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mercoledì 23 dicembre 2009

Fw: Auguri di Buon Natale e di Buon Anno

 

 
 
 
Invio a tutti i nostri  amici il nostro migliore augurio di un Buon Natale e di un proficuo e Sereno 2010 !
 
Gregorio Barbara
 
 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Ladri ancora in azione: duro colpo per "Il fruttaio"
Natale tristissimo per il fruttaio di San Felice. Un Natale con la più brutta delle prospettive: la chiusura. A dare il colpo di grazia a un'attività già provata dalla crisi, è arrivata nella notte tra domenica 20 e lunedì 21 la banda del buco che ormai frequenta con una assiduità sospetta il nostro quartiere. Hanno rubato i cesti natalizi che Gregorio Procopio e la moglie Barbara avevano preparato per i clienti - alcuni erano già stati pagati -,  bottiglie di champagne e una somma di denaro. Gregorio e la moglie sono disperati: gli introiti delle feste rappresentavano per loro una boccata d'ossigeno dopo mesi non proprio floridi, anche a causa di una frattura al braccio che nelle scorse settimane ha impedito al titolare di lavorare a pieno regime. Il sito www.sanfelice.it esprime tutta la sua vicinanza alla famiglia Procopio e invita gli abitanti di San Felice a manifestare segni concreti di amicizia a Gregorio. 
Ma tra i residenti serpeggia anche una domanda: perché tanti furti nei negozi? Perché i ladri agiscono indisturbati? In passato è stata saccheggiata la profumeria Marina, Giorgio IV, almeno un bar, e anche il pub nei giorni scorsi è stato vittima di un tentativo di scasso. Più d'uno si chiede se non sia venuto il momento di piazzare qualche telecamera di sorveglianza, che potrebbe coadiuvare l'opera delle nostre guardie.

venerdì 11 dicembre 2009

BONIFICHE SCANDALOSE

COMPAGNE:CHE SBAGLIANO

  di Gianni Barbacetto

     Lo scandalo delle bonifiche che ha coinvolto Giuseppe Grossi e il suo amico Gianfranco Abelli, uomo forte di Roberto Formigoni in Lombardia, ha portato alla ribalta anche la moglie di Abelli, Rosanna Gariboldi, messa nei guai dal marito che l'ha fatta entrare in politica (imponendola come assessore a Pavia) e in affari (era intestato a lei il conto "Associati" a Montecarlo su cui arrivavano i soldi di Grossi). Ora Lady Abelli è finita in cella e il marito, malgrado le molte visite in carcere, non è ancora riuscito a tirarla fuori dai guai. Era andata meglio, qualche tempo fa, a Lady Giorgetti. Giancarlo Giorgetti è uno dei maggiori leader della Lega nord, per anni segretario della Lega lombarda e parlamentare del Carroccio. Sua moglie, Laura Ferrari, nel 2008 fu coinvolta in una brutta storia di corsi fantasma, finanziati con i soldi dell'Unione europea. Un furto di denaro comunitario che la Lega ha sempre denunciato e criticato, quando avviene nelle regioni del sud. Peccato che questa volta tutto sia accaduto tra Milano, Varese e Busto Arsizio. La vicenda parte nel 2006, quando viene messo in carcere Giuseppe Landucci, presidente di una onlus chiamata Forma Moda. Accusa: aver incamerato, attraverso la regione Lombardia, oltre 750 mila euro dell'Unione europea, per corsi di formazione che avevano tutto, tranne gli alunni. "Presentai in regione, per ottenere i finanziamenti, dodici progetti formativi e Laura Ferrari mi disse: te li faccio approvare io". Così ha raccontato Landucci ai magistrati di Busto. Segue riunione alla sede del consiglio regionale, con Lady Giorgetti e il capogruppo della Lega, Davide Boni. Quest'ultimo (almeno secondo Landucci) "assicurò che avrebbe fatto approvare i corsi, di cui due dovevano svolgersi a Varese ed essere affidati a Laura Ferrari o a persone scelte da lei". Detto, fatto: i progetti approvati sono addirittura sei. Due di questi, un corso per "operatori di campagna" a Varese e uno di equitazione per disabili ad Angera, sono tenuti personalmente dalla signora Ferrari. Eppure i corsi non avrebbero dovuto essere approvati, perché nessuno aveva un numero sufficiente di iscritti. Ma niente paura: la banda padana falsifica le liste delle iscrizioni, le firme sui moduli, i registri delle presenze...   La truffa viene scoperta dai magistrati di Busto Arsizio, che mettono in carcere Landucci e chiedono l'arresto anche per Lady Giorgetti. La signora, per decisione del giudice per le indagini preliminari, riesce a rimanere libera. Non solo: riesce anche a uscire dalla brutta vicenda giudiziaria cavandosela con un bel patteggiamento. Ma attenzione: perché i giudici accettino il patteggiamento, è necessario che l'indagato prima restituisca il malloppo. Lady Giorgetti restituisce al volo 20 mila euro alla regione. Grazie a un vero e proprio miracolo politico e burocratico, scoperto da un cocciuto consigliere dell'Italia dei valori, Stefano Zamponi: "In una sola seduta della giunta regionale, è stato transato il danno, sentito il parere positivo dell'avvocato della regione, che si era costituita parte civile e aveva nominato il suo avvocato solo dieci delibere prima". Tutto in una mattinata. Efficienza lombarda.

 

lunedì 7 dicembre 2009

NUOVE ROTTE AEREE- chi ci perde-chi ci guadagna

LE NUOVE ROTTE AEREE USCITE DALL'ACCORDO SODDISFANO, ALCUNI FANNO ARRABBIARE ALTRI

 

I CONTENTI:

Le compagnie aeree:

sembra che possano continuare a fare quello che vogliono, senza che nessuno le riprenda o le zanzioni.

L'ENAC - DIREZIONE AEREOPORTO: A messo tutti d'accordo non scontentando nessuno,sopratutto continuano a svolgere il suo ruolo di controllore e controllato.

I COSTRUTTORI EDILI: Sembrerebbero i più avvantaggiati dalle nuove rotte e dai limiti imposti, tutti i terreni edificabili sono rimasti tali e sono aumantate le possibilità volumetriche. Molti altri terreni,(quei pochi rimasti verdi)prima non erano edificabili,ORA LO SONO. GLI SCONTENTI:

I CITTADINI: Tutti i cittadini che da anni subiscono i disagi ed i danni economici e biologici e di qualità della vita. Per loro, la situazione è peggiorata ed addirittura, alcuni non avrebbero più diritto alle compensazioni. Molti quartieri: I disagi ed i sorvoli vanno aumentando, con le nuove simulazioni (non dati reali), oltre a ritrovarsi in fasce ,che non prevedono le compensazioni ecustiche ed economiche, vedono quei pochi lembi di verde rimasti,liberi di essere edificati. LA SALUTE PUBLICA: Sembra che non interessi nessuno,nonostante le conferenze internazionale,dati allarmanti e appelli illustri,non ultimo quello del SANTO PADRE. Sempre in secondo piano,Tutto a favore dell'interesse economico e di parte, privilegiando gli interessi delle compagnie aeree e dei grandi speculatori edili. Sotto pubblichiamo la mappa del rumore presunto e non reale (il desiderato) ed un articolo uscito sulla Gazzetta della Martesana il 7 Dicembre 2009

 

martedì 1 dicembre 2009

MA FORMIGONI IL CONTO NON LO PAGA MAI?

MA FORMIGONI IL CONTO NON LO PAGA MAI?

 

30-11-2009 by Mario De Gasperi 

Con tutto quello che sta uscendo su Grossi, le sue bonifiche, vere o presunte, la 'ndrangheta e chissà cos'altro ancora, è possibile che nessuno chieda le dimissioni di Formigoni?

Già così, solo per ciò che è emerso finora, questo è probabilmente il più grande scandalo politico affaristico milanese dalla liberazione a oggi. Lo è per le dimensioni della truffa e più ancora per il disprezzo verso i cittadini e le comunità locali che lascia trasparire.

E non c'è un solo politico che abbia il buon gusto di dire una parola. Questa mancanza di buon gusto, scusate, mi disgusta!

Qui non si tratta di fare processi anticipati. Ci sono intercettazioni, accuse precise, soldi che girano, prestiti e regali. Molti bonifici e poche bonifiche! E in mezzo a tutto questo Formigoni sta costruendo sul velluto la sua ennesima candidatura alla presidenza regionale. Nemmeno lui ne parla, come se la cosa non lo riguardasse, come se gli fosse del tutto estranea, come se non si fosse mai occupato di bonifiche. Come se non sapesse chi sia Grossi e non leggesse nemmeno i giornali.

Si va avanti tranquillamente, come se niente fosse. A Pioltello si approva un'integrazione all'accordo di programma nonostante sia pendente un ricorso al TAR in cui una multinazionale sostiene, conti alla mano, che il costo della bonifica (a farla sul serio) sia un terzo (40/50 milioni) di quanto è stato riconosciuto a Grossi (120 milioni). Si dà il via all'ennesimo centro commerciale e non si capisce bene in cambio di che cosa.

Siamo per la soluzione politica delle questioni, non ci piace che i problemi debbano essere risolti per via giudiziaria. Ma scusate: qui dove sta la politica? Si è capito bene di cosa stiamo parlando? Sono riusciti a rendere conveniente l'inquinamento dei terreni: da problema pubblico le bonifiche sono diventate un'opportunità speculativa per i privati. C'è almeno qualcuno che si sta domandando se sia giunto il momento di cambiare sistema? Bonifiche in cambio di volumetrie: è qui l'origine del dolo. Sembra lo scambio perfetto e invece è il peggiore degli scambi ineguali, perché spalanca le porte alla corruzione e provoca un tragico allentamento dei controlli. Oggi le bonifiche, se va bene, sono un volano per la speculazione immobiliare: si pagano in diritti edificatori e, siccome questi sembra non costino nulla, se ne concedono in quantità esorbitanti e per progetti insensati. Regione e comuni si fanno belli davanti ai cittadini: "abbiamo trovato chi bonifica". Invece si nascondono problemi e rifiuti, creando le premesse per nuove emergenze. Si crea denaro dal nulla che poi, in qualche modo, torna buono anche per finanziare le campagne elettorali. La signora Gariboldi sembra che non fosse così ingenua come dava a vedere. E forse suo marito non frequentava Grossi solo per la caccia.

Se si vogliono fare le bonifiche a costo zero, cioè finanziandole in conto oneri attraverso operazioni immobiliari, bisogna per lo meno bonificare la componente umana della trafila e riorganizzare i procedimenti. Siamo su un terreno scivoloso, perché ci sono in ballo un sacco di soldi. E allora i conti vanno fatti per bene, non tra Natale e capodanno quando gli uffici sono a mezzo servizio, come nel caso di Pioltello. Bisogna poi decidere con oculatezza che cosa costruire, perché rimuovere i rifiuti (nel migliore dei casi) e metterci al loro posto un ecomostro non è una grande soluzione. Ma poi, scusate, perché non si fanno più gare a evidenza pubblica? Ripartiamo almeno dal presupposto che le aree da ripulire sono delle opportunità per il territorio e vediamo se ci sono operatori con idee degne di una città metropolitana. Il socio del re delle bonifiche lo hanno già messo in disparte le banche, dopo avergli dato un fiume di denaro. La premiata ditta Grossi & Zunino non era poi così efficiente. Probabilmente si poteva trovare di meglio, anche nello sgangherato panorama milanese. Se si vuole davvero bonificare un'area non bisogna andare col cappello in mano da speculatori immobiliari o finanziari, ma bisogna coinvolgere un costruttore puro, un imprenditore vero, che faccia sull'area un vero e proprio piano industriale e non un piano di valorizzazione immobiliare destinato ai saliscendi della borsa.

La scarsità di aree strategiche nella cintura milanese può compensare largamente i pur alti costi per le opere di bonifica. Certo, se si continua a offrire alla speculazione fondiaria territorio in abbondanza e a buon mercato, svincolando anche le aree a parco, come si sta facendo per il Parco delle Cascine di Pioltello, è naturale che sulle aree che richiedono interventi più costosi gli immobiliaristi pretendano grandi volumetrie, l'aiuto economico degli enti pubblici offrendoci in cambio progetti a buon mercato, banali, ritriti o del tutto fasulli.

Questo accade soprattutto per due ragioni: perché tengono, come si suol dire, il coltello dalla parte del manico (… non bisognava darglielo però) e perché il vantaggio economico marginale sulle aree da bonificare non deve essere inferiore alla rendita che potrebbero trarre costruendo su aree sottratte all'agricoltura o comunque prive di costi di bonifica o esternalità assimilabili. In pratica sono disponibili a realizzare le bonifiche, ma la rendita complessiva che l'area deve assicurare deve essere la stessa che gli operatori avrebbero se non le dovessero fare. Da ultimo, occorrono progetti che abbiano margini di profitto adeguati, ma non straordinari e soprattutto margini non elasticizzabili. Questi devono essere giustamente calcolati al netto dei costi per le bonifiche, i quali, a loro volta non devono essere oggetto di mercanteggiamento, ma definiti una volta per tutte. E ritorniamo dunque al tema delle regole e dei controlli. Se le regole dell'operazione, e quindi anche i margini di profitto, non sono definiti, se si creano delle zone d'ombra, si faranno tante chiacchiere ma poche bonifiche, perché inevitabilmente si finirà col ricadere nelle dinamiche lasche della valorizzazione immobiliare.

I temi dell'ambiente e delle bonifiche hanno a buon diritto riacquistato centralità a Milano e in Lombardia: per le elezioni regionali di questa primavera dobbiamo scegliere un candidato bravo, onesto, competente e competitivo. Perché possa giocarsi le sue chances sarebbe utile cominciare a chiedere il conto a Formigoni.

Mario De Gaspari

 

Bell'articolo di Mario De Gaspari pubblicato su Arcipelago Milano.org