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sabato 3 settembre 2011

IL CARDINALE TETTAMANZI E LA BONTA DEL NOSTRO IMPEGNO AL DIALOGO

Pubblichiamo questa lettera che il Cardinale Dionigi Tettamanzi ha inviato alle comunità musulmana in occasione delle celebrazioni del Ramadan.

E’ un messaggio breve ma intenso. In poche parole esprime con amara lucidità la difficile situazione della convivenza tra persone che appartengono a religioni diverse, e allo stesso tempo rilancia con forza l’imprescindibile necessità del dialogo.

Una voce e un messaggio tanto autorevoli non possono che risultare confortanti, soprattutto per chi, come noi di TERRITORIO E SOCIETA’, si impegna quotidianamente e concretamente in questa direzione.

 

    

giovedì 24 marzo 2011

IL 2 APRILE A ROMA “La guerra non si può umanizzare, si può solo abolire”

Emergency promuove un appello ai cittadini e alle associazioni per una giornata di mobilitazione nazionale sabato 2 Aprile 2011.

Ancora una volta i governanti hanno scelto la guerra. Gheddafi ha scelto la guerra contro i propri cittadini e i migranti che attraversano la Libia. E il nostro Paese ha scelto la guerra “contro Gheddafi”: ci viene presentata, ancora una volta, come umanitaria, inevitabile, necessaria.
Nessuna guerra può essere umanitaria. La guerra è sempre stata distruzione di pezzi di umanità, uccisione di nostri simili. Ogni “guerra umanitaria” è in realtà un crimine contro l’umanità.
Nessuna guerra è inevitabile. Le guerre appaiono a un certo punto inevitabili solo quando non si è fatto nulla per prevenirle.
Nessuna guerra è necessaria. La guerra è sempre una scelta, non una necessità. E’ la scelta criminale e assurda di uccidere, che esalta la violenza, la diffonde, la amplifica, che genera “cultura di guerra”.
“Questa é dunque la domanda che vi poniamo, chiara, terribile, alla quale non ci si può sottrarre: dobbiamo porre fine alla razza umana o deve l'umanità rinunciare alla guerra?
Dal Manifesto di Russell-Einstein, 1955
Perché l’utopia diventi progetto, dobbiamo innanzitutto imparare a pensare escludendo la guerra dal nostro orizzonte culturale e politico.

Il nostro “NO” alla pratica e alla cultura della guerra è un ripudio definitivo e irreversibile, è il primo passo per fare uscire la guerra dalla storia degli uomini.
“La guerra non si può umanizzare, si può solo abolire”
Albert Einstein

Primi firmatari:

Gino Strada, Carlo Rubbia, Luigi Ciotti, Renzo Piano, Maurizio Landini, Massimiliano Fuksas.

lunedì 21 marzo 2011

IO SONO UN PACIFISTA QUESTA E' LA VOSTRA GUERRA PETROLIFERA

QUESTA NON E’ LA MIA GUERRA NON E’ LA GUERRA PER LA GENTE
 E’ GUERRA PER L’ORO NERO, IO LA GUERRA NON LA VOGLIO E NON L'APPROVO
Che Gheddafi fosse un pazzo e che bisognava da anni portarlo davanti ai tribunali internazionali, lo sapevamo e lo auspicavamo tutti, tranne i governi che gli vendevano le armi e gli facevano l'inchino.
Tranne quelli cui facevano comodo i suoi soldi e gli vendevano azioni di aziende, banche e compagnie anche d’interesse nazionale, che miravano ai suoi ingenti fondi sovrani.
Molti stati ne tessevano le lodi e lo coccolavano, per essere l’unico paese non islamico dello scacchiere, che faceva da barriera all’espansione dell’islamismo, che a differenza di altri paesi arabi e africani, rinvestiva parte delle ingenti ricchezze derivanti dal petrolio, in infrastrutture e servizi alla popolazione.
 Sono gli stessi governi che ora attaccano la Libia senza aspettare che neanche che si cerchi di applicare la risoluzione ONU e si tenti una soluzione politica e negoziale, un attacco per altro che va sopra di quello che la risoluzione chiede e autorizza.
 Con la scusa di difendere i cittadini e la democrazia, vanno all'attacco mettendo in serio pericolo la stabilità dell'intero mediterraneo che è già di perse una polveriera pronta a esplodere con conseguenze inimmaginabili.
Se è veramente la difesa dei diritti e dell'incolumità della popolazione il motivo e non il petrolio come in Iraq, perché non attaccare la Turchia che fa strage di Curdi, perché non la Cina che fa stragi in Tibet, in Somalia e nelle decine e decine di nazioni dove la popolazione e oppressa e trucidata al pari e ancor di più che in Libia.
E allora se volete giocare alla guerra con le armi contrapposte che fornite sempre voi, abbiate il coraggio di dire che quello che v’interessa veramente è il petrolio e non la povera gente, che di tutto aveva bisogno ma non di bombe e proiettili magari all’uranio impoverito.