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mercoledì 8 dicembre 2010

SEGRATE- , LA BREBEMI, LE AUTO,-- QUALE SVILUPPO E TECNOLOGIA, PER SALVAGUARDARE LA SALUTE?

proiezione segrate 2015

AMBIENTE - PRESENTATO L’ASFALTO ANTI SMOG

Segrate, ha avuto il merito di essere, fra i primi comuni a prestarsi ad effettuare sperimentazioni sul suo territorio.
Da quel giorno, molti passi avanti sono stati fatti nello sviluppo di questo tipo di asfalto che da maggior sicurezza agli automobilisti, dranando l’acqua e offrendo maggior attrito.
Sviluppi importanti anche nella lotta all’inquinamento ,si è arrivati infatti tramite il manto stradale a  produrre  energia, ridurre la temperatura del suolo,
A segrate, di quella sperimentazione non si è saputo più nulla, sarebbe interessante sapere quali risultati sono stati rilevati, se gli studi certamente effettuati, hanno fornito risultati confortanti.
Se i risultati ottenuti dalla sperimentazione, inducano a continuare o meno su questa strada.
Sarebbe importante ora più che mai, visto l’enorme sviluppo infrastrutturale e veicolare, che toccherà pesantemente il nostro territorio negli anni a venire, ed i danni ambientali e di salute a cui rischiamo  di essere sottoposti.

Sotto un interessante articolo sui risultati già ottenuti e sugli sviluppi previsti, sperando che l’Amministrazione Segratese non sia fra quelle dell’ultima frase.

L' asfalto, materiale tanto vituperato da chi lotta per la salvaguardia ambientale, agglomerato di roccia calcarea e derivati del petrolio, a sorpresa dovrà essere ripensato come un sostegno proprio alla lotta all' inquinamento.
Si è infatti scoperto che basta una pennellata di polverina cristallina, biossido di titanio, per trasformare le code di auto in praterie, mangia smog, Il manto stradale, infatti, assorbe energia solare e produce chilowattora sostenibili.
Altri studi hanno rilevato come i pavimenti senza bitumi, composti invece di materiali inerti e soprattutto “freddi”, aiutano a combattere la calura estiva nelle città, tutte queste novità fanno parte di progetti in cantiere.

Questi temi sono all' ordine del giorno per le imprese dell’asfalto italiano, il secondo mercato in Europa con una produzione annua di 40 milioni di tonnellate, un giro d’affari di 3,5 miliardi e 500 mila addetti.

Gli esperti del settore hanno precisato che il calo di investimenti per le grandi opere, e l' aumento dei costi delle materie prime, stanno obbligando tali aziende ad andare verso una produzione basata sulla sostenibilità ambientale, questa viene indicata come unica alternativa ad un veloce declino.
Tale percorso, è stato già imboccato dalle imprese italiane, attrezzando i laboratori di ricerca e sviluppo, aumentando la spesa per l’innovazione, peccato che ancora una volta la pubblica amministrazione sia rimasta al palo.
Gli imprenditori denunciano infatti come, nei capitolati d’appalto mancano spesso riferimenti a soluzioni ecocompatibili, il patrimonio di know how e ricerca rischia di restare in bottega, aumentando, a caro prezzo, la nostra dipendenza dal petrolio.
Per esemplificare la situazione, negli Stati Uniti l’80% della rete stradale è ricavata da asfalto riciclato, in Italia solo il 20% contro una capacità almeno doppia.
La causa ? Le normative non adeguate che penalizzano gli operatori del settore.
Nel corso della sua vita, l’asfalto assorbe inquinanti di ogni genere, da qui le preoccupazioni delle amministrazioni e di una parte degli ambientalisti che hanno reso difficile, se non impraticabile, il riciclo, un grave errore secondo gli imprenditori, in quanto la ripulitura del materiale porta all' eliminazione della parte compromessa.

L' azienda italiana Global Engeneering, ha brevettato nel 2002 l’asfalto “mangia smog”, si tratta di eco rivestimenti in ossido di titanio che, una volta applicati al manto stradale, consentono di abbattere 32 tonnellate di inquinanti l’anno, quantità emessa da 15 mila veicoli.

Il risultato, si ottiene mediante un processo di fotocatalisi, attivato dall’azione combinata di luce e aria, decomponendo monossidi di carbonio e affini in agenti innocui, come sali minerali e calcare.
Dopo un primo periodo in cui è stato difficile superare lo scetticismo di molti, ora il business incomincia a prender piede, a Milano queste idropitture sono state utilizzate per 70 mila metri quadri di pareti interne di Rho Pero, il parcheggio Atm di Famagosta, e poi a Segrate, a Cesena, Brescia, Cinisello Balsamo. e su un tratto della statale di Ortisei, a Bolzano.
Ativa, la società che gestisce le tangenziali di Torino e le autostrade che portano dal capoluogo piemontese a Ivrea, Santhià e Pinerolo, ha sposato già da 4 anni l’asfalto mangia smog, realizzando il primo casello autostradale ecoattivo del mondo a Beinasco, alle porte di Torino.

Ad oggi sei caselli “ristrutturati” da Ativa, sono eco sostenibili, questa soluzione ad oggi viene pensata soprattutto per le aree di sosta pedaggio perché è il momento in cui l’inquinamento è più alto, un intervento non particolarmente costoso ma che migliora sensibilmente la qualità dell’aria.
Ma la ricerca non si ferma solo all' Asfalto mangia smog, in Olanda vi sono progetti di produzione di energia rinnovabile, tramite tubi d’acqua infilati all’interno del tappeto stradale che funzionano come una sorta di radiatore che distribuisce poi elettricità nelle zone circostanti.

In Italia invece, le aziende stanno implementando il procedimento a freddo nella produzione di asfalto, si tratta di nuove tecniche a basso consumo energetico utilizzando macchine tradizionali, ma a temperature più basse, portando in emulsione il bitume e poi sciogliendolo in acqua.
Questo sistema, si rivela utile anche nelle stagioni estive, in quanto raffredda i pavimenti stradali urbani sotto il sole cocente estivo.
Nell' azienda italiana Asphalt Rubber, si lavora invece riutilizzando vecchi pneumatici e scarti industriali per imbottire e migliorare l’attrito del manto stradale, l' obiettivo è quello di garantire una guida più sicura e silenziosa.
L' appunto che arriva dal mondo industriale, verso questo tipo di ricerca, è il problema di conciliare gli ottimi risultati ottenuti in laboratorio con i costi per la messa in atto dei progetti, il tutto mentre non si spinge abbastanza in soluzione di risparmio energetico come il riciclo dei materiali.
Ancora una volta, a fronte di idee particolarmente coinvolgenti, si rischia di far naufragare il tutto a causa dell' immobilità della pubblica amministrazione.

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