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domenica 4 dicembre 2011

DIETRO LE VERTENZE UNA CRISI ECONOMICA, SOCIALE E CULTURALE

DIETRO LE VERTENZE UNA CRISI ECONOMICA, SOCIALE, CULTURALE E POLITICA
 Non è possibile arrendersi, la strada è solo quella di tramandare certi concetti se vogliamo sperare nel futuro.
LA SPERANZA

Publichiamo una lettera inviataci da un'amica dopo la lettura dell'altrettanto bella lavoratrice della Jabil  (  lavoro-e-dignita-una-lettera-piena  )

A leggere interventi come quello della lavoratrice della Jabil, mi pervade sempre un senso di tristezza, così come sono arrivata quasi a piangere quando una mia conoscente del villaggio mi raccontava:
"Sai Vic ho chiesto a ..., sai quello che è stato licenziato l'anno scorso dal lavoro, si quello con quella bambina ..."(LEGGI TUTTO):

sabato 3 dicembre 2011

LAVORO E DIGNITA', UNA LETTERA PIENA DI ORGOGLIO E DIGNITA' DI UNA LAVORATRICE DELLA JABIL


      DIRIGENTI E PADRONI POVERE PERSONE  
PER VOI  NON VE NULLA PER ESSER FIERI

PER ESPRIMERE LA PROPRIA SOLIDARIETA'

Forse sono io ad avere una visione differente della vita e del lavoro,delle relazioni interpersonali,dell'educazione e del rispetto.Forse di illusi ne sono rimasti anche pochi e forse fa meglio chi non ci crede più.

Forse per qualcuno la vita e il rispetto per le persone sono solo parole vuote e prive di valore.Forse qualche soldo in più fa sentire ricco chi basa la propria esistenza sul denaro,non saprei .

Forse ci si dimentica che chi circonda di attenzioni esseri che credono di avere in mano lo scettro del potere alla fine sono solo delle "povere persone"poichè non hanno ancora compreso che i sentimenti non si comprano e non si ottengono solo perchè si finisce con il temere chi potrebbe renderci schiavi di pensieri che non pensiamo.

Ma forse è anche vero che questo Paese non ha bisogno di personaggi così e che noi con la nostra determinazione e con la trasparenza dei nostri ideali se vogliamo e se restiamo uniti possiamo far cambiare lo stato delle cose.
Non riesco personalmente a comprendere come si possa continuare ad essere fieri dopo aver reso incubi i sogni di chi nel proprio lavoro ci credeva e pensava di poter semplicemente continuare a vivere onestamente.

Non riesco a capire come si possa essere fieri delle lacrime stampate sui volti di persone che hanno sempre lavorato e che da sole se ne sono tornate a casa per il loro ultimo giorno di lavoro senza nemmeno aver avuto la possibilità di salutare i colleghi, ritrovandosi a fissare per l'ultima volta gli interni dell'azienda dove hanno sempre prestato servizio quasi a non volerne dimenticare mai i contorni, quasi come se fosse stato tutto e solo un lungo sogno.

Non riesco a capire se e quanto valga questa spocchia arrogante nei confronti di chi con la parola LAVORO non si è solo riempito la bocca ma ha fatto andare sempre le mani, i pensieri, la competenza, la voglia di portare il suo contributo e non di essere appiattito e condannato al silenzio che lo ha reso schaivo e mero esecutore di idee fornite da altri.
Devo essere una persona che ha sbagliato secolo per nascere e vivere,devo essere una persona idealista e sognatrice,devo essere una persona illusa e non arrendevole,devo essere una persona poco incline alla rasseganzione,devo essere una persona alla ricerca di qualcosa che magari o che forse non cè .a tutto sommato so di essere una persona contenta di se stessa una persona che non ha mai smesso di sognare e di credere nelle sue potenzialità e non credo di sbagliare anche perchè con me ci sono altre 324 persone che credono nelle stesse cose,che non hanno voglia di svendersi al peggior offerente,che credono ancora che nessuna abbia il diritto di arrogarsi decisioni che vanno aldilà del posto di lavoro.

Non ci si rende conto che intorno all'occupazione ed alla retribuzione vi sono una miriade di situazioni da sistemare e da vivere,non ci si rende conto che restare senza impiego toglie la dignità e non ti fa quasi più comprendere chi sei e dove stai andando,non ci si rende conto o non ci si vuole rendere conto???
Perchè non proviamo a dimezzare lo stipendio di chi mette le sue idee a disposizione della tristezza futura altrui??
Perchè non stiamo a guardare quanto piacerebbe loro cambiare stile di vita e privarsi di tutti gli extra che mentre loro vanno avanti indisturbati ad avere da anni,noi non abbiamo mai avuto la possibilità di avere e di concederci??
Non ci siamo proprio  e a dire il vero sono anche fiera di non esserci e nonstante il brutto momento che sto vivendo sono sempre fiera di me,dei miei ideali e di non essermi fatta imbruttire dalla vita fino al punto da restare indifferente difronte alle lacrime ed alla disperazione creata,non riuscirei a darmi pace ma forse per essere così queste persone dovrebbero possedere anima e cuore e d è per questo che quelli tristi sono loro perchè non hanno ancora compreso che anima e cuore non si potranno comperare dopo aver messo in starda 325 persone saranno destinati ad essere per sempre vuoti manichini senza fili al servizio della disonestà e dell'imbroglio e questa non è vita è una farsa come quella che portano ingiro quotidiananmente questa è la tristezza e a me non appartiene e non apparterrà mai!
Avanti ragazzi/e consoliamoci perchè il futuro non è in quellemani sporche ma nella trasparenzaa dei nostri sguardi!
 Anna Lisa Minutillo

giovedì 10 novembre 2011

LETTERA APERTA AL PRESIDENTE ESSELUNGA CAPROTTI


LA NOSTRA PIENA CONDIVISIONE ALLA LETTERA APERTA AL PRESIDENTE ESSELUNGA CAPROTTI 

LETTERA CHE ANCHE SEGRATE FELICE, COME GIA' TERRITORIO E SOCIETA'PIOLTELLO, SOTTOSCRIVE INVITANDO TUTTI I CITTADINI E LE FORZE POLITICHE A FARE ALTRETTANTO

IL TESTO DELLA LETTERA A CAPROTTI

Egregio dottor Caprotti,
ci rivolgiamo a Lei come fondatore di una delle principali imprese di distribuzione del nostro paese. Da oltre 50 anni le famiglie apprezzano i prodotti, l’organizzazione e l’approccio al cliente dei suoi supermercati. Lo sa che tanti di noi ormai non dicono più “vado a fare la spesa”? Dicono semplicemente “vado all’Esselunga”. Proprio così egregio dottore! La sua azienda non solo è entrata nella nostra vita quotidiana, ma ha modificato perfino il nostro linguaggio. La Fidelity card per le nostre famiglie è preziosa quasi come il bancomat. I “punti” che si accumulano ad ogni passaggio in cassa si trasformano in piccoli elettrodomestici, macchine fotografiche, strumenti per le nostre case. Non c’è dubbio che Lei sia stato un grande innovatore, come si dice oggi.

Una scrittrice americana, nel descrivere la sua impresa che data dal 1957, considera il self service “l’invenzione più importante nel settore della distribuzione degli ultimi vent’anni”. E ancora: “A metà degli anni Cinquanta lanciare un vero e proprio supermercato in Europa era considerata un’impresa rischiosa, specialmente per i neofiti”. E poi l’idea dei parcheggio come necessario complemento del negozio, quando le macchine erano ancora poche e la città non ancora in preda allo sprawl. Oggi tutti invocano l’innovazione, ma mancano gli innovatori. Chi avrebbe pensato a quel tempo di affidare a un grande architetto la realizzazione di un punto vendita? Prima Gio Ponti, col Supermaket di viale Zara, e poi il sodalizio con Ignazio Gardella e l’Esselunga non è più solo una ditta, ma diviene uno stile, un modello. I supermercati “te li farò tutti uguali, ma saranno tutti diversi uno dall’altro”.

Ed è stato proprio così, il mattone a vista come elemento compositivo caratteristico e la contestualizzazione insediativa nel luogo a caratterizzare non solo il negozio, ma l’intero quartiere, la città. Questo e altro ancora è per noi l’Esselunga. Il marchio lo conoscono tutti, anche se pochi sanno che è stato ispirato da un grande designer come Max Huber.

Oggi però siamo tutti un po’ tristi. Vediamo i lavoratori attendati fuori dai magazzini, cerchiamo di capire e sentiamo storie che avevamo conosciuto solo nei romanzi di Jack London. È vero, non è un problema Suo, non è una responsabilità di Esselunga. Ma è poi davvero così? Parliamo della sostanza, non della forma o dell’aspetto legale. Davvero non La riguarda ciò che accade in casa sua, nella sua azienda? Davvero si può pensare che Lei non possa nulla per migliorare un sistema di relazioni che, francamente, a volte non è all’altezza di un paese civile? E soprattutto non è all’altezza dell’immagine della Sua grande azienda. Certo l’immagine pubblica del nostro paese non è granché di questi tempi, ma vale la pena di adeguarsi? Perché non dare un segno di discontinuità? Perché restare nel solco e non indicare, invece, la strada?

Ci rivolgiamo dunque a Lei, egregio dottor Caprotti, perché riconosciamo nella sua figura di imprenditore coraggioso, sempre innovativo, l’uomo capace del colpo d’ala. Cosa vuol dire innovare oggi? Nel terzo millennio, nella globalizzazione dei mercati e della forza lavoro? Non significa forse anche creare condizioni perché il lavoratori immigrati possano sentirsi un po’ più a casa? Un po’ meno stranieri? Un po’ più cittadini come gli altri? È un processo inevitabile, lo sappiamo, che durerà molti anni. La storia provvederà da par suo, ma solo chi sarà stato capace di coglierne per tempo l’inevitabilità e accelerare il compiersi del destino sarà riconosciuto come un pioniere e un inventore. Per tutto questo Le chiediamo, egregio dottore, di guardare con attenzione, con disponibilità e generosità a quanto sta accadendo nella sua, e nostra, Esselunga.

Con immutata stima

Mario De Gaspari, già sindaco di Pioltello                       

Pioltello, 9 novembre 2011

TERRITORIO E SOCIETA PIOLTELLO
SEGRATE FELICE

lunedì 7 novembre 2011

ESSELUNGA,, GLI SCHIAVI DEL TERZIO MILLENNIO

COMUNICATO DA TERRITORIO E SOCIETA PIOLTELLO




ESSELUNGA, SCHIAVI DEL TERZIO MILLENNIO

PER LA COPERATIVA SOLO SCHIAVI DEL TERZIO MILLENNIO

 Ormai la protesta per il rispetto della legalità, della dignità umana, del diritto sacrosanto ad essere trattati come lavoratori e non schiavi, della legalità nelle retribuzioni e per l'abolizione di un caporalato sommerso ma di fatto esistente, ha prevaricato i confini della nostra città.

 Comprendiamo il perchè, l'Amministrazione Comunale, abbia evitato accuratamente di interessarsi, prendere posizione o intervenire, dato che ESSELUNGA sta a Pioltello come nei Simpson la centrale nucleare  a SPINGFIELD.

 Sconcertante rimane, che nonostante siano passate molte settimane, nessun partito si sia sentito in dovere di esprimere la propria solidarietà ai lavoratori, di  verificare ed informarsi su quanto stà avvenendo e sul perchè.

Riusciamo ad immagginare il perchè la Lega Nord non si sia interessata, vista la nazionalità della maggioranza dei lavoratori e la deriva "razzista", che spesso la lega  ha dimostrato in certi suoi interventi.

Riusciamo anche a capire perchè, partiti come il PDL, FLI e UDC, abbiano accuratamente evitato di esprimersi e prendere posizione, dato che da sempre sostengono una certa deregolamentazione e liberalizzazione del mercato del lavoro, paladini della precarizzazione, della libertà senza regole di licenziare.

Riusciamo meno a comprendere e giustificare l'assenza dei Sindacati Confederali, del PD, IDV, PSI, che di queste tematiche hanno fatto la loro storia e la loro fortuna, che dei diritti dei lavoratori,  del rispetto della legalità, erano da sempre paladini attenti.

Non chiediamo loro, di schierarsi da subito e apertamente come noi  in favore dei lavoratori, ma come è possibile che non si sentano in dovere almeno di informarsi,  di parlare con queste persone, di verificare se le loro rimostraze e gravi  denuncie siano fondate o meno.

Qui, è vale per tutti i partiti, non si sta parlando solo di diritti e statuto dei lavoratori, qui è in gioco il rispetto della dignita umana, della democrazia, della legalità, tutti principi fondamentali della democrazia e di uno stato democratico, di cui voi dovreste essere i rappresentanti e difensori.

TERRITORIO E SOCIETA' PIOLTELLO




Dal Giorno
Turni pesanti, pause brevi. E la dignità?"

180 dipendenti in presidio permanente


Presidio dei lavoratori la protesta dei lavoratori delle cooperative di facchinaggio
 
 Torte e caffé per addolcire l’attesa, sotto la pioggia. Prosegue, nello spazio allestito con tende e fornelletti da campo, la protesta dei lavoratori delle cooperative che operano per Esselunga. Il maltempo non ha fermato l’ennesimo picchetto davanti ai magazzini di Limito, dove nel pomeriggio di ieri sono tornati a radunarsi i lavoratori, sostenuti dal Si. Cobas e dagli attivisti del centro sociale Vittoria.

Qualche momento di tensione si è registrato alle 16 quando gli scioperanti hanno bloccato un furgoncino carico di operai diretti allo stabilimento. «Qui i crumiri non passano», hanno intonato i manifestanti che hanno costretto i colleghi a bordo del mezzo a battere in ritirata. Una guerra tra poveri che è iniziata un mese fa e sembra destinata a proseguire. Attorno al presidio permanente gravitano 180 dei 600 operai in servizio nei magazzini di Limito. I manifestanti appartengono alle cooperative del consorzio Safra che forniscono servizi di facchinaggio alla Esselunga. Gli addetti al carico e scarico sono al 90 per cento stranieri, africani e sudamericani per lo più. Al centro della protesta che è scattata nelle ultime settimane c’è la gestione del lavoro: gli operai lamentano turni pesanti, pause troppe brevi e atteggiamenti rigidi da parte dei capi.

«Se sei un carrellista, devi garantire il ricambio di 18 bancali all’ora - dice Moussa Bamba, ivoriano, 42 anni -. Significa lavorare a cottimo, senza potersi concedere un attimo di respiro. È sfiancante».I turni  sono di sei ore e mezza, distribuiti su sei giorni alla settimana. «Chi è a cavallo di due turni ha diritto alla pausa pranzo, ma ha solo 15 minuti per mangiare un panino e andare in bagno», prosegue Moussa. «Nello stabilimento c’è un clima rigido – aggiunge Luis Seclén, peruviano, 55 anni -. In queste condizioni è difficile lavorare con serenità». «Ad aprile sono stato licenziato e non so ancora il perché – ricorda Ezekiel Woryonwon -. Dall’oggi al domani mi sono ritrovato disoccupato, con una moglie incinta di sette mesi».
Rirmi di lavoro duro e maggiore attenzione alle esigenze dei lavoratori: sono queste le richieste dei manifestanti. «Gli operai vogliono condizioni più dignitose, oltre al riconoscimento dell’indennità sostitutiva della mensa», conferma Aldo Milani, coordinatore nazionale del S.i.Cobas, che anche ieri era in prima linea tra gli scioperanti.
Una mobilitazione analoga a quella di Pioltello è scattata l’anno scorso a Cerro al Lambro. A manifestare i lavoratori delle cooperative al servizio della logistica Gls. Anche in quel caso, la protesta era sostenuta dal S.i. Cobas.«Quello delle cooperative – conclude Milani - è un cono d’ombra nel mondo del lavoro. Un contesto dove il nostro sindacato è in prima  linea, mentre le sigle maggiori sembrano sparite».
di Alessandra Zanardi

lunedì 17 ottobre 2011

ROMA 15 OTTOBRE, GLI INDIGNATI E DEFRAUDATI SIAMO NOI

INDIGNATI SENZA SE, SENZA MA.

Con gli indignati. E insieme contro i violenti

CHI CI HA PERSO? BASTA GUARDARE LA TELEVISIONE! 
NON UN IMMAGINE DI UN CORTEO PACIFICO E FESTOSO
SOLO LA DEVASTAZIONE DI QUALCHE STRONZO


“A Roma ci sono state due manifestazioni: una meravigliosa e coinvolgente fatta di simboli, gioventù, protesta e anche spirito di rivolta ma pacifica. Un’altra organizzata da una minoranza di teppisti e black block che vogliono togliere la scena della gironata ai veri indignati e prendersela loro, rompendo videocamere, auto, vetrine. Che vogliono spostare il conflitto sul piano della violenza. Questi violenti e le loro violenze  vanno condannate con la massima fermezza e nettezza. Loro hanno voluto tentare la finestra di protesta aperta dagli indignati, ma l’indignazione allo stesso corteo si è rivolta contro la violenza e ha gridato loro di abbandonare la manifestazione. Oggi, in tutto il mondo e anche a Roma, si è voluto far sentire la voce pacifica di una intera generazione indignata contro una crisi che sta smantellando diritti e welfare delle persone. I violenti diventano invece un possibile salvagente di chi è blindato dentro il palazzo e ne appare il migliore alleato”.Sono le parole di Nichi. Sono le nostre parole. Era un corteo bellissimo, con tante e tanti ragazze/i mai visti così numerosi per strada per esprimere le loro ragioni, la voglia di politica, di riprendersi la vita. La gioia di manifestare pacificamente insieme e compatti in una piazza, come tanti e tante hanno fatto nel resto del mondo. Una manifestazione che rischia di essere oscurato da un gruppo di violenti che incappucciati e mascherati hanno messo in scena, persino contro i manifestanti che volevano allontanarli, azioni inqualificabili.
Oggi in piazza c’erano tante e tanti di Sinistra Ecologia Libertà. Abbiamo portato in piazza il nostro contributo, tentando pure di isolare i black bloc quando hanno tirato delle bombe carta contro i manifestanti. Un nostro compagno tentando generosamente di allontanarne una da altre persone che rischiavano di essere ferite ha perso due dita di una mano. Chi ha messo in scena la violenza di oggi deve essere individuato e punito. Le violenze ai manifestanti, le auto bruciate, i supermercati assaltati, i giornalisti picchiati non solo sono semplicemente da condannare, ma determinano il pericolo che le ragioni di un popolo vengano oscurate e messe in secondo piano. O ancor peggio sovrapposte.
Siamo con gli indignati, con le ragioni delle centinaia di migliaia di persone scese oggi in piazza. E siamo contro i violenti. Senza se e senza ma.

domenica 11 settembre 2011

SEGRATE IL CENTRO COMMERCIALE E IL PD NAZIONALE

NON SI PUO' DIRE CHE IL PD NAZIONALE E REGIONALE 
NON FU INTERPELLATO 
EPPURE NON DIEDE RISPOSTE NE INTERVENNE
Questa email  è una fra le tante che arrivarono ai dirigenti del PD, per denunciare e protestare per quanto stava avvenendo  a Segrate pur di arrivare ad approvare quel centro commerciale, che  tante dubbi e lacerazioni aveva portato nella città e nello stesso PD
Fu inviata a tutti gli indirrizzi evidenziati per metterli a conoscenza di quanto stava avvenendo e chiedere quindi il loro intervento
Publicheremo in seguito una risposta che arrivo da Penati ed una lettera di dimissioni di un dirigente del PD locale

Data: 04/14/09 12:07:25
Omissis--------EMAIL cittadini

Oggetto: COME FAR PERDERE LE ELEZIONI A PENATI A SEGRATE (MI)



In fondo alleghiamo il comunicato di condanna emesso dal PD per i gravi fatti avvenuti in consiglio comunale il 19 marzo.
Una presa di posizione che reputiamo positiva, anche se estremamente tardiva e che presenta però delle ambiguità e delle sottile e rilevanti insinuazioni:
Ambiguità che lasciano trasparire una difficile mediazione interna fra due diverse interpretazioni dell’accaduto.
Una coerente con la scelta ( mal digerita) di sostenere l’accordo di programma, ma non disposta ad accettare la negazione evidente dei diritti e delle regole costituzionali.
Una purtroppo che riconferma l’appiattimento sulle posizioni della PDL, in pieno stile collaborazionista, revisionista e negazionista, della realtà evidente e dei fatti accaduti.
Una realtà che i propri esponenti hanno vissuto e sostenuto  silenziosamente in consiglio comunale, una verità che gira sottoforma di denunzie foto e filmati su internet e su giornali anche nazionali, che anche i giornali più allineati non hanno potuto che condannare.
Si tenta di insinuare che vi sia stato uno scontro fra due diverse posizioni e fazioni “estremiste e sovversive” fra due contrapposte fazioni di ultras.
Si cerca di avvalorare il dubbio che tale orchestra sia stata diretta da professionisti della protesta radicale, tralasciando che tutto è stato orchestrato e diretto minuziosamente da chi voleva ottenere a tutti i costi quel risultato, anche a scapito delle più elementari regole di convivenza civile e di confronto e di dialettica politica e democratica.
Vi è il subdolo tentativo di screditare e ridimensionare l’incedere dell’unione dei comitati cittadini, figurandoli come rappresentanti di se stessi o di fazioni estremiste, staccati dalla realtà e lontani dal sentire comune della maggioranza dei cittadini.
Insomma il tentativo di sminuire tutto e tutti, pur di riconfermare e avvalorare quell’unione di interessi convergenti fra PDL e PD, uniti sotto un unico programma e un'unica visione dello sviluppo del territorio.
Una convergenza ed un unità programmatica che di per se la negazione delle regole fondamentali, della dialettica politica e democratica, fatta di diverse visioni programmatiche e di indirizzo che democraticamente si confrontano e si contrappongono.
A Segrate da tempo è in atto il maldestro tentativo di riesumare il vecchio compromesso storico, che aveva un senso in un particolare difficile momento storico, con attacchi violenti alla democrazia e che ora invece servirebbe solo a difendere ed aiutare palesemente interessi economici forti.
Crediamo che alla base di ogni democrazia non debba esserci il compromesso fra due movimenti politici diversi, tra due ideologie contrapposte, che il loro mettersi insieme non serva per governare ma per  spartirsi il potere. Al contrario crediamo, che debbano contrapporsi pur nel rispetto reciproco e governare alternativamente, se la maggioranza del popolo e degli elettori lo decidano liberamente sulla base dei risultati ottenuti.
Questo è il principio basilare su cui si fonda ogni paese democratico, ed è invece il contrario di quello che  è avvenuto e sta avvenendo a Segrate fra le due maggiori forze politiche ( PD- PDL).
Tutti i vari comitati e gruppi di opinione cittadini, hanno avuto proprio in questa evidente realtà e nell’assunzione di questa consapevolezza la base portante e propositiva per la loro unione di movimento e di intenti.
Proprio partendo da queste analisi che tutti i comitati cittadini, nati nel tempo per rappresentare esigenze e problematiche fortemente sentite dai cittadini e snobbate dai partiti, che hanno sentito l’esigenza di unirsi in un unico grande comitato cittadino “ Segrate domani ”.
Un grande comitato che preso atto della mancanza di una regolare dialettica e contrapposizione programmatica nell’interesse della cittadinanza, non potrà altro che candidarsi alle prossime elezioni comunali come soggetto forte, qualificato e pulito a rappresentare le reali aspettative della cittadinanza e proporsi per governare la città nel loro interesse.
SEGRATE FELICE
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IL PARTITO DEMOCRATICO
DALLA PARTE DEI SEGRATESI

Il PD esprime solidarietà ai cittadini rimasti esclusi dal Consiglio Comunale del 19 marzo


a causa della presenza di numerosi e dubbi individui, arrivati in anticipo a riempire la sala, che con Segrate non avevano nulla a che vedere.
 Prova inoltre sconcerto per la bagarre e per gli insulti alle forze dell'ordine
 messi in atto da gruppi di facinorosi

Il PD di Segrate, che crede nella possibilità di un coinvolgimento civico e genuino dei cittadini e della società civile nelle scelte importanti che riguardano la città,


deplora con forza questi eventi, auspicando che non si ripetano mai più.



Circolo P.D. Segrate,  Via Grandi 28. +393485128540 – www.pd-segrate.com
PROCOPIO GREGORIO ANDREA