionate di materiale non identificato sistemato in modo alternato con strati di terriccio;
-          lo scorso 6 Giugno l’azienda ha presentato un progetto di ampliamento che prevede la realizzazione di un hangar alto come un palazzo di sette piani (circa 40 metri!) e lungo un centinaio di metri, posizionato proprio sul confine con il Comune di Pioltello;
-          il 10 Agosto si è svolta una conferenza di servizio (presenti anche il Comune di Pioltello, WWF, ARPA e ASL) sulla richiesta di un’autorizzazione semplificata per l’ampliamento dell’impianto, al fine di evitare il procedimento di Valutazione di Impatto Ambientale;
-          la richiesta non è stata accolta e una nuova conferenza di servizio è riconvocata per il mese di ottobre;

TUTTO CIÒ PREMESSO

siamo a chiedere al Presidente della Provincia e agli Assessori competenti in materia se l’Amministrazione provinciale,

-          non ritenga, quantomeno, critici: la sostenibilità ambientale dell’intervento richiesto dalla ditta Lucchini-Artoni, l’impatto su territori liberi e di pregio, l’impatto idrogeologico conseguente alla impermeabilizzazione dei suoli, i rischi per la falda acquifera e la tutela della roggia che attraversa l’area;
-          intenda predisporre, tramite la competente Polizia provinciale, delle verifiche e dei controlli;
-          chiederà di partecipare alla imminente Conferenza di servizio, al fine di tutelare, se necessario, la salute dei cittadini.
Milano, 29 settembre 2011

Roberto Biolchini


Comunicato stampa
Lucchini-Artoni, presentata interrogazione in Provincia - Biolchini (Idv): “Serve chiarezza”

“Negli ultimi mesi la Lucchini-Artoni, azienda segratese che si occupa di movimentazione terra, è stata oggetto di numerose polemiche da parte di gruppi di cittadini preoccupati per la loro salute e credo sia arrivato il momento di fare chiarezza e iniziare a dare loro qualche risposta – ha così affermato Roberto Biolchini, capogruppo Idv in Provincia – Oggi, a nome del Gruppo Idv, ho presentato un’interrogazione all’Amministrazione provinciale perché ci aggiorni sulle eventuali notizie che ha in merito e perché vengano predisposti alcuni controlli. La Provincia ha tra le sue competenze proprio quella della tutela ambientale. I cittadini sono spaventati e chiedono di avere informazioni. Come amministratori non possiamo ignorare le tante domande sollevate. Inoltre, la Lucchini-Artoni alcuni mesi fa ha presentato un progetto per la realizzazione di un hangar alto 40 m e in merito il 10 agosto si è svolta una conferenza di servizio (presenti anche il Comune di Pioltello, WWF, ARPA e ASL) sulla richiesta di un’autorizzazione semplificata per l’ampliamento dell’impianto, al fine di evitare il procedimento di Valutazione di Impatto Ambientale. Richiesta che è stata rifiutata. A breve dovrebbe essere convocata un’altra conferenza di servizio alla quale chiediamo che la Provincia partecipi in maniera attiva a difesa della salute dei cittadini. Infine, con la nostra interrogazione chiediamo l’intervento della Polizia provinciale affinché svolga l’attività di controllo alla quale è proposta. Se ci sono stati degli illeciti da parte dell’azienda è giusto che vengano adottate delle misure di sanzione, in caso contrario i cittadini potranno tirare un sospiro di sollievo”.  

Milano, 29 settembre 2011

venerdì 9 settembre 2011

SEGRATE E LA GUERRA INFINITA , PER DIFENDERE LA SALUTE DEI CITTADINI

  QUELLO CHE LA COSTITUZIONE SANCISCE NON VALE........ SE VI SONO INTERESSI TRASVERSALI

Dal Giorno  il giorno martesana

Sea non vuole risarcire Redecesio

I comitati intercomunali di protesta contro i sorvoli da Linate Continua la battaglia del rumore

L’aeroporto ricorre in appello contro la condanna a pagare 750mila euro.
In primo grato la sentenza ha riconosciuto i danni biologici su 27 residenti
Segrate, 9 settembre 2011 - La Sea dice no al risarcimento delle vittime del rumore aereo, un ricorso potrebbe rimescolare le carte sul caso di Redecesio. Dopo la sentenza record che a luglio ha riconosciuto un risarcimento danni da 750 mila euro a 27 abitanti del quartiere Redecesio, la Sea è ricorsa in appello per chiedere al giudice l’annullamento di questa decisione esemplare. Tutto tace, invece, sul fronte del Ministero dei Trasporti, che insieme alla Sea è stato chiamato in conconcorso a risarcire i cittadini - ma i termini utili per il ricorso scadranno fra poche settimane.
«Non ci diamo per vinti - dice Mario Sormani del Comitato Redecesio, una delle vittime che per ora ha diritto al rimborso - se la Sea vincerà il ricorso, ci appelleremo perché siamo convinti di avere ragione. Il danno biologico che abbiamo subito in tutti questi anni di esposizione al rumore è stato provato da certificati medici, non ci siamo inventati nulla». Con l’esposto della Sea si è aperto un altro capitolo in questa lunga vicenda giudiziaria, che a Segrate tiene banco fin dal 2007, data del primo ricorso urgente e cautelare contro il Ministero. Il tribunale civile ha fissato la prima udienza il 20 dicembre. «Siamo in attesa di capire se, in quella data, il giudice bloccherà la sentenza precedente - continua Sormani - congelando il risarcimento danni fino alla conclusione del ricorso».

Non è finita qui. «Abbiamo in corso una Class action per chiedere agli enti preposti il rispetto delle norme sul rumore aereo - ricorda Sormani - con l’installazione delle centraline di rilevamento, la realizzazione di un piano di risanamento acustico e l’adozione di tutte le misure necessarie a proteggere i cittadini dal sorvolo aereo. Sono almeno 120 i segratesi che hanno aderito: non ci fermeremo di fronte a nulla». Nel nuovo pgt, che verrà definitivamente approvato entro settembre, è stato inserito anche un piano di risanamento acustico. «È assolutamente parziale e insufficiente a risolvere la situazione -conclude Sormani -: secondo quel piano solo gli abitanti di Novegro sarebbero esposti all’inquinamento acustico, mentre la realtà è ben diversa».
di Patrizia Tossi

PIOLTELLO TANGENTI PER LA BONIFIA SISAS

TERRITORIO E SOCIETA: PIOLTELLO TANGENTI PER LA BONIFIA SISAS:
UNA STORIA INFINITA FATTA DI TROPPI ERRORI E ENORMI DUBBI
  maxi mazzetta per la bonifica truccata...

venerdì 26 agosto 2011

CENTRO COMMERCIALE, PER LA MARTESANA UN SACCO DI PROBLEMI...I SOLDI E IL LAVORO AD ALTRI


IL CENTRO COMMERCIALE OFFRIRA' POSTI DI LAVORO, 10.000, 5.000 o 15.000 SI MA PER CHI?

Personalmente e a nome di Segrate Felice, nella lunga battaglia contro il mostro, avevo chiesto che venisse inserita una clausola affinchè, le aziende del territorio e i residenti a Segrate,  usufruissero di una corsia preferenziale sia negli appalti sia nelle assunzioni ( pioltello con l'Esselunga lo fece)

Il Sindaco e l'Assessore Zanoli affdermarono pubblicamente che era illegale, VERO! ma un accordo informale come fece Pioltello lo si poteva sempre ottenere.

Quella clausola non fu inserita, quell'accordo non fu fatto, ora sia le nostre aziende locali sia i lavoratori non hanno nessuna garanzia, ne prelazione, ne canale preferenziale, che assicuri lavoro ai Segratesi e alla Martesana.

I disagi si, saranno spalmati su tutto il territorio già in fase di canterizzazione,  andranno a sommarsi a quelli relativi ai lavori per la BreBeMi per ritrovarci da qui fino al 2015 sommerrsi da polveri e sabbia cose se fossimo in pieno deserto durante una tempesta.

Procopio Gregorio Andrea

 DAL GIORNO

Il mega centro cancellerà la nostra Segrate

Allarme dei comitati cittadini per il progetto di Percassi e dell'australiana Westfield nell'area ex dogana. Lungo la Cassanese in progetto un colosso da 1.700 metri quadrati

Aeroporto(Germogli)
Segrate, 23 agosto 2011 - È in arrivo all’ex dogana il centro commerciale più grande d’Europa, una cittadella dello shopping con negozi di lusso, grandi firme e numeri da capogiro. Cinquemila posti di lavoro in cambio di 170mila metri quadrati di superficie commerciale, realizzata lungo la Cassanese, tra Segrate e l’aeroporto di Linate. Un progetto ambizioso firmato dal costruttore bergamasco Percassi e dall’australiana Westfield, un vero collosso nel settore dello shopping e del tempo libero.
Il progetto, inserito nel Pgt e approvato tre anni fa dal Consiglio comunale di Segrate, è però destinato a portare la città sul piede di guerra. Le prime reazioni, fortemente contrarie, ci sono già. È il Comitato Redecesio a dichiarare guerra al centro commerciale di Percassi, che verrà realizzato entro il 2015 per intercettare una parte dei milioni di visitatori che atterreranno sulla pista del Forlanini in occasione dell’Expo. A costruire il maxicentro commerciale sarà il gruppo Stilo, controllato da Percassi. «Sarà una gigantesca Disneyland - dice Angelo Golin del Comitato Redecesio e del gruppo consigliare Insieme x Segrate - che farà svanire l’identità segratese. Abbiamo l’impressione che ogni metro cubo e ogni variante inserita nel Pgt abbia avuto come unico filo conduttore quello di favorire il centro commerciale di Percassi».
Ma non solo. «È un mostro commerciale che rinasce per la terza volta - dicono dal Comitato Segrate Felice - con la solita promessa di portare a Linate migliaia di voli a basso costo, con relativo assordante rumore al seguito, milioni di visitatori  accompagnati da un tubo di scappamento fumante e una sirena da 85 milioni di euro per fare la viabilità speciale». A Segrate di questo progetto se ne parla fin dal 2007. Inizialmente, Percassi aveva chiesto al Comune il via libera per costruire un centro commerciale più piccolo lungo la Rivoltana, nei terreni dell’ex Ibm che si trovano ridosso del centro abitato di San Felice e la frazione peschierese di San Bovio.
L’opposizione durissima di un comitato ad hoc, che in pochi mesi raccolse quasi quattromila firme contro il progetto, aveva spinto il Comune a discutere con Percassi una nuova soluzione. Il risultato è stato una cittadella commerciale con ampi spazi dedicati al tempo libero nell’area dell’ex dogana, in cambio della possibilità di costruire un albergo, ma anche case e uffici, lungo la Rivoltana.
«Il Pgt è stato disegnato su misura per Percassi - continua Golin - ogni variante urbanistica e ogni progetto viabilistico sono stati inseriti per favorire il centro commerciale, mandando in tilt la città. I 50mila abitanti previsti nei prossimi anni dal Pgt sono in relazione con questo centro commerciale, così come l’arrivo della linea 4 della metropolitana e l’avvio dei cantieri sulla Rivoltana e sulla Cassanese. Tutto in funzione del business». In fase di trattativa, Percassi aveva accettato di versare 85 milioni di euro per la viabilità speciale, realizzando il tratto dall’ex dogana a Pioltello. «Una strada che però gia adesso costa 150 milioni - tuonano dal Comitato Segrate Felice - ci chiediamo chi metterà la differenza».
di Patrizia Tossi

mercoledì 17 agosto 2011

A SEGRATE.......RINASCE IL MOSTRO

SEGRATE SI ACCENDE D'IMMENSO 
  E SI SPEGNE SERVA DI MILANO


Nato sponsorizzato e sopratutto imposto come centro polifunzionale, lo ritroviamo rinato sul PGT di segrate contrassegnato come centro commerciale.
Ora come un mostro dormiente, rimane sopito in attesa che tutto ciò che serve gli sia riveritamente, portato attorno.
Ed eccolo il Mostro, rinato per la terza volta sotto mentite spoglie, sempre più luccicante, attraente e ammagliante.
La promessa è sempre quella, migliaia di voli a basso costo con relativo assordante rumore al seguito, milioni di visitatori  accompagnati da un  tubo di scappamento fumante e una sirena da 85 milioni di euro  per fare la viabilità speciale.
Sempre la stessa  sirena, che gia ammaliò le Amministrazioni di Formigoni e Penati e Alessandrini, che li convinse a percorrere tutta la strada, anche quella contro la forte opposizione popolare o quella tragicamente antidemocratica del 19 marzo.
84 Milioni per una importante strada, che però gia adesso ne costa 150, Chi metterà la differenza?
Secondo l'accordo di programma la differenza dovrebbero metterla in parti variabili, Regione Provincia e Comune di Segrate.
Il problema sorge quando già mesi fa, la Regione cominciò a mettere in dubbio la sua disponibilità a contribuire e e la Provincia certo non si mostrò entusiasta.
Il problema risulta ancor più preoccupante dopo l'ultima finanziaria lacrime e sangue, i tagli ingentissimi ai trasferimenti agli enti locali, sopratutto verso le Regioni e le Provincie,  lasciano ancora più incerta la loro partecipazione alla spesa.

Tutta la Martesana rischierà di trovarsi intasata dall'ingente traffico di camion e automobili. dirette al Mostro a cui andranno aggiunte i 70 mila mezzi, veicolati sul nostro territorio grazie alla BreBeMi.
Segrate in particolare, si ritroverà con il cerino acceso in mano e dovrà necessariamente farne fronte e porre rimedio, nell'unico modo conseguente che conoscono, svendere anche l'ultimo lembo di terra della nostra città e dalla nostra memoria, ucciderci per sempre il diritto ad ascoltare il silenzio.
Tutto per offrirci e imporci un luminoso e scintillante futuro, fatto di aeri, rumore, fumi, traffico
Trasformano la Martesana nella più splendida lampadina luccicante, utile a dar luce a MILANO

REPUBBLICA: A Segrate nasce il Westfield Milan centro commerciale da un miliardo

domenica 7 agosto 2011

LINATE, ENAC, SEA E MINISTERO CONDANNATI A RISARCIRE, GRAZIE MARIO

MARIO NADIN, UN UOMO SOLO VINCE CONTRO TUTTI, PER NOI TUTTI

ONORE AL MERITO E AL SACRIFICIO PERSONALE
(PERCHE LA SEA IL MINISTERO ED ENAC NON APRONO UN’AZIONE DI RIVALSA SUL COMUNE DI SEGRATE? )
Sono molti anni che conosco Mario, da quando lo conosco non fa altro che impegnarsi attivamente per il suo quartiere e in particolare per il rumore conseguente l'areoporto di Linate.
In questi anni ho visto crescere a dismisura le sue conoscenze sulla materia, sulle leggi e normative, documentarsi continuamente e approfondire ogni aspetto, anche il più marginale, ma sempre utile nella sua battaglia, condotta quasi esclusivamente in modo autonomo, personale e di tasca propria.
Credo che sia diventato in questi anni, uno tra i più esperti conoscitori della materia di tutto il territorio nazionale, al pari se non di più, di dirigenti, tecnici, politici e ministri, pagati profumatamente, ma lontani anni luce dalle competenze su l'intera materia, di  Mario.
Tutto ciò e frutto della sua dedizione e caparbietà, di notti insonni a studiare faldoni interminabili, di decine e decine di giornate, sottratte al suo tempo, per dedicarlo completamente alla sua, completamente sua battaglia.
Onore quindi ad un grande, che ha volte annoiava per dati e numeri snocciolati per ore, ma che comunque non poteva che stupirti e coinvolgerti , per la profondità della conoscenza e per il continuo crescere della stessa, che immancabilmente Mario aggiungeva e ci esponeva, rendendoci partecipi di volta in volta.
Ora la tua battaglia ha prodotto il suo primo frutto, Enac, ministero dei Trasporti e Sea saranno costretti a pagare e tu più che i soldi, hai quello che cercavi, la grande soddisfazione e il merito, di aver affermato e fatto valere  le tue ragioni, difendendo quelle di tutti noi, Bravo Mario, GRAZIE Mario.
Una convinzione, che ascoltandoti ed imparando mi son fatto, è che le "colpe" dei danni e dei disagi che hai dimostrato, andrebbero ampliate, allargate e condivise, perché, se Enac, Ministero e Sea pagheranno quell'inezia, altri  dovrebbero pagare altrettanto e non solo in senso economico, ma anche civile e morale.
Sono quelli che hanno rinviato a dismisura l'approvazione del piano di azzonamento acustico, che grazie ai rinvii hanno approvato decine e decine di costruzioni dove non si  sarebbe dovuto o non si dovrebbe. 
Quelli che hanno riempito, grazie all’assenza  (da loro stessi voluta e rinviata), del piano di azzonamento acustico, ogni anfratto ed angolo  sulle rotte di decollo ed atterraggio.
Gli stessi che giustificavano i continui piani integrati d’intervento, dichiarando pubblicamente e in consiglio comunale, la Sea costruisce, che il piano è utile solo ad “agevolare” la SEA e limitare noi, perché non dovremmo anche noi mentre loro fan quel che vogliono.
Giustificazioni e argomenti deprecapibili se non al limite della legalità, che mettono in luce chiaramente che la salute dei cittadini e i loro diritti, sono sempre in secondo piano rispetto agli affari e agli interessi edificatori pubblici e privati.
Un ultimo esempio a questo modo di pensare ed agire e l’ulteriore rinvio del piano di azzonamento, per consentire l’approvazione di un nuovo progetto a Redecesio e l’hotel a Novegro, sempre con la giustificazione” la SEA fa quel che vuole lo facciamo anche noi”
Ora la SEA, il Ministero e l’ENAC Pagheranno ed è giusto ed anche poco , ma se io fossi in loro aprirei un azione di rivalsa contro tutti quegli Amministratori che, non rispettando norme leggi e regole, hanno volutamente creato le condizioni,  addirittura aumentandole, per questa sentenza e per tutti i danni che i cittadini subiranno negli anni a venire.