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lunedì 26 settembre 2011

MOLINA IN PROCURA CON LA SUA STORIA PER L'ITER DI SEGRATE

IL CENTRO COMMERCIALE E' UN BUSINES? NO! SERVE SOLO A SALVARE SEGRATE

SI PRESENTA IN PROCURA CON FALDONI CHE RIGUARDANO L'ITER PER IL CENTRO COMMERCIALE


 L'ingegnere Molina smentisce Di Caterina


"L’Ingegner Molina ha riferito al Pm Mapelli di non aver avuto alcun rapporto personale con nessuno degli indagati di Sesto, anzi, di non essere mai stato a Sesto San Giovanni, di non avere mai avuto incarichi dalle istituzioni pubbliche, di ricoprire solo un ruolo tecnico nel progetto dell’Idroscalo Center. Ha chiarito, dunque, in maniera inequivocabile la propria estraneità a tutte queste vicende". E per comprovare ulteriormente la bontà di queste affermazioni, Marco Maria Negri e Anna Galimberti, legali dell’ingegnere varesino Michele Molina, indagato dalla Procura di Monza per concorso in corruzione all’interno del caso Penati - ex Falck, hanno richiesto provocatoriamente di acquisire i tabulati telefonici degli ultimi dieci anni del proprio assistito. Le tanto vituperate intercettazioni, in questo caso, sarebbero state benvolute per scagionare, anziché inchiodare, un inquisito.

È quanto emerge dalle parole degli avvocati di Molina a seguito dell’interrogatorio avvenuto venerdì scorso, 23 settembre, in cui il professionista si è presentato davanti al pubblico ministero Walter Mapelli. Molina è amministratore della società ADD di Milano (non l’Api come è stato erroneamente riportato) che cura la progettazione per conto dell’International Business Park del gruppo Stilo, guidato dal Presidente dell’Atalanta, Antonio Percassi, dell’imponente centro commerciale di Segrate, un complesso da 160 mila metri quadri che dovrebbe sorgere attorno al lago artificiale milanese.

Il consulente è entrato nella lista degli indagati a seguito delle dichiarazioni del grande accusatore del cosiddetto «sistema Sesto», l’imprenditore dei trasporti Piero Di Caterina che avrebbe raccontato di aver saputo dall’architetto Renato Sarno (anche lui indagato e sospettato di essere uno dei collettori materiali delle presunte tangenti indirizzate a Penati) di alcuni rapporti economici «opachi e anomali» tra Molina e l’ex sindaco di Sesto nonché ex capo della Segreteria di Pierluigi Bersani. Sarno avrebbe riferito di «passaggi di denaro» tra l’ingegnere e il dirigente Pd intercorsi tra il 2007 e il 2008 proprio in riferimento all'area dell'ex dogana di Segrate, vicino all'aeroporto di Linate, dove verrà edificato l’Idroscalo Center con importanti interventi anche sulla viabilità circostante.

Dopo aver affidato ai suoi avvocati un memoriale, consegnato in Procura martedì 13 settembre, venerdì 23, Molina si è presentato di persona davanti al pm monzese, portando con sé ben quattro faldoni pieni di documenti riguardanti le procedure connesse al centro di Segrate, che il magistrato Mapelli, dopo tre ore di interrogatorio, non ha ritenuto necessario acquisire. «La Procura – hanno spiegato i legali in esclusiva per Affaritaliani.it - aveva interesse a capire che rapporti ci fossero in relazione a questa importantissima operazione immobiliare e commerciale che muove centinaia di milioni di euro. L’ingegner Molina ha illustrato, con il supporto di una fitta documentazione, quello che è stato il proprio ruolo. Un ruolo meramente tecnico, di consulente di altissimo profilo legato a tutte le problematiche amministrative e urbanistiche. E ha dimostrato a Mapelli la totale correttezza del suo operato». L’Idroscalo Center, le cui valutazioni di impatto ambientale sono già state fatte e terminate positivamente, attende ora il via libera del Cipe (Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica) per quanto attiene alle opere infrastrutturali e alla realizzazione degli aspetti viabilistici.

L’inchiesta, infatti, non sta bloccando l’attuazione del mega compendio. «Il Dottor Mapelli – ha precisato l’avvocato Negri – ha dichiarato con una battuta che, a prescindere dalle indagini, si deve continuare a lavorare perché nel progetto vi è un rilevantissimo impatto di interesse pubblico. Segrate oggi viene attraversata dai mezzi pesanti che vanno al centro di scambio intermodale delle Ferrovie dello Stato. Passano 150 tir al giorno, ma con la sistemazione viabilistica legata al complesso immobiliare, non passeranno più nel centro paese, ma sulla nuova bretella esterna». A tale riguardo Molina ha chiarito il rapporto che ha col Gruppo Percassi perché erano emerse indiscrezioni non corrette sul fatto che fosse dirigente piuttosto che dipendente. «Lui - puntualizzano i legali - è un professionista di altissimo profilo che cura interessi importanti come consulente esterno al Gruppo Percassi per cui lavora dal 2000».

Nonostante il legame storico con il costruttore bergamasco, l'ingegnere varesino non aveva mai sentito parlare dell'associazione di Penati, Fare Metropoli, di cui Percassi era finanziatore. «Il nostro assistito non ha mai dato contributi, neppure leciti, a Penati né ad associazioni amiche di Penati, né a gruppi o associazioni riconducibili al Pd», tengono a puntualizzare gli avvocati. Anche perchè la conoscenza tra l'ex Presidente della Provincia di Milano e l’amministratore dell’ADD si è limitata ad alcuni incontri ufficiali in cui i due «non si sono nemmeno stretti la mano». «Si trattava soprattutto di conferenze di servizio nelle quali erano presenti 40-50 persone. Penati rappresentava la Provincia mentre l'Ingegner Molina il soggetto privato che aderiva alla conferenza di servizio. Non hanno una conoscenza personale, non si sono mai parlati». Stessa estraneità riguardo al presunto accusatore, Renato Sarno. «L’’ingegnere e Sarno si sono visti una sola volta nel 2007 alla presenza di altri professionisti, all'ipotesi di costituzione di un Consorzio di progettazione per la partecipazione a un bando importante. Il nostro assistito, insieme al proprio socio, l'Ingegner Cremona, era stato invitato a quell’incontro. La riunione è durata un paio d'ore e non ha dato nessun esito. Non si sono mai più visti né sentiti né hanno avuto partecipazioni seppur distinte in progetti comuni. Quindi totale estraneità». Molina ha dichiarato di non aver mai visto né incrociato anche «la gola profonda» Di Caterina e il numero due di Penati, Giordano Vimercati, per anni capo di gabinetto del dirigente Pd.

Per avvalorare queste affermazioni e comprovare la totale assenza di rapporti con i protagonisti della vicenda Sesto, i legali dell’ingegnere avevano richiesto provocatoriamente l'acquisizione di tutti i tabulati telefonici del loro assistito degli ultimi 10 anni, ma non ce n'è stato bisogno. Il pm monzese ha infatti ritenuto soddisfacenti le risposte e chiarificazioni di Molina al punto da non ritenere necessario mettere agli atti i quattro faldoni di documenti da lui presentati. «Confidiamo, come espresso dal dottor Mapelli, - ha illustrato l’avvocato Negri – di aver dato un’esauriente spiegazione del ruolo dell’Ingegner Molina e dunque ci aspettiamo l’archiviazione. È chiaro che il nostro cliente vorrebbe un’archiviazione in tempi rapidissimi di questa vicenda. Tuttavia comprendiamo che la sua piccola posizione è all’interno di una ben più grossa indagine. Noi ci auspichiamo che alla prima possibilità processuale di chiusura della sua posizione, la Procura provvederà».

Ma allora, viene da domandarsi, perché Di Caterina avrebbe messo in mezzo l’ingegnere se questi pare risulti estraneo alla vicenda? L’impianto accusatorio del titolare della Caronte Srl (che ha confessato di avere ricevuto da Penati tangenti per tre milioni di euro) comincia a sgretolarsi? È presto per dirlo. I legali dell’amministratore dell’ADD hanno azzardato alcune ipotesi. «L’ingegner Molina è una persona molto nota nell’ambiente dello sviluppo immobiliare nel settore della grande distribuzione commerciale. È risaputo che intorno allo sviluppo di queste operazioni vi siano rilevanti interessi economici e una forte attenzione anche da parte degli organi politici. La vicenda di Di Caterina noi comunque non riusciamo a inquadrarla dal punto di vista del nostro assistito perché lui non ha mai incontrato né visto Di Caterina se non in televisione o sui giornali».

Per ora i legali del consulente varesino giudicano prematura l’eventualità di procedere contro l’imprenditore dei trasporti perché «prima bisogna acquisire gli atti dell’indagine che oggi non abbiamo. Quindi noi non conosciamo esattamente i termini delle dichiarazioni se non per la parte che ci è stata contestata in sede di interrogatorio». Certamente è una vicenda che sta creando grossi danni d’immagine a Molina e l’auspicio comune, di avvocati e assistito, è che non abbiano un riflesso troppo grave sulla sua attività professionale.
Alessia Liparoti

DA http://affaritaliani.libero.it/milano/affaire-penati-ingegner-molina260911.html

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