copyright © riproduzione riservata

Tutte le foto e i filmati pubblicati sono soggetti a copyright © riproduzione riservata
per l'utilizzo chiedere l'autorizzazione preventiva all'amministrazione del blog

Pagine

lunedì 17 gennaio 2011

SEGRATE FELICE CONTRO IL NUCLEARE

Un giorno Dio creò la terra e vide che era bella.
Poi creò la natura e vide che era bella.
Poi creò il regno animale e vide che era bello. e si riposò..
Poi creò l'uomo e si riposò.. poi creò la donna, affinchè potessero vivere in armonia la bellezza  del creato e non distruggerlo

 NUCLEARE? 2 VIDEO PER IL NOSTRO NO!



NICLERARE PERCHE' NO E PERCHE' SI

 NUCLEARE NEL PAESE DEL SOLE? 
come gia scritto nel post precedente PER NOI  ANCHE NO!!
http://segratefelice.blogspot.com/2011/01/segrate-la-centrale-nucleare-ce-giaal.html


 Dall’Associazione 26 Aprile e  volentieri rilanciamo  condividendolo il manifesto preparato da TerraNuova che in modo chiaro e sintetico illustra in 10 punti i motivi di sostegno all’energia solare (intesa come energie provenienti dal sole, di cui il vento è una delle manifestazioni) ed in altrettanti punti i motivi di rifiuto dell’energia nucleare, in risposta alla recente ambigua campagna del Consiglio dei Ministri.

domenica 16 gennaio 2011

marchionne, il ricatto di un referendum truccato

Vogliamo esprimere la solidarietà di Segrate Felice  a tutti gli operai della Fiat, costretti a "scegliere ricattati" fra un SI e un No, in un referendum truccato dagli ammessi al voto( mancavo solo che votasse Agnelli),
vogliamo esprimere soddisfazione per il comportamento di quelli che a TESTA ALTA, non han  voluto  cedere al ricatto, comprendendo la difficoltà interiore di questa scelta.
Dedicandola alla coraggiosa scelta  Pubblichiamo un simpatico video sul tema
in fondo la busta paga del Signor Marchionne trovati in rete

Secondo i bilanci Fiat l'amministratore delegato ha ricevuto in totale 31,16 milioni lordi

Sergio Marchionne si accontenta della busta paga. Il manager italo-canadese che ha salvato la Fiat dal tracollo e vuole portare la produzione di automobili all'estero se i sindacati non accetteranno più flessibilità (cioè più lavoro e meno diritti in fabbrica), sembra per il momento non intenzionato ad esercitare le stock option che gli sono state concesse all'arrivo a Torino, quasi sette anni fa. Se sottoscritte adesso e subito rivendute, le opzioni per comprare azioni Fiat a un prezzo bloccato nel 2004 (6,583 euro) potrebbero fargli guadagnare, dopo gli ultimi rialzi di Borsa, quasi 120 milioni di euro al lordo delle tasse.

Marchionne probabilmente aspetterà. Può attendere fino a un massimo di cinque anni, un periodo nel quale le quotazioni potrebbero salire ancora, soprattutto se Fiat centrerà l'obiettivo di salire al 51% della Chrysler prima che la società americana vada in Borsa. Ora la Fiat è salita, secondo gli accordi, dal 20 al 25% di Chrysler, senza sborsare un euro, solo con l'apporto delle sue tecnologie. Intanto Marchionne vedrà maturare altre stock option, da esercitare a un prezzo più alto, 13,37 euro, mentre l'anno prossimo potrà ricevere 4 milioni di azioni gratuite: ai prezzi attuali tutto questo tesoro ha un valore di circa 200 milioni di euro, prima delle tasse.

Marchionne però, che si definisce un metalmeccanico, sa aspettare e tira avanti solo con la busta paga di fine mese. Dall'arrivo in Italia ad oggi l'amministratore delegato della Fiat ha ricevuto di stipendi una somma complessiva tra i 35 e i 40 milioni di euro lordi, che viene più o meno dimezzata dalla morsa del fisco. Dal 2004 al 2009, secondo i bilanci Fiat, Marchionne ha ricevuto in totale 31,16 milioni lordi.
Un'autentica cavalcata trionfale. Il 2010 può essere stimato perché non è ancora disponibile il bilancio. Nel 2004, in carica dal primo giugno, Marchionne ha ricevuto 2,454 milioni di euro lordi per sette mesi, compresi i premi. Lo stipendio fisso era di 1,600 milioni su base annua, più il bonus, il premio per i risultati, che non poteva superare il 100% dello stipendio base. L'anno successivo la busta paga è balzata a 7 milioni lordi, di cui due milioni di parte fissa (con un aumento quindi del 25%), 4,65 milioni di bonus e 352mila euro per altre cariche nel gruppo Fiat. Nel 2005 è stato elevato il moltiplicatore del bonus, fino a 2,5 volte la retribuzione fissa. Nel 2006 la busta paga è scesa un po', a 6,6 milioni lordi. Nel 2007 è risalita a 6,9 milioni lordi, con un'importante novità: la parte fissa della retribuzione è salita da 2 a 3,05 milioni, un aumento del 50%. Il bonus, la retribuzione variabile, è stato di ulteriori 3,5 milioni, poi ci sono 356mila euro di "altri" compensi. Il 2008 è stato l'anno più magro per Marchionne, 3,42 milioni lordi in busta paga, perché è saltato il bonus. Il premio di risultato è tornato nel 2009, con una busta paga di 4,78 milioni lordi, di cui 3,05 di fisso, 1,345 milioni di bonus e i soliti "altri" compensi di 387mila euro.

Dunque nei primi cinque anni e sette mesi alla Fiat Marchionne ha guadagnato in media 400mila euro lordi al mese, circa 15.500 euro al giorno. Si può dire che in un giorno Marchionne guadagna all'incirca quanto in un anno un operaio metalmeccanico. E nel 2010? Il suo stipendio base partirà di nuovo da 3,05 milioni, più i premi che possono arrivare a un massimo di 2,5 volte la quota fissa, infine i circa 380-390 mila euro percepiti per altre cariche nel gruppo. Non resta che aspettare che sia pubblicato il bilancio Fiat, entro marzo, anche per capire che impatto avrà sulla busta paga di Marchionne la caduta delle vendite di auto Fiat e delle quote di mercato. In Italia in dicembre la quota dei marchi Fiat è scesa al 29,63%, due punti in meno di un anno prima. In Europa in novembre era circa il 7,6%, rispetto all'8,2% dello stesso mese 2009. Se si vendono meno auto, la busta paga del capo sarà meno ricca?

Segrate "coinvolta" nella mignottocrazia?

LO SQUALLIDO  caso Ruby arriva a lambire Segrate e precisamente in una  Residenza  vicina a  Milano2.
Essendo  noi dei garantisti e convinti che nessuno è colpevole fino alla prova della sua colpevolezza non esprimiamo giudizi su questa squallida vicenda
Riteniamo però che la Politica come noi la intendiamo e come dovrebbe essere, non ha nulla a che vedere con quella a cui assistiamo da ormai un quindicennio.
Non è Politica, Meritocrazia e sacrificio nell'interesse della Nazione, quella dove un bel viso, due belle gambe , un igenista o un ex velina o un'ipotetica ladra, possano diventare rappresentanti del Popolo senza aver percorso quella " gavetta" necessaria per poter operare al meglio nell'interesse del Paese.

PUBBLICHIAMO quindi rifiudandoci di commentare, una serie di link che parlano di ipotetiche ""puttane""o di incapaci ma ""lecchine"" augurandoci per il nostro bene e per il bene supremo del Paese che la Politica torni ad essere quel momento di confronto\scontro fra idee e proggetti diversi, che torni ad essere un servizio alla collettività

http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/cronaca/2011/01/15/visualizza_new.html_1640216057.html

http://www.vip.it/chi-e-giuseppe-spinelli-uomo-di-fiducia-di-berlusconi/

http://www.giornalettismo.com/archives/109736/giuseppe-spinelli-luomo-che-paga-le-ragazze-di-berlusconi/

http://ilgiornalieri.blogspot.com/2011/01/le-testimoni-inguaiano-nicole-custode.html

http://masaghepensu.splinder.com/post/23882146/comprava-minorenni-chiesto-il-giudizio-immediato-per-berlusconi-accusato-di-sfruttamento-della-prostituzione



venerdì 14 gennaio 2011

CHE ARIA C'E' A SEGRATE SAN FELICE?

INDICAZIONI PM 10 RILEVATE OGGI

NELLA CENTRALINA POSTA A LIMITO DI FRONTE AL NOSTRO QUARTIERE
NONOSTANTE LA PIOGGIA E IL TRAFFICO LIMITATO GRAZIE ALLE FESTE
 VA AVANTI COSI' PURTROPPO DA MOLTI, TROPPI GIORNI
Legenda
Livello sotto il
valore limite
Superato il valore limite - soglia di informazione per O3 Superata la soglia di allarme (solo per SO2, NO2 e O3)

giovedì 13 gennaio 2011

Segrate LA GIORNATA DEL MIGRANTE nel Nostro Quartiere

GIORNATA DEL MIGRANTE

Abbiamo partecipato con estremo interesse e piacere a tutti gli incontri precedenti , trovando sempre momenti di estrema riflessione e attimi di gioia e felicità.
Abbiamo partecipato estasiati a balli e cene, dove Islamici ed Ebrei, Neri, Asiatici, Rom e locali, collaboravano e si divertivano felici  insieme.

Siamo quindi felici di invitarvi all'incontro e ancor più perchè quest'anno si svolge nel nostro quartiere

Domenica a San Felice la "Giornata del migrante"
“Una sola famiglia umana: come potrebbe essere possibile”: un titolo impegnativo, quello scelto per celebrare qui nella nostra parrocchia, insieme alle altre della città di Segrate, la Giornata mondiale del migrante.
Domenica 16 gennaio dalle 15 alle 17.30 nel salone del cinema si alterneranno testimonianze e riflessioni che descriveranno come è davvero possibile creare “una sola famiglia umana” in cui non ci siano “noi” e “loro”. L’associazione Nocetum, già ben conosciuta a San Felice, presenterà la sua realtà di comunità interetnica in una città per altri versi difficile come Milano; poi sarà la volta di don Massimo Mapelli di Pioltello che racconterà  l‘esperienza della ex Cascina Bareggiata, che in passato ha ospitato famiglie rom.
Infine parlerà una signora che ha conosciuto la generosa ospitalità della comunità cristiana. Sarà allestita una bella mostra fotografica e ci sarà tempo anche per una merenda. L’organizzazione e i saluti iniziali sono del nostro viceparroco don Giovanni. 
Tutti sono invitati partecipare. 
programma

mercoledì 12 gennaio 2011

Segrate faceva parte del Ducato di Milano…….. FACEVA?

Sgrate oggi come ieri ne è al servizio e ne paga le conseguenze 
Segrate  puo passar di mano ?
Idroscalo
Intermodale
Linate
Le  due importanti entrate alla metropoli
il Centro Commerciale

In questi ultimi anni si sono create altre piccole enclavi per unire i vecchi feudi segratesi divisi 
dal lontano 700
Con il nuovo PGT Segrate sarà pronta ad essere definitivamente inglobata dalla grande metropoli?

Un  po’ di gloriosa storia che volge alla fine?

Villa Redaelli (nella foto)
- Segrate fu nel Medioevo un importante punto di riferimento per la vita civile e religiosa delle popolazioni circostanti. Di nessun rilievo è invece il ruolo politico esercitato nel passato dalla nostra città, che si è limitata a vivere di riflesso la storia della Lombardia e, soprattutto, della vicina Milano. Si tratta di vicende importanti che però non possiamo che ripercorrere in termini molto generali, per evitare di uscire dai confini del nostro lavoro. In primo luogo non può essere considerata avventata l’ipotesi che Segrate sia stata coinvolta, come tutti i paesi del contado, nei principali eventi bellici vissuti da Milano. Quando per esempio, Attila distrusse Milano nel 453 d.C., è estremamente probabile che anche i principali paesi della campagna circostante, compresa Segrate, siano stati presi di mira dalla furia distruttrice delle orde barbariche. Un altro momento importante della storia di Milano che ci può interessare è quella della costituzione del libero regime comunale, che gli imperatori furono costretti ad accettare nel 1045. Le città vicine, gelose della superiorità esercitata da Milano, fecero ricorso a Federico Barbarossa che distrusse la città nel 1162 dopo un anno di assedio. Documenti storici ci dicono che i soldati di Barbarossa furono autori di vari saccheggi ed atti di violenza anche a Segrate. Successivamente, nel 1227, la Signoria Guelfa fondata da Pagano della Torre viene sostituita a Milano da quella Ghibellina dei Visconti, che ottengono il titolo ducale con il Gian Galeazzo. Ai Visconti seguirono gli Sforza, che mantennero alto lo splendore del Ducato fino all’arrivo dei Francesi, Segrate , naturalmente, faceva parte del Ducato di Milano, e ne seguì le vicende, compresa la conquista francese cui succedette nel 1535 la dominazione spagnola. E non a caso fu proprio uno spagnolo, un certo don Pietro Maria De Herra, a diventare Prevosto della Chiesa di Santo Stefano in Segrate il giorno 21 gennaio 1583. All’interno del Ducato Segrate era compresa nel feudo di Melzo, dei Principi Trivulzio. Si trattava di un’antica famiglia il cui rappresentante più famoso fu Gian Giacomo, un condottiero che combatté al servizio di Ludovico il Moro, poi degli Aragonesi di Napoli, ed infine di Carlo VIII di Francia, dal quale fu nominato Maresciallo di Francia e governatore del Ducato di Milano. Estintisi i Trivulzio nel 1679, il feudo di Melzo divenne di proprietà di Carlo II re di Spagna (in quel periodo era infatti ancora in corso la denominazione spagnola) e la Camera Ducale decise di dividerlo in feudi. Nacque così anche il feudo di Segrate (comprendente Bettolino Freddo, Cassina Gallarana, Novegro, Olgia Vecchia, Olgetta, Olgettina e Cassina Pissina), che fu acquistato 10 anni dopo dalla famiglia Colombo, che lo mantenne fino al 1798. Per quanto riguarda le altre frazioni del nostro Comune che non furono inserite nel feudo di Segrate, sappiamo che San Felice e buona parte delle terre di Tregarezzo andarono a fare parte del feudo di Pantigliate, appartenente ai Del Pozzo, mentre Rovagnasco e Redecesio costituirono dei feudi a sé. L’attuale territorio del Comune si presentava quindi, alle soglie del 1700, diviso in piccole entità ben separate fra loro. Il periodo Napoleonico portò l’abolizione del feudo e la suddivisione del territorio in tre distinti comuni: Segrate, Rovagnasco e Novegro. Solo dopo la nascita del Regno d’Italia il territorio venne unificato, con un decreto datato 21 giugno 1869, e nacque il Comune di Segrate con l’estensione che ha tutt’oggi. All’inizio del nostro secolo Segrate aveva circa 2000 abitanti, tutti dediti all’agricoltura. In seguito vennero create cave di ghiaia e sabbia per materiali edili e per formare la massicciata della linea ferroviaria che ancora oggi taglia il territorio comunale formando tra il 1927 e il 1930 per creare l’idroscalo (in parte nel comune di Peschiera Borromeo), vasto bacino artificiale per l’ammaraggio degli idrovolanti attualmente l’idroscalo è al centro di una zona ricreativa (Il parco azzurro) di proprietà della Provincia di Milano. A fianco dell’idroscalo sorse l’aeroporto Forlanini: la stazione aeroportuale è nella frazione di Novegro. Nel 1925 si iniziò a costruire il quartiere di Lavanderie, ad opera di una cooperativa di lavandai di Milano; nel 1961 Segrate aveva 6950 abitanti. Pochi anni prima era iniziata la costruzione del centro residenziale Villaggio Ambrosiano. Nel decennio successivo scompaiono quasi tutte le grandi cascine per far posto a grandi insediamenti residenziali, come Milano 2 e San Felice, e del terziario come (solo per maggiori) Mondadori, IBM, 3M, oltre al gruppo Fininvest — Canale 5 che ha parte dei suoi uffici a Milano 2. Negli anni’80 la previsione dell’apertura del grande centro doganale presso la ferrovia portò all’insediamento di numerose aziende di trasporti e alla costruzione del grande centro per il terziario avanzato denominato Milano Oltre. 

NEL 2015 CHE SARA'?     MILANO?

SEGRATE E L'EXPO, UN OPPORTUNITA' PER SALVARE IL GOLFO AGRICOLO

 SEGRATE SEGUA PIOLTELLO E SI CANDIDI, (INSIEME A PIOLTELLO), PER CREARE UN UNICO  GRANDE PARCO AGRICOLO E DELL'ALIMENTAZIONE
  SALVARE IL NOSTRO GOLFO DALLA CEMENTIFICAZIONE SI PUO' BASTA VOLERLO
Due articoli di stampa apparsi a breve distanza l'uno dall'altro hanno definitivamente affossato le fin troppo ottimistiche speranze di chi si illudeva che l'ottimo emendamento “salva parco sud” al PGT servisse effettivamente a salvaguardare le aree del parco più vicine a Milano, quelle ricomprese nei Piani di Cintura Urbana (PCU).

Su “Il Giorno” del 2 gennaio (vedi articolo), infatti, il Sindaco Moratti conferma che spetta alla Provincia di Milano la competenza di definire il futuro di queste aree (e non potrebbe essere altrimenti visto che lo prevede chiaramente la normativa). A seguire, nello stesso articolo, il Presidente della Provincia Podestà annuncia di voler “coniugare ambiente e sviluppo” nella redazione dei PCU. Un “minaccioso” slogan inflazionato che sconta una cronica e desolante arretratezza nel considerare “sviluppo” solo lo sviluppo urbanistico. C'è quindi poco da stare tranquilli. E infatti, due giorni dopo, lo stesso Podestà, parlando proprio dei Piani di Cintura Urbana, dichiara al “Cittadino di Lodi” (vedi articolo) che “inizia un anno che si profila tra i più decisivi per lo sviluppo urbanistico”. Ma ci sarà mai un Presidente che voglia davvero perseguire gli obiettivi del Parco senza limitarsi considerare le grandi aree verdi solo una mera riserva di aree edificabili?

Infine, “casualmente”, proprio in contemporanea, ecco che alcuni di quelli che vogliono costruire nel Parco tornano alla carica dalle pagine di “Repubblica” (vedi articolo).

Se si vuole continuare a sperare di evitare che le grandi aree verdi dei PCU (4823,81 ettari) ricomprese nei comuni di Milano, Pero, Assago, Buccinasco, Rozzano, Opera, Locate, S.Donato, S.Giuliano, Peschiera Borromeo e Segrate siano coinvolte in importanti trasformazioni edilizie, sarà importante seguire con grande attenzione questi lavori di redazione a cominciare dai tavoli della Valutazione Ambientale Strategica (VAS) che dovranno essere convocati come previsto dalla normativa vigente. Ricordiamo che di queste aree fanno parte, tra le altre, BoscoinCittà, Parco delle Cave, Parco Ticinello, Parco delle “risaie”, Parco Forlanini e l'Idroscalo.

martedì 11 gennaio 2011

Arpa Lombardia, "tana libera tutti" per gli inquinatori

 A SEGRATE

Pochi sanno che l'Arpa Lombardia ha deciso di togliere (dal 1 febbraio) la qualifica di polizia giudiziaria ai suoi tecnici.

Che non potranno più effettuare sequestri e parlare con i magistrati nel caso becchino una acciaieria che butta fuori diossine, un inquinamento di una roggia.
Dovranno limitarsi a fare rapporto di quello che non va e dirlo al loro capo dipartimento.
Diventeranno innocui passacarte. Il loro capo deciderà in tutta libertà se parlare con la Procura, o effettuare altre "verifiche". Perché questo assurdo filtro? La risposta credo sia intuibile. Non è per caso l'ennesima museruola decisa dalla politica degli uomini di Formigoni su richiesta di certa imprenditoria? Il messaggio è chiaro: evitare che un funzionario di provincia, un tecnico con la schiena dritta (davvero rari) possa direttamente far sapere alla magistratura che una grande industria (che ben foraggia certa politica) inquina, che una bonifica dove si devono realizzare case e centri commerciali non è stata fatta a dovere. L'imperativo è chiaro: non rompere le scatole al mondo imprenditoriale.
Rischia davvero di essere il colpo mortale per l'Arpa, che ormai da anni (da quando è stato assessore regionale all'Ambiente Franco Nicoli Cristiani, molto amico degli imprenditori, meno dell'ambiente) sente il fiato sul collo della politica. Ne è dimostrazione il cambio forsennato di dirigenti che ci sono stati (a Brescia in primis) negli ultimi due anni. E a Brescia non dobbiamo dimenticare l'arresto di un dipendente compiacente che taroccava controlli (in cambio di dindini), e le diverse interrogazioni parlamentari (e regionali) susseguitesi gli anni scorsi in merito alla reale efficacia dei controlli fatti sulle principali fonti di inquinamento.
Una deriva, quella di Arpa, sentita anche dalla pancia del popolo. Se andate in uno dei tanti paesi con problemi di inquinamento e chiedete cosa pensino di Arpa, otterrete risposte di disarmante banalità mista a verità: "Quelli i controlli li fanno solo ai pesci piccoli, non toccano i cani grossi".
facciamo seguire l'articolo apparso su Repubblica il 10 gennaio. Se qualcuno avesse ancora dubbi.

COSA succede se i controllori dell'ambiente non hanno più l'obbligo di riferire alla magistratura di un reato ambientale, ma soltanto il dovere di relazionarne alloro superiore gerarchico, dinomina politica? Mala tempora currunt, in Lombardia, per le fragili sorti di aria, acqua, suoli e per la possibilità che chi inquina paghi: per i reati di cui si è reso responsabile e per i danni che ha perpetrato. Dal primo gennaio l'Arpa - ovvero l'Agenzia regionale per l'ambiente - ha un nuovo direttore generale. Franco Olivieri ha preso il posto di Giuseppe Sgorbati, trasferito al coordinamento dei dipartimenti provinciali di Arpa. L'avvicendamento fra funzionari si accompagna a un'altra novità: d'ora in poi i tecnici dell'agenzia - cui compete il delicatissimo compito dei controlli ambientali - non svolgeranno più funzioni di polizia giudiziaria. UNICA eccezione i tecnici nominati dalla Procura dopo il sequestro dell'ex discarica di via Calchi Taeggi. Ma per il semplice motivo che il Pirellone non può revocare una decisione dei magistrati. Cosa comporti questa decisione è presto detto. Finora i dipendenti dell'Arpa impegnati nelle analisi di un terreno potenzialmente inquinato, o delle acque di un fiume, di una roggia, di una falda freatica, o dei fumi prodotti da un camino industriale erano tenuti, in presenza di contaminazioni accertate e violazioni normative, ad informare la magistratura, a sua volta tenuta per legge ad aprire un'indagine in presenza di una notizia di reato, come prescrive l'obbligo dell'azione penale ancora in vigore in questo paese. Grazie alla «riorganizzazione» dell'Arpa voluta dalla Regione ora quest'obbligo non c'è più. I dipendenti Arpa in presenza di reati ambientali perseguibili penalmente sono soltanto tenuti a riferirne al capoufficio che a sua volta riferirà al capo dipartimento che a sua volta riferirà al direttore generale. Soltanto il vertice dell'agenzia sarà deputato a valutare l'importanza dei casi e l'eventuale coinvolgimento della Procura competente per territorio. E non è davvero troppo fantasioso ipotizzare che in questa sequenza di capi e capetti, in presenza di casi gravi e scottanti - magari qualche maxibonifica da centinaia di milioni - qualcuno provvederà a consultarsi con il livello politico di riferimento, prima di informare la Procura. Questa «centralizzazione» burocratica dei controlli non ha una ragione funzionale. Se per funzionalità s'intende la capacità di Arpa di esercitare con efficacia i controlli, scovare abusi e reati e perseguire i colpevoli. Piuttosto risponde alla logica di controllare i controllori. Perché non esagerino con lo zelo, perché non si facciano trascinare dall'idea di essere delle specie di Robin Hood dell' ambiente. O peggio, il braccio ambientale della magistratura. Il blitz del Pirellone appare in tutta la sua gravità se si scorre la cronaca degli ultimi mesi:dalla mega truffa della finta bonifica della Sisas di Pioltello e di Santa Giulia, con il «re» delle bonifiche Giuseppe Grossi sotto processo e il coinvolgimento di Rosanna Gariboldi, moglie del parlamentare Pdl Giancarlo Abelli; il sequestro dell' area dell' ex disc ari . ca Calchi Taeggi con relativo blocco del progetto edilizio da migliaia di appartamenti; il sospetto di contaminazione da amianto dei terreni ex Om, su cui è stato realizzato un nuovo quartiere residenziale. Ora scoprire veleni, bonifiche annunciate e mai fatte, truffe e malversazioni diverrà maledettamente più difficile. Ed è triste constatare che anche i sindacati, in questa vicenda, abbiano dato il peggio. Perché i dipendenti Arpa non svolgeranno più funzioni di polizia giudiziaria, ma manterranno i circa cento euro mensili di indennità aggiuntiva che percepivano. Come ha concordato il sindacato, che sul resto ha deciso di non spendere una parola.
 











fonte bresciapoint

lunedì 10 gennaio 2011

A Segrate la centrale nucleare c'è già!......AL SAN....

 NUCLEARE PUBLICITA' INGANNEVOLE ED INTERESSATA

Lo spot ambiguo sulla scelta del nucleare in un Paese che lo ha comunque rigettato con un referendum popolare, bella o brutta che sia, chi la paga?

Qualche tempo fa il Ministro Brunetta aveva avuto un'idea tutt'altro che trascurabile: per i programmi tv della Rai nei titoli di coda far scorrere anche i compensi dei singoli, conduttori, autori, ospiti, i costi di produzione, ecc. La cosa finì lì, perché da un lato sembrava una mossa del centrodestra, che governa la Rai dopo la vittoria elettorale come vuole il nostro splendido costume, contro Santoro e le trasmissioni anti-governative. Governo che ricordo presieduto dal proprietario di altre tre reti in chiaro, più un vasto pacchetto analogico più altri ammennicoli che qui o mi sfuggono o mi faccio sfuggire per farla corta. E dall'altro non se ne fece nulla per oggettive ragioni di psicologia collettiva, di radicate abitudini, di foschia antropologica: non è forse vero che la trasparenza sembra non convenire a nessuno in un Paese anticalvinista che ha un pessimo rapporto con il denaro, in una sorta di post cattolicesimo alla Dio Mammone?

Che cosa mi fa venire in mente quell'uscita di Brunetta presto evaporata tra le polemiche? La storia degli spot tv sul "nucleare sì/ nucleare no" che ormai da un bel po' campeggiano sui nostri teleschermi (anche alla radio, anche su internet? Controllerò). Sono spot della Saatchi&Saatchi, dubbiosi, problematici, ben fatti da un certo punto di vista. Del resto non si ripete spessissimo che la parte migliore ovvero meglio fatta, più curata della tv, è la pubblicità? E nel processo di produzione delle merci abbinate ai mezzi di comunicazione, in primis la televisione, la pubblicità non gioca un ruolo decisivo?

Voglio dire che si potrebbe sostenere che oggi non sia la pubblicità a essere una condizione essenziale per il capitalismo degli anni Tremila ma il capitalismo un pretesto colossale per il mulino della pubblicità, che sia bianco o no cambia poco. Viviamo ormai una vita pubblica e pubblicitaria, nella quale gli spazi privati si sono ridotti all'osso, per scelta consenziente oppure no, per distrazione, per abitudine delle masse di consumatori. Dei prodotti pubblicizzati. Della pubblicità che li rende visibili aumentandone a dismisura il costo.

Seguendo Brunetta, forse bisognerebbe pretendere che per ogni spot pubblicitario ci fosse la scritta o la dicitura di chi paga quella pubblicità specifica. Che la Barilla produca i suoi spot è ovvio, dunque non è questo il caso in questione e tutti i produttori di qualcosa immediatamente collegabile al marchio dei loro prodotti naturalmente restano fuori da questo discorso. Ma la pubblicità ambigua o dialogica o dialettica (anche qui, dipende dal punto di vista) sulla scelta del nucleare in un Paese che lo ha comunque rigettato con un referendum popolare, bella o brutta che sia, chi la paga? Da Il Fatto di ieri l'altro ecco l'elenco di chi paga: Alstom, Ansaldo Nucleare, Areva, Confindustria, Eon, Edf, Edison, Enel, Federprogetti, Gdf Suez, Sogin, Stratinvest Ru, Techint, Technip, Tecnimont, Terna, Westinghouse.

Un budget di 7 milioni fino ad oggi, non si sa di quanto per l'anno appena cominciato. I dirigenti del Forum sono, oltre a Chicco Testa, Bruno D'Onghia (capo in Italia dell'Edf, gigante elettrico nucleare francese), Karen Daifuku (nota lobbista internazionale del settore), e tre dirigenti Enel: Giancarlo Aquilanti, Paolo Iammatteo e Federico Colosi. Tra i soci del Forum ci sono anche Cisl e Uil di categoria, più alcune Università italiane. L'associazione è fondata sul "supporto organizzativo e strategico" della Hill & Knowlton, multinazionale della comunicazione.

Il Presidente del Forum nucleare italiano che è dietro a tutta l'operazione, compresa la pubblicità di cui sto parlando, non è un profano. Citando Il Fatto ma anche la mia memoria: "Testa conosce l'argomento. L'Enel l'ha scelto per sanare i danni gravissimi da lui stesso prodotti alla cultura nucleare nazionale negli anni '80, quando guidava le manifestazioni per fermare le centrali. E' lui che il 9 novembre 1987, deputato comunista, così commentava l'esito del referendum nucleare: 'Il risultato è di grandissimo interesse politico. La battaglia è stata dura per i grossi interessi in campo'". Insomma, Chicco si è sistemato e da un pezzo.

Capito l'antifona? Allora forza, se la pubblicità si sta mangiando l'informazione non vale la pena che almeno si sappia se gli spot sull'Avis sono prodotti dal Conte Dracula? Non è il minimo della pena, per capirci qualcosa? E se ci fossero spot prodotti dagli antinuclearisti, non credete che pretenderei la stessa trasparenza? Viva Brunetta, dunque, e abbasso Testa se non mi mette in tv (con chiarezza assai superiore e meno subliminale del contenuto sceneggiato) che gli spot sul nucleare sono prodotti dal medesimo business del nucleare. Me li metta in sovrimpressione, prego. Il resto sono chiacchiere.

L' 8-9 novembre 1987 si votò in Italia per cinque quesiti referendari: due sulla giustizia e tre sul nucleare 

RISULTATI


Qui sotto sono riportati i risultati dei tre "referendum sul nucleare": in tutti e tre i casi vinse il SI all'abrogazione.
1- Referendum per l' abolizione della procedura per la localizzazione delle centrali elettronucleari
Elettori 45.869.897
Votanti 29.862.376
% Votanti 65,1
Astenuti 16.007.521
% sugli Elettori 34,9
Voti Validi RISPOSTA AFFERMATIVA 20.984.110
% 80,6
RISPOSTA NEGATIVA 5.059.819
% 19,4
Totale 26.043.929
Voti non Validi Totale 3.818.447
% sui Votanti 12,8
Schede Bianche 2.536.648
% sui Votanti 8,5

2 - Referendum per l' abolizione dei contributi a regioni e comuni sedi di impianti elettronucleari
Elettori 45.870.230
Votanti 29.871.570
% Votanti 65,1
Astenuti 15.998.660
% sugli Elettori 34,9
Voti Validi RISPOSTA AFFERMATIVA 20.618.624
% 79,7
RISPOSTA NEGATIVA 5.247.887
% 20,3
Totale 25.866.511
Voti non Validi Totale 4.005.059
% sui Votanti 13,4
Schede Bianche 2.654.572
% sui Votanti 8,9

3 - Referendum per l' abolizione della partecipazione dell' Enel alla realizzazione di impianti elettronucleari all'estero
Elettori 45.849.287
Votanti 29.855.604
% Votanti 65,1
Astenuti 15.993.683

% sugli Elettori 34,5
Voti Validi RISPOSTA AFFERMATIVA 18.795.852
% 71,9
RISPOSTA NEGATIVA 7.361.666
% 28,1
Totale 26.157.518
Voti non Validi Totale 3.698.086
% sui Votanti 12,4
Schede Bianche 2.388.117
% sui Votanti 8,0

(fonte: "Ministero dell' Interno" - Dipartimento per gli Affari interni e territoriali - Direzione Centrale dei Servizi Elettorali )




 ringraziamo Bea