LETTERA DI UN PRIMATE AL SINDACO DI PIOLTELLO
Caro Antonello, sono certo che mi consentirai di darti del te, tenuto conto che ci conosciamo fin da bambini, frequentando lo stesso oratorio e tiravamo calci alla stessa palla, guidati nella crescita dagli stessi indimenticabili parroci.
Sono altrettanto certo che non mi rimprovererai la franchezza, la stessa che usavamo nelle nostre chiacchierate quando io, già impegnato in politica, ti portavo il giornale direttamente a casa.
Dieci giorni fa come mi aspettavo, i miei tre figli mi hanno chiesto di ripassare nell’andare a casa, a fare una visitina a due vecchi amici, i gorilla.
Ancor prima di scendere dalla macchina ho subito capito che non sarebbe stata la solita visita gioiosa ed entusiasta, con tre bambini che sognavano e giocavano a fantasticare attorno a quei nostri possenti amici.
Già da lontano, tristemente vedevo che la situazione era notevolmente cambiata, che i vecchi amici nel poco tempo trascorso dall’ultima visita, erano lasciati lì a morire, che la loro essenza e il loro stesso significato “ la forza della natura”, era stato ucciso prematuramente dai nemici di sempre, camion e ruspe, che a due metri acceleravano la loro agonia per soppiantarli con l’ennesima colata di cemento.
Più della dolorosa vista, mi ha colpito e ferito profondamente lo sguardo dei miei bambini, allibiti, scioccati, pietrificati, uno sguardo il loro, terribile che non vorresti mai vedere negli occhi di un bambino.
Ancor di più mi ha colpito la domanda che mi ha fatto la più grande, una domanda che mi ha ferito e mi ha fatto ribollire, a cui non ho potuto rispondere, Papà ma perché non hanno fatto niente? già perché!.
Ora leggendo l’articolo della Gazzetta che mia figlia mi ha fatto notare, ho visto in lei uno sguardo durissimo, cattivo, come mai una bambina di tredici anni dovrebbe avere, forse hai ragione non bisogna farlo diventate un problema, ma il suo sguardo è un problema e alle sue domande devo dare risposte.
E’ vero come dici te non devono diventare problema, anche perché ormai grazie alle ruspe non lo sono più, a te va dato merito che un anno e mezzo fa ti sia già dato da fare per verificare il da farsi, dando a tecnici specializzati l’incarico di analizzarli, di aver prontamente risposto alle sollecitazioni a salvarli rispondendo anche indirettamente sul mio blog.
Quello che però mi chiede mia figlia è perché in attesa dei risultati e di capire cosa fare, non si è pensato già un anno fa, a creare una semplice e non onerosa tettoia provvisoria per metterli al riparo dalle intemperie.
Perché non si è tentato di preservarli, cercando come ha fatto sempre mia figlia in internet, delle resine bi componenti che offrissero la doppia funzione di renderli impermeabili e al contempo le tenessero insieme, vi sono tecniche come quelle usate per le barche che fanno miracoli. già perché?.
Hai ragione, il patto di stabilità impone delle scelte sulle priorità, il milione di euro in meno che entrerà nelle casse imporrà dei sacrifici e delle scelte difficili (basta che non diventi la scusa o una cantilena), si sarà costretti a razionalizzare la spesa eliminando il più possibile le spese superflue, ma per il significato assunto dai due gorilla, credi che uno sforzo in più non si sarebbe potuto fare?
Non pensi che impegnandosi un po’ di più nella ricerca di possibili soluzioni non onerose, si sarebbe potuto salvarle? Se mia figlia o la mamma di Segrate, qualche proposta o soluzione l’han trovata (grazie alle ruspe forse tardi), l’amministrazione non avrebbe potuto far di più prima?
Facendo fare a un Assessore qualche gita auto promozionale in meno, qualche soldino si sarebbe potuto trovare per salvare i calchi, non tutti, Due!
Certamente non è responsabilità tua, ma leggendo dichiarazioni fatte alla gazzetta da persone che lavorano con te e che avrebbero fatto meglio a tacere, la colpa è della mentalità ottusa, pericolosa e superficiale che da quelle dichiarazioni si evince.
Come dire, perché impegnarsi per salvare due vecchi ruderi e cadenti quando ve né in giro tanti, quasi come dire, perché impegnarsi e spender soldi per due vecchi quartieri fatiscenti come satellite o Piazza Garibaldi, per dar loro un minimo di dignità, ve né in giro tanti di quartieri.
Oppure è come dire che, diversamente abili e vecchi non autosufficienti ve né in giro tanti, ma perché impegnarsi e perder tempo con i primi e spender soldi per i secondi, meglio concentrarsi su quelli ancora in piena salute.
Non vorrei pensarlo, ma estremizzando mi ricorda molto una vecchia teoria e un modo di pensare che portò gli inutili e i fatiscenti, diritti nei forni inceneritori.
La cosa grave sarebbe, se questa mentalità e queste parole venissero da persone cui hai affidato un incarico importante, magari come quello dei servizi sociali. E allora si caro Antonello, che anche a me verrebbe da dire ci mancherebbe altro, ci mancherebbe che fosse ricandidato e ancor peggio che venga rieletto.
Caro Antonello, vorrei regalare con le foto sotto uno sguardo, esattamente lo stesso sguardo che hanno fatto i miei bambini guardando i loro amici assassinati e leggendo certe ottusità, uno sguardo che sono certo che il tuo collaboratore si dovrà portare per tutti gli anni a venire, addosso.
Procopio Gregorio Andrea
1 commento:
Ciao Gregorio, hai più che ragione e condivido la tua opinione. Il nostro gruppo sta spingendo per non mandare al macero i "gorilla", anche perchè non è possibile giustificare in ogni occasione le scelte impopolari con i tagli governativi. Per inciso, i tagli ci sono e sono pesanti ma non hanno impedito alla giunta Concas di fare scelte (parco auto,segreterie comunali ecc..)non condivise ed evitabili. dunque, sarebbe ora di assumersi la responsabilità di queste decisioni.Ciao, Ronnie
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