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sabato 30 aprile 2011

CHE ONORE ESSERE QUELLO LA FRA TOPOLINO E PLUTO

Il rispetto è un valore assoluto che non va mai perso, sopratutto se uno ricopre cariche politiche o istituzionali. Il rispetto che un politico ha dei cittadini, delle persone e degli "avversari politici", si può anche evincere dal come si esprime quando delle persone parla.
 Certo che l'assessore parlando di me sulla Gazzetta della Martesana, non ha dimostrato di avere fra le sue doti più evidenti, il valore del rispetto per il prossimo.
Esordire con “QUELLO LA" dimostra quanta poca considerazione e rispetto vi sia nel profondo dell’animo, nascosto dietro i soliti sorrisi e ammiccamenti di circostanza o di convenienza, d'altronde ognuno ha la propria educazione e il proprio modo di essere, ed ho la fortuna di essere contento della mia educazione e del rispetto che ho del prossimo.
Sono contento anche di far meno paura al Sindaco di Topolino e Pluto, anche perché la mia generazione e molte altre, sono cresciute con il sorriso che i due personaggi insegnavano ad avere, i valori positivi che avevano in se e ci trasmettevano, mai violenti e sempre positivi.
Far sorridere e infondere meno paura di Pluto e Topolino, essere associato a due mitici personaggi che sono l’incarnazione della giustizia, del rispetto e dell’interporre il bene degli altri prima del proprio, è un onore che certamente non merito, ma che mi riempie di orgoglio.
Vi è però una forte contraddizione nelle parole del Sindaco che dimostra che la paura e tanta se continua a parlare di me, invece di concentrarsi su quello che almeno a parole (forse non nei fatti) dovrebbe essere il suo avversario naturale, il PDL.
 Da un lato dichiara che siamo inconsistenti, che se siamo fortunati gli sottrarremo cento voti, dall’altro da la colpa a noi, a quei miseri cento voti, se sarà costretto ad andare a quel ballottaggio che fino a pochi giorni fa, sicuro di stravincere, dava come impossibile.
Da la colpa ai nostri cento voti, a noi, un partito che fino a prima del suo avvento sfiorava consensi plebiscitari, che in cinque anni e riuscito a dilapidare tutto quel patrimonio di consensi, fino mettere in bilico la vittoria per soli cento voti, i miei.
Forse bisognerebbe avere più senso della misura e fare un po’ di autocritica, se una coalizione che governa da cinque anni, ha perso man mano pezzi importanti della sua maggioranza, se si è allontanata dalla società civile, se non è riuscita a trasmettere ai cittadini un messaggio positivo e aggregante, se si riduce a mettere in dubbio il proprio risultato per solo cento voti.
Allora non incolpate a me, piccolo topolino, se la città a quello slogan che vi contraddistingue vi ha aggiunto NIENTE, se ha modificato cosa ha fatto Antonello in FINITO Antonello, e per giunta finito male stravolgendone il significato, l’obiettivo e l’indirizzo che Degaspari e la precedente giunta, si erano posti come obiettivo.
Non date la colpa al piccolo Topolino diventato grande, altrimenti sarete sommersi dalle risate.

venerdì 29 aprile 2011

SOSTENIAMO LA SANA POLITICA CON LA CULTURA

 FINALMENTE UNA RACCOLTA FONDI DIVERSA

IL NOSTRO RESPONSABILE POLITICO PROCOPIO GREGORIO, CANDIDATO ALLA CARICA A SINDACO A PIOLTELLO, COERENTEMENTE CON IL SUO PENSIERO E IL SUO PROGRAMMA ELETTORALE, HA SCELTO UN SISTEMA PULITO E CHIARO PER FINANZIARE LA SUA CAMPAGNA ELETTORALE.
INVITIAMO TUTTI GLI AMICI DEL NOASTRO GRUPPO, A VISITARE IL SITIO DEDICATO, SE LO VORRANNO A SOSTENERLO CON IN PICCOLO CONTRIBITO. 
SOPRATUTTO INVITIAMO TUTTI A DARE MASSIMO RISALTO E PUBLICIZZARE QUESTA SPLENDIDA INIZIATIVA 


Carissimi amici e sostenitori, come già voi certamente sapete abbiamo scelto di rimanere svincolati da alleanze puramente elettorali e logiche dei partiti, che ci risultano estranee e che sono spesso lontane dall’interesse collettivo .
Liberi di poter meglio rappresentare le esigenze  e le istanze di noi cittadini e della nostra città.
Non abbiamo nessuno che ci supporta, ci sponsorizza e ci sostiene economicamente nell’affrontare le spese della nostra campagna elettorale, se non le nostre tasche, autofinanziandoci.

In coerenza con le nostre idee, con il nostro modo di essere e di vedere, abbiamo scelto di chiedere solo ai nostri concittadini, amici e simpatizzanti, di aiutarci a sostenere le spese offrendo anche un piccolo contributo, abbiamo quindi individuato due possibilità.

La prima ci riempie di orgoglio, vogliamo  ringraziare alcuni  collezionisti d’arte e in particolare Sergio Disipio, che hanno voluto offrire alcune loro opere per sostenere la nostra campagna.
Chiunque vorrà, potrà acquistare un quadro collegandosi al sito dedicato www.gigarte.com/magnitudo         sapendo già che  l’intero ammontare della vendita verrà devoluto a nostro sostegno. Grazie alla disponibilità dell''Amico Sergio, chiunque volesse contribuire può tramite lui che treatterà la vendita, avere uno sconto sul prezzo di listino
Abbiamo aperto un conto corrente per chiunque voglia sostenerci effettuando un versamento o un bonifico
c/c N° 3561   IT11C0558420602000000003561 intestato PROCOPIO GREGORIO

Vogliamo ringraziare tutti i cittadini che ci esprimono, incontrandoci e venendoci a trovare,  la loro soddisfazione, il loro sostegno e il loro contributo attivo.
Per contattarci: gr.procopio@tiscali.it  

 

giovedì 28 aprile 2011

Segrate Domani: RACCOGLIAMO LE FIRME PER SALVAGUARDARE IL PERSONAL...

Segrate Domani: RACCOGLIAMO LE FIRME PER SALVAGUARDARE IL PERSONAL...: "QUESTO E' IL DOCUMENTO CHE GIA' PARECCHI CORSISTI E RELATIVI GENITORI DI SEGRATE E NON HANNO GIA' FIRMATO,INVITIAMO TUTTI A RECARSI NELLA PI..."

mercoledì 27 aprile 2011

un problema tutto nostrano con l'expo in agguato

*CASA E CONSUMO DI SUOLO



CASA E CONSUMO DI SUOLO
a cura di Mario De Gaspari e Federico Ottolenghi
Cosa succede in città
Ci sono città italiane sfigurate dall’uso che ne è stato fatto e ci sono città che si stanno trasformando senza che si sappia in quale direzione. La cartolarizzazione rischia di diventare la metafora delle nostre città, sminuzzate, impacchettate in prodotti finanziari incomprensibili e infine spedite nessuno sa dove. Avviene così che si perda il segno della responsabilità per il patrimonio culturale, per l’ambiente, per l’avvenire, per la comunità. Il paradosso è che un territorio sempre più caricato, di manufatti e di funzioni, rischia di apparire desertificato. Di senso, di solidarietà, di futuro.
Spesso i piani urbanistici approvati dai comuni, più che strumenti di governo sono meri dispositivi finanziari che trattano i suoli non come patrimonio della collettività, ma come asset buoni per la speculazione. Non cogliere questo punto significa non riuscire a impostare neppure una efficace opposizione: capace cioè, se non di impedire l’approvazione di questi piani, di svelarne il meccanismo e di presentare un approccio realmente fecondo per una proposta.  Sembra sempre più che il fine delle pubbliche amministrazioni sia la pura e semplice valorizzazione finanziaria dei beni comuni. E così la logica del governo locale è spesso tutta interna e coerente alla dinamica finanziaria-speculativa. Non fa nemmeno i conti con il mercato delle case perché il mercato stesso è in controtendenza rispetto agli obbiettivi del consumo di suolo e qualsiasi onesto riferimento ad esso comporterebbe scelte radicalmente differenti: il suolo si esaurisce, di case ce ne sono già troppe, il terziario è “avanzato” da tempo, il numero dei centri commerciali ha già superato di molto le esigenze del sistema distribuito, le cave di ghiaia e di sabbia diventano spesso discariche abusive.
È possibile che non ci sia nemmeno, almeno per qualche anno, l’auspicata nuova “colata di cemento”, quella che dovrebbe rimettere in moto l’economia, perché il cemento, il ferro e tutte le materie prime costano care. È più probabile che ci saranno molti inizi lavori, scavi e sbancamenti, tra l’altro le fasi dove è particolarmente pressante la presenza della criminalità organizzata. Ci sono già troppe operazioni immobiliari in sofferenza o incagliate. Anche il linguaggio dell’edilizia ormai subisce gli influssi della terminologia finanziaria in tempo in crisi e così i cantieri soffrono o si incagliano, come i crediti che le banche non riescono più a riscuotere. Forse dunque non ci sarà la “colata”, non subito almeno, perché è più conveniente passare di mano in mano i titoli di proprietà e valorizzarli più volte contando sulla compromissione del sistema bancario e sull’irresponsabilità di una politica che non mette limiti, né al consumo di suolo, né ai prezzi delle case, né al saccheggio dell’ambiente.
Inevitabilmente il consumo di suolo, divorato dalla rendita e dalla finanziarizzazione della città, si riflette nei rapporti sociali.
In molte città si apriranno un sacco di cantieri che avranno l’unico scopo di testimoniare l’avvio dell’edificazione e ci saranno numerosi scavi a cielo aperto che, dimostrando un ipotetico inizio lavori, dovrebbero facilitare i passaggi di mano dei terreni e delle relative cubature. Non c’è una ragione per cui molte operazioni già approvate siano incagliate per via del mercato e quelle nuove debbano essere fluide: le case continuano ad essere troppe e i prezzi troppo alti per i tanti che non se le possono permettere.
Nelle grandi città, governate secondo i principi di una sfrenata deregulation, si genererà un vorticoso giro di trattative nel mondo delle immobiliari per favorire operazioni sempre più grandi e redditizie e contemporaneamente aumentare la capacità contrattuale dei proprietari dei suoli verso la pubblica amministrazione. Il comune, già debole nelle risorse, crea così le premesse per la propria definitiva subalternità. E così gli uomini della società civile, dopo essere stati invitati ad un’ipocrita partecipazione, saranno marginalizzati nel ruolo di mute comparse.
La finanziarizzazione della città promette di risolvere il problema degli alloggi e per contro il problema continua ad aggravarsi: aumentano i diritti edificatori, aumentano le costruzioni, ma soprattutto aumentano i prezzi delle case, sfuggendo definitivamente al libero gioco di domanda e offerta. L’offerta non riesce a calmierare i prezzi, perché nessuno è disposto ad ammettere lo stato di crisi: le banche non riconoscono le perdite, i crediti, ormai inesigibili, si trasformano in titoli di proprietà e si creano così le premesse per una crisi ancora più violenta.
Nemmeno l’edilizia convenzionata, sempre prevista nei programmi urbanistici, ha niente a che vedere con una vera politica sociale della casa: ha semplicemente lo scopo di stabilire un valore di mercato “minimo” per le case stesse. Fa da calmiere al contrario: se quello è il costo minimo, i prezzi in edilizia libera possono solo salire. È così che a volte succede, soprattutto nei grandi cantieri, che si realizzi solo la parte convenzionata, mentre la cubatura libera viene messa sul mercato nella speranza di trovare presto o tardi un operatore capace di fare da cassa di compensazione. Le case convenzionate, messe in vendita a prezzi contenuti, sono economiche solo perché confrontate con i prezzi di case ancora più costose, che forse non si faranno mai perché invendibili.
Così, soprattutto nelle grandi città, è più che probabile che si acceleri la tendenza alla concentrazione monopolistica delle aree, con qualcuno più legato al sistema bancario nella parte dell’asso pigliatutto: infatti i diritti edificatori, compresi quelli sulle aree verdi, sono essi stessi cedibili e una maggior concentrazione garantisce maggiore forza contrattuale. Per di più le banche che stanno alle spalle dei grandi operatori immobiliari sono sempre le stesse, spesso coinvolte tutte assieme nella regia di imprese edificatorie sempre più simili agli episodi insensati di euforia finanziaria di tre o quattro secoli fa.
Che fare?
I titoli di proprietà immobiliare si trovano nei grandi portafogli finanziari generalmente sopravvalutati, perché in questo modo possono favorire maggior accesso al credito ed essere meglio scambiati sui mercati regolati. Ci sono solo due strade per uscirne: o si accetta la realtà, si deprezzano i valori delle ipoteche (dove ci sono, perché i finanziamenti immobiliari spesso non sono assicurati) e le banche ammettono le perdite. È questa la tesi che sostiene Stiglitz negli Stati Uniti e che in Italia è stata accompagnata dalla proposta di creazione di una bad bank, cioè di un istituto-discarica in cui far confluire i cosiddetti titoli tossici, allo scopo di ripulire i bilanci delle banche stesse; oppure si fa finta di nulla e si dà la scalata al cielo. In questo caso si continua col rialzo fino a che una nuova bolla sarà inevitabile: allora il problema sarà tutto, o principalmente, italiano, e coinvolgerà, in maniera più drammatica di oggi, il territorio, l’ambiente, i bilanci delle città e l’economia nel suo insieme. Allora, se non avremo fatto nulla, ci troveremo davvero soli, perché nel frattempo gli altri paesi stanno affrontando il problema con più realismo o comunque hanno invertito la tendenza. La crisi è infatti generale, ma solo noi stiamo caparbiamente accumulando nuovi e più gravi fattori di crisi: una normativa generata dal periodo del boom, 2004/2005, che vogliamo potenziare invece di ridimensionare, piani urbani insensati per le grandi città e una legislazione d’emergenza (piani casa, incentivi, premialità varie agli speculatori)  che aggrava distorsioni già oggi insopportabili.
C’è bisogno di mettere insieme tre livelli, tre piani di riflessione e di azione che normalmente non si incontrano: l’urbanistica e le politiche urbane, i processi e le politiche economico-finaziarie, la politica generale.
Invertire la sciagurata tendenza in atto oggi significa fare due cose:
  • agire sul fronte del territorio e uscire dalla spirale perversa che induce a finanziare le casse pubbliche mercificando i suoli
  • agire sul fronte economico, riconoscendo il danno che questa spirale arreca all’economia reale, in quanto sposta i capitali dalla produzione alla rendita, immobilizza i capitali e compromette il benessere di larghe fasce di popolazione, e soprattutto il futuro dei giovani, spesso irrimediabilmente vincolato alla remunerazione di un mutuo irrealistico e sproporzionato.
Politica locale e politica globale possono trovare su questo terreno un’occasione di sintesi che non va sprecata: rilanciare una politica per l’ambiente e per la vivibilità delle nostre città e rescindere il legame mostruoso che lega le istituzioni finanziarie e la speculazione sui suoli sono in fondo due aspetti della stessa politica.
Su un piano locale occorre:
  • Individuare strumenti reali di informazione-trasparenza-partecipazione.
  • Considerare attentamente il vantaggio collettivo derivante dall’uso del suolo (ad esempio a Monaco il 30% del plus valore creato finisce nelle casse del comune e a Milano solo l’8%).
  • Fare in modo che il comune sia dotato dei necessari strumenti di analisi.
  • Far sì che il comune sia dotato dei necessari strumenti operativi e di controllo, ad esempio in materia di fideiussioni e di decadenza dei diritti edificatori.
  • Consentire produzione edilizia solo a fronte di una comprovata richiesta del mercato, cioè evitare, per quanto possibile, che si crei moneta fittizia attraverso l’uso dei suoli.
  • Scoraggiare l’edilizia residenziale per la vendita e favorire la realizzazione di alloggi destinati all’affitto, soprattutto per favorire l’accesso alla prima casa e la mobilità sociale e territoriale delle giovani generazioni.
Sul piano legislativo nazionale proponiamo:
  • Separare banche e gestione immobiliare come avvenne negli anni trenta per le banche e l’industria (la “mostruosa fratellanza siamese”, come la definì Raffaele Mattioli).
  • Ripristinare una finanza locale autonoma e sostenibile che non metta i comuni in condizione di fare qualunque cosa pur di raccattare delle entrate.
  • Reintrodurre il divieto di uso degli oneri di urbanizzazione per la gestione corrente dei bilanci.
  • Creare un’Authority nazionale con compiti di vigilanza in materia di uso del suolo sia riguardo agli aspetti ambientali che riguardo alle ricadute sull’economia.

domenica 24 aprile 2011

E SE L'INCIUCIO NON HA CONFINI?
AMICI?.... IERI SCHIEPPANDRINI... OGGI CONCANDRINI,, 
NE PAGHERA' IL CONTO  IL NOSTRO TERRITORIO



Il rispetto tra sindaci è sempre auspicabile finchè di rispetto e amicizia si tratti. UN ALTRO PATTO A PIOLTELLO come l'amicizia- inciucio di Segrate tra PD e PDL può far discutere. Che "l'asse segreto" si realizzi con la svendita del Parco delle Cascine e della Boffalora, sotto i buoni auspici dell'immobiliarista Siano (quello che " si dice" assume alle sue dipendenze sindaci e candicati sindaci) è molto preoccupante. IERI PERCASSI OGGI SIANO e loro da buoni amici si spartiscono il NOSTRO TERRITORIO.... NOI SI CHE RISPETTIAMO TUTTI..MA COME AMICI ABBIAMO SOLO I NOSTRI CITTADINI E COME INTERESSE SOLO LA DIFESA DEL NOSTRO TERRITORIO

mercoledì 20 aprile 2011

E NO CARO ALESSANDRINI SIAMO ALLE SOLITE.....

MA IL CORAGGIO DI DIRE LA VERITA' AI CITTADINI E NON PRENDERLI ANCORA IN GIRO QUANDO SARA' DIMOSTRATA?
Abbiamo letto con stupore e rabbia il trafiletto che riguarda la Brebemi e Tregarezzo, publicato dal Folio di oggi a firma del Sindaco.
Con stupore perchè si continua a dare speranze su un'impotetico spostamento del sedime stradale della Brebemi dietro le case dei cittadini di Tregarezzo.
Con rabbia, quando afferma """ Non appena avrò il proggetto esecutivo del tratto di strada che riguarda Segrate Chiederò ai cittadini di Tregarezzo-San Felice un incontro per Mostrarglielo"".

Con stupore perchè tutti sono consapevoli e sanno, che se andrà in  porto l'accordo con Ferrovie e tutti i soggetti interessati, la strada che li dietro  verrà costruita non sarà la Brebemi e servira a ben altro, servira come viabilità ordinaria per servire il nuovo intervento, per sfociare a Novegro e sulla Corelli, per portare ai nuovi uffici che sorgeranno inpetuosi, insomma a tutto ma non a far baipassare Tregarezzo dalla Brebemi.

Con rabbia perche, è gia un mese che noi abbiamo a disposizione il proggetto fornitoci "gentilmente" da Cal, che fra l'altro ha gia dichiarato che è esecutivo e immodificabile.
Sono dieci giorni che abbiamo dato ai rappresentanti di Tregarezzo le immagini del progetto, che fra l'altro a  nostro avviso, risulta ancor più peggiorativo di quello precedente.
Peggiorativo anche  per chi da Pioltello o da Segrate vorrà entrare in Brebemi, costretti a passare tutti insieme in un imbuto, o i cittadini di Tregarezzo che ora hanno un controviale quasi inutilizzato, mentre dopo quel controviale diverrà una trafficatissima viabilità ordinaria, dove pioltellesi e segratesi che non devono entrare in brebemi saranno inesorabilmente in coda.
Rabbia anche perchè sembra che il  sindaco habbia gia avvisato i Consiglieri Comunali di essere pronto a fargli visionare il progetto, non sapendo che ad alcuni di essi lo abbiamo gia fonito noi.

E allora di che progetto parla il Sindaco? e noi cittadini visto i trascorsi e le innumerevoli dichiarazioni che dicevano sempre il contrario delle precedenti, perchè dovremmo credergli?



































martedì 19 aprile 2011

ELEZIONI COMUNALI A PIOLTELLO

CANDIDATO SINDACO 
PROCOPIO GREGORIO ANDREA
serietà trasparenza e dedizione al servizio della sua città



lunedì 18 aprile 2011

BRAVO GRIONI ED ORA LE DIMISSIONI

CHE BOTTARI SCELGA COSA ESSERE.......
UOMINI- MEZZI UOMINI -E UOMINI DI M.........DA

È sempre più evidente, la differenza abissale fra il suo programma che la Lega ha sottoposto agli elettori in campagna elettorale e il programma di governo che è costretto a sostenere.
L’esplosione di questa contraddizione, sì e avuta in Consiglio comunale durante la discussione per l’approvazione di una delibera sul golfo Agricolo, presentata dalla maggioranza di cui la Lega fa parte.
Bisogna dare atto alla Lega, di essersi comportata con coerenza e rispetto, di quanto promesso agli elettori sul golfo Agricolo, nel suo programma e nei volantini distribuiti alla cittadinanza.
A differenza della maggioranza che sostengono che prevede una forte edificazione del Golfo, la Lega prospettava e promise di lasciare il Golfo Agricolo cosi com’è spingendosi a dire che a Segrate nulla più si sarebbe dovuto costruire.
Il rispetto del nulla più, lo vedremo più avanti quando la lega dovrà prendere una posizione chiara sul PGT e sull’ulteriore cementificazione che la sua maggioranza prospetta.
 Per ora bisogna dare  atto a Grioni di aver rispettato a pieno, come uomo d’onore, quanto detto sul golfo agricolo non partecipando col suo partito al voto contrario che Zanoli e la maggioranza “imponevano” per rendere vana e stravolgere il significato della raccolta firma effettuata dai cittadini. Sotto pubblicheremo il Senso della petizione.)
E venuta fuori anche la polemica sulla veridicità o meno della firma che Grioni ha messo in calce alla petizione, coerentemente con il suo pensiero e su quanto il suo partito a sempre sostenuto.
Prima il Sindaco ha affermato che Grioni ha assicurato in Giunta di non aver mai messo quella firma.
Poi Grioni ha affermato in Consiglio Comunale di averla messa la firma ma non su quella petizione.
Certamente come dice il Consigliere Bottari, quella firma non e compatibile e coerente con gli obiettivi della maggioranza di cui il Vice sindaco fa parte, ed è per questo che ha giurato che se quella firma fosse stata vera avrebbe chiesto le dimissioni del Vice Sindaco, anche se il suo partito non fosse d’accordo.
A sostenere con forza la richiesta di dimissioni di Grioni, nel caso di firma in calce alla petizione sono intervenuti anche un altro consigliere e il capogruppo del Pdl.
Ora come si evince dalla foto pubblicata sotto, la firma, di Grioni è stata messa ( e aggiungiamo noi coerentemente) proprio su quella petizione e non su un'altra.
Quindi non è in discussione la coerenza di Grioni e del suo partito su quanto affermato in campagna elettorale, egli ha firmato assumendosi la responsabilità di rispettare la parola “data” e quanto “ giurato” ai suoi elettori.
In discussione ora c’è la verifica se altri, come Bottari, sappiano comportarsi coerentemente con quanto “giurato” in Consiglio Comunale chiedendo ora le dimissioni del Vice Sindaco
Ora assodato che Grioni si è comportato da Uomo, c’è da verificare a che categoria ascrivere chi ha “giurato” di chiederne le dimissioni
CI SONO UOMINI, MEZZI UOMINI, OMINICCHI, RUFFIANI E QUAQUARAQUA'.



 

( questo è il senso che i cittadini hanno dato alla petizione ed è questo che chi ha firmato chiede)
la proposta dei cittadini di mantenere la attuale destinazione agricola dell'area, e si impegna pertanto a non modificare la stessa nell'ambito del procedimento per la approvazione e adozione del PGT.

si impegna ad adoperarsi per la riduzione e l'abbattimento dell'inquinamento e delle emissioni di CO2, quindi mantenerlo agricolo o comunque non edificato
riconoscere il valore della rete verde regionale e di quella costituenda provinciale, promuovendo i parchi locali di interesse sovracomunale (PLIS) oltre agli altri progetti integrati a livello provinciale

MA QUALE INCIUCIO!!


PD-PDL  MA QUALE INCIUCIO!!
leggendo la Gazzetta della Martesana di oggi si scopre che è solo
SENSO DI APPARTENENZA

 

sabato 9 aprile 2011

SE IO FOSSI DELLA LEGA

Se lo fossi, forse mi preoccuperei DÌ avere più memoria, DÌ impareare e far tesoro delle esperienze passate.

Nella passata legislatura, tanti furono i segnali premonitori non colti dalla dirigenza, un crescendo DÌ notizie, fatti, segnali e sopra tutto divergenze, che lasciavano presagire a chi voleva vedere, quel che poi avvenne inesorabilmente.

quella dirigenza tentenno, non colse o non volle cogliere, quel che si prosprettava, le insanabili differenze DÌ visione e programmatiche, sperando fino all’ultimo che  lottando dall’interno si potesse mediare o controbattere agli enormi interessi in ballo, CHE NON AVREBBERO AVUTO IL CORAGGIO DÌ CAMBIAR COMPAGNO DÌ GIOCO.

fecero  finta DÌ non vedere quel che stava avvenendo passo dopo passo, tassello dopo tassello, riponendo la propria fiducia nella spernza che tutto si potesse appianare e mediare, che il vEnto non diventasse bufera, che alla fine la loro lealtà e coerenza, non venisse sostituita e sacrificata in nome dall’interesse.

E invece mentro loro tentavano e fiduciosi attendevano fino all’ultimo, ogni tassello del PUZZLE veniva posizionato e tutto era pronto per metterli alla porta, ritrovandosi spiazzati dagli eventi.

oggi la storia sembra ripetersi Gli stessi segnali e le stesse avvisaglie, un tassello dopo l’altro come allora, un segnale, un approcio e strane collaborazioni.

essattamente come allora la dirigenza leghista attende fiduciosa l’evolversi della situazione, CON LA PAURA DÌ ESSERE ANCORA SOSTITUITI NEI NUMERI E NEI FATTI DALLA PARTE “AVVERSA”.

cERTO HANNO RAGIONE AD AVER PAURA, I NUMERI PER SOSTITUIRLI CI SONO COME I SEGNALI, QUEL CHE NON COMPRENDONO E’ CHE IL PUZZLE E’ ANCORA ALL’INIZIO, CHE LE CONDIZIONI NON SONO MATURE PER LA LORO SOSTITUZIONE NEL GIOCO.
 CHE DOPO QUANTO AVVENUTO NELLA PRECEDENTE PARTITA, PER I DUE INCIUCIONI, RISULTA PIù DELICATO e lungo, POSIZIONARE I PEZZI E CREARE LE CONDIZIONI, RIPROPORRE LO STESSO PERCORSO

e ALLORA CARA LEGA, PERCHE’ ASPETTARE come allora CHE TUTTO SIA PRONTO PER LA vostra DIPARTITA E MESSA ALLA PORTA, PERCHE NON SBARAGLIARE IL GIOCO ORA, CHE I TASSELLI NON SONO PRONTI E GLI INCIUCIONI NEANCHE.
PERCHE QUESTA VOLTA NON GIOCARE D’anticipo E vincere la partita, MANDAndoli TUTTI ANTICIPATAMENTE A CASA.
 

giovedì 7 aprile 2011

E COME AL SOLITO SEGRATE MANCA E NON " SI PREMIA"

Comuni Riciclatori: sei i premiati 2010 E anche quest'anno Segrate non c'è

Un premio per il comune più ecologico della cintura milanese: vivere in modo ecologico non significa solo saper dividere i rifiuti

 
Il dipartimento lombardo di Amici della Terra, Onlus ambientalista nata a Roma nel 1978 e riconosciuta dal ministero per l’Ambiente, ha istituito un premio per il comune più ecologico della cintura milanese. Obiettivo, quello di dire ai cittadini che vivere in modo ecologico non significa solo saper dividere i rifiuti.
L’iniziativa vuole dare risalto ai Comuni impegnati negli acquisti green e nelle politiche di sostenibilità, che li hanno portati nel 2010 ad acquistare prodotti eco-compatibili o fabbricati con materie derivanti dalla raccolta differenziata o dal riciclo, ma non solo.
I premiati del 2010 sono stati stati sei: Pioltello, Gorgonzola, Rodano e Cesano Boscone, già dichiarati virtuosi nel 2009; Rozzano e Opera nuovi entrati.
Come hanno fatto queste piccole realtà a raggiungere traguardi così alti? Ogni Comune ha fatto un diverso percorso. A Pioltello i nuovi arredi per gli uffici comunali sono tutti in legno riciclato, una scelta forse originale, ma anche molto forte se si pensa che ogni anno l’Italia importa dall’Africa 800.000 metri cubi di legname tropicale proveniente da foreste non rigenerabili. “Avere una scelta consapevole dell’arredo del proprio Comune è il primo passo per aprire gli occhi ai proprio cittadini” afferma Laura Nichetti dell’ufficio ecologia del Comune.
“È necessario rendersi conto che ogni scelta può contribuire a migliorare non soltanto il nostro piccolo Comune, ma la rete che collega tutto il territorio. Se mettiamo pannelli solari su tutti gli edifici comunali e nelle scuole risparmiamo in bolletta e diffondiamo l’idea dell’energia rinnovabile tra i cittadini. Gli obiettivi sono molteplici: non si sbagliare se si fa una scelta verde
.
Sottolinea Lara Gallifuoco dell’ufficio ecologia di Gorgonzola
A Rodano si è preferita la strada dell’abbattimento del consumo di plastica: sacchi e sacchetti biodegradabili sono stati adottati dall’amministrazione comunale anticipando le disposizioni europee.
Opera, Rozzano e Cesano Boscone dichiarano guerra alla CO2 in tre modi diversi.
Opera ha rinnovato tutto il sistema di illuminazione pubblica scegliendo quella a LED, con un risparmio energetico del 60% e una riduzione di emissioni di CO2 fino all’80%. Rozzano è stata premiata per il grande numero di alberi cittadini: 20.000 già piantumati e 35.000 in arrivo, quasi un albero pro-capite, con una grande impatto sull’abbattimento di CO2. Cesano Boscone invece, nel 2010 ha sostituito l’80% dei mezzi comunali a gasolio con veicoli elettrici e nel 2011 si punta a trasformare un’intero quartiere in un’area alimentata energicamente a biomassa e non più a olio combustibile.
Sei modelli di successo ecologico che le metropoli non possono più attardarsi a seguire.

venerdì 1 aprile 2011

SI DIMETTE IL SINDACO DI PESCHIERA

 COME AL SOLITO QUELLO CHE CONTA E DIVIDE SONO LE COLATE DI CEMENTO
ANCORA UNA VOLTA SOTTO ATTACCO E' IL PARCO SUD
Riportiamo un articolo dove oltre ad essere riportata la motivazione,  vi sono dichiarazioni (in rosso) ridicole e grottesche, se si tiene conto che arrivano da amministratori publici

Peschiera
Borromeo – Nella mattinata di oggi il Sindaco Antonio Falletta ha rassegnato le dimissioni dalla carica di primo cittadino. La decisione sarà ratificata il prossimo Consiglio Comunale straordinario convocato per  Lunedì 11 Aprile 2011. L’annuncio delle dimissioni era nell’ aria fin dalla mattinata di ieri.
Una bufera politica si abbatte sulla Giunta Peschierese. In una nota stampa consegnata alla nostra redazione il Sindaco ha accusato la sua Giunta e i capo gruppi di maggioranza in Consiglio comunale,  di non voler condividere il nuovo piano di governo del territorio. In particolar modo nei punti di incontro con la Provincia di Milano sulla costruzione del nuovo stadio dell’Ac Milan, finanziato completamente da Silvio Berlusconi, nell’area del parco sud adiacente all’Idroscalo.  «In quell’area, generazioni di peschieresi sono andate a mangiare il gelato, - ha dichiarato il portavoce dei consiglieri di maggioranza Raffaele Cioffi – e cosi dovrà essere anche negli anni in futuro». L’Assessore allo sport Stefano Tognolo ha dichiarato : «Non possiamo permettere al Sindaco di costruire uno stadio da 140 mila spettatori solo per il Milan, o gioca anche l’Inter in quel campo o altrimenti lo stadio non si fa». Che a Peschiera ci fossero problemi con le squadre di calcio era ampiamente risaputo, ma che facessero cadere la Giunta non se lo sarebbe aspettato nessuno.




DA  http://www.7giorni.info/cronaca/peschiera-borromeo/antonio-falletta-si-dimette.html