SEL SEGRATE: A SEGRATE TRASPARENZA E CONDIVISIONE UN OBIETTIVO ...: UN OBIETTIVO DA TUTTI ENUNCIATO ORA POSSIBILE, BASTA VOLERLO COMUNICATO
Abbiamo appreso con soddisfazione che il Com...
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lunedì 28 novembre 2011
A SEGRATE TRASPARENZA E CONDIVISIONE UN OBIETTIVO ...
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domenica 27 novembre 2011
SEL SEGRATE: UNA DOMENICA NELLA GRANDE SEGRATE
SEL SEGRATE: UNA DOMENICA NELLA GRANDE SEGRATE:
...
STORIA DI UNA DOMENICA NELLA GRANDEUR SEGRATE
FRA FIORELLINI, ROTONDE E GRADI INTERVENTI
( IL BENESSERE DI UNA CITTA' NON SI MISURA NELLA RICCHEZZA ; DALL'OPULENZA O DALL'ESTETICA, MA DALLA QUALITA' DEL VIVERCI)...
venerdì 25 novembre 2011
LINEA 924 IN PIAZZA BOTTINI UNA FERITA APERTA ASPETTANDO CERTEZZE
ABBIAMO ASSISTITO AD INTERPELLANZE E SCAMBI DI ACCUSE SUI GIORNALI, A PROMESSE DI IMPEGNI E SOLUZIONI, ALLA CORSA AD ACCAPARRARSI MERITI.
A DICHIARAZIONI SU INCONTRI IPOTETICI O RICHIESTI CON L'ASSESSORE MILANESE;
A NOI RISULTA CHE A MILANO NULLA E' ARRIVATO E NULLA E' STATO RICHIESTO, CHE LA PIAZZA ORMAI E' FINITA E CHE LA FERMATA DELLA 924 PER TUTTI RIMANE UN PROBLEMA.
Pubblichiamo la denuncia e l'accorato appello di una cittadina a far presto sperando che chi e adibito ad intervenire e a non far solo enunciazioni e promesse ci dia una risposta
VIC: Volevo rispolverare la vecchia questione dello spostamento del capolinea della linea 924 in piazza Bottini, quanto mai attuale in vista dei nuovi stop al traffico dei mezzi privati a Milano.
Ci novità oppure dobbiamo considerare chiusa la questione ?
Ma come è possibile invitare i cittadini a fare la propria parte se non si viene incontro neanche a richieste così elementari ?
Mi spiegate come fa una mamma che deve portare un bambino (per non parlare di un disabile) in carrozzina a prendere la metropolitana con due rampe di scale da fare ?
Non parliamo poi della necessità di ritornare a casa la sera dopo le 23.36 (ultima corsa linea 924) per un ragazzo/a che decide di andare a passare una serata a Milano.
Per pura quriosità ho provato ad usare il navigatore ATM simulando un perscorso con i mezzi pubblici dopo tale orario, partenza piazza Bottini, arrivo Segrate Via Roma:
risultato M2 fino a Vimodrone poi a piedi per 3150 metri passando per via Monzese ....
E menomale che parliamo di una città di 35.000 abitanti di prima fascia, non oso pensare ad un paesino di 1.000 anime ...
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giovedì 17 novembre 2011
VIABILITA' SPECIALE- STORIA DI UN DELITTO PERPETUO
ERRORI E DIMENTICANZE DI CUI SEGRATE PAGHERA' UN PREZZO ENORME
Il primo stop alla viabilità speciale vi fù già molti moltissimi anni fà, prima la sopraggiunta e anche allora non calcolata falda, poi "complicazioni" con conseguenze che si trascinarono per anni nelle aule giudiziarie, ed infine l'eliminazione delle dogane che arenarono per sempre i soldi spesi e i lavori fatti.
Gia allora una delle cause dei primi stop all'avanzamento lavori fu la falda.
La stessa che presa più volte come "scusa" insormontabile, fece in modo di non prendere neanche in considerazione, la nostra proposta di interrare la BreBemi, preservando cosi il territorio della nostra Città e salvando i cittadini di Tregarezzo.
Sempre chissà perchè la dimenticata falda, che adesso opprime i cittadini di Santa Monica o che causa ritardi biblici alla nuova viabilità speciale, con danni incalcolabili per la città e un notevole aumento di costi che certo farà la felicità di qualche costruttore.
Ora un altro grosso intoppo, sul percorso spuntano reperti archeologici del 1700, li in bella vista che nessono però si era degnato di prendere in considerazione.
Quello che ci sorprende e come si possano fare, su un proggetto cosi grande e iportante, degli errori e delle dimenticanze cosi macroscopiche, chi oltre alle tasche dei cittadini, dovrebbe pagarne le conseguenze e i danni.
Abbiamo imparato e c'è lo Ha insegnato la BreBemi, che in fase di progettazione si fanno tutte le verifiche del caso, escludendo e risolvendo per tempo tutti i possibili intoppi e possibili problemi.
Si fanno delle carotature e analisi idrogeolociche per conoscere la conformazione del terreno sottostante, la profondità della falda, il suo flusso e la sua altezza nelle varie stagioni.
La BreBemi su tutto il percorso, ha verificato preventivamente se vi fossero coplicanze di tutela ambientale e sopratutto siti e manufatti di interesse archeologico e storico.
Ma la storia antica della viabilità speciale non ha insegnato nulla e non è servita a evitare di rifare gli stessi errori, Non si è verificato in modo accurato e approfondito in fase di proggettazione la consistenza del terreno e della falda, che come ogni bambino sà, in pianura padana è molto alta.
Ora scopriamo che non si è neanche veriuficato se vi fosseri manufatti di interesse storico, in un territorio famoso e importante fin dall'antichita.
Ma qualcuno pagherà per queste negligenze? o come al solito la responsabilità spettera al cittadino costretto a pagare e a subirne le conseguenze
Segrate, 17 novembre 2011 - Un simbolo del passato minaccia il futuro della viabilità speciale. Sul tracciato dove è prevista la costruzione della bretella di collegamento tra Lambrate e Pioltello infatti, spunta un reperto in muratura datato 1721 e di proprietà del conte Antonio Simonetta, marito di Teresa Castelbarco, che fu ciambellano e consigliere di Stato con vasti possedimenti nel milanese, a Imbersago e a Vaprio d’Adda.
Si tratta di un complesso di chiuse e canalizzazioni in pietra posto nell’area Est di Segrate, al confine con Pioltello, lungo il proseguimento della via don Sturzo, proprio a pochi passi dall’impresa di pavimentazioni Lucchini Artoni. Ditta che, quella bretella, l’avrebbe sfruttata senza esitazioni per il suo traffico pesante di tir e ruspe.
Un’area posta dunque subito sotto la tutela del Ministero, con il conseguente stop ai lavori per un’opera che pare davvero essere nata sotto le peggiori stelle, visti i notevoli problemi legati alla sua realizzazione anche a causa dell’innalzamento di una falda acquifera.
La notizia, originata da una segnalazione dei cittadini, arriva nientepopodimeno che dalla Soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio di Milano, ed è indirizzata al sindaco di Segrate Adriano Alessandrini. «Valutata l’antichità dei manufatti e la pregevole fattura degli stessi - si legge nella lettera firmata dal soprintendente Alberto Artioli - i reperti sono da considerare sotto tutela (de jure) fino all’effettuazione della verifica dell’interesse culturale», di cui si dovrà occupare il Ministero tramite la Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici della Lombardia.
Non solo: «Fino a quando non sia stata effettuata tale verifica - prosegue lo scritto - le cose sono precauzionalmente sottoposte alla disposizione di tutela prevista dal decreto legge 42 del 2004».Scontate quindi le conseguenze di tale decisione: «Le opere di qualunque genere previste su questo terreno dovranno essere preventivamente autorizzate» secondo la cosiddetta «tutela monumentale».
Sembra dunque non esserci pace per quest’opera che lo stesso sindaco Alessandrini ha più volte definito fondamentale per la viabilità cittadina e soprattutto in ottica del prossimo arrivo della Brebemi.
Dal Comune, per il momento, nessun commento mentre i residenti esultano: «Così tuteliamo il paesaggio e un pezzo della nostra storia»
Il primo stop alla viabilità speciale vi fù già molti moltissimi anni fà, prima la sopraggiunta e anche allora non calcolata falda, poi "complicazioni" con conseguenze che si trascinarono per anni nelle aule giudiziarie, ed infine l'eliminazione delle dogane che arenarono per sempre i soldi spesi e i lavori fatti.
Gia allora una delle cause dei primi stop all'avanzamento lavori fu la falda.
La stessa che presa più volte come "scusa" insormontabile, fece in modo di non prendere neanche in considerazione, la nostra proposta di interrare la BreBemi, preservando cosi il territorio della nostra Città e salvando i cittadini di Tregarezzo.
Sempre chissà perchè la dimenticata falda, che adesso opprime i cittadini di Santa Monica o che causa ritardi biblici alla nuova viabilità speciale, con danni incalcolabili per la città e un notevole aumento di costi che certo farà la felicità di qualche costruttore.
Ora un altro grosso intoppo, sul percorso spuntano reperti archeologici del 1700, li in bella vista che nessono però si era degnato di prendere in considerazione.
Quello che ci sorprende e come si possano fare, su un proggetto cosi grande e iportante, degli errori e delle dimenticanze cosi macroscopiche, chi oltre alle tasche dei cittadini, dovrebbe pagarne le conseguenze e i danni.
Abbiamo imparato e c'è lo Ha insegnato la BreBemi, che in fase di progettazione si fanno tutte le verifiche del caso, escludendo e risolvendo per tempo tutti i possibili intoppi e possibili problemi.
Si fanno delle carotature e analisi idrogeolociche per conoscere la conformazione del terreno sottostante, la profondità della falda, il suo flusso e la sua altezza nelle varie stagioni.
La BreBemi su tutto il percorso, ha verificato preventivamente se vi fossero coplicanze di tutela ambientale e sopratutto siti e manufatti di interesse archeologico e storico.
Ma la storia antica della viabilità speciale non ha insegnato nulla e non è servita a evitare di rifare gli stessi errori, Non si è verificato in modo accurato e approfondito in fase di proggettazione la consistenza del terreno e della falda, che come ogni bambino sà, in pianura padana è molto alta.
Ora scopriamo che non si è neanche veriuficato se vi fosseri manufatti di interesse storico, in un territorio famoso e importante fin dall'antichita.
Ma qualcuno pagherà per queste negligenze? o come al solito la responsabilità spettera al cittadino costretto a pagare e a subirne le conseguenze
Viabilità speciale a Segrate, nuovo stop
Il cantiere doveva tutelare un'antica chiusa
La Soprintendenza sospende i lavori per tutelare il manufatto del 1721. Esultano i cittadini, contenti che siano preservati il paesaggio e un pezzo di storia
Si tratta di un complesso di chiuse e canalizzazioni in pietra posto nell’area Est di Segrate, al confine con Pioltello, lungo il proseguimento della via don Sturzo, proprio a pochi passi dall’impresa di pavimentazioni Lucchini Artoni. Ditta che, quella bretella, l’avrebbe sfruttata senza esitazioni per il suo traffico pesante di tir e ruspe.
Un’area posta dunque subito sotto la tutela del Ministero, con il conseguente stop ai lavori per un’opera che pare davvero essere nata sotto le peggiori stelle, visti i notevoli problemi legati alla sua realizzazione anche a causa dell’innalzamento di una falda acquifera.
La notizia, originata da una segnalazione dei cittadini, arriva nientepopodimeno che dalla Soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio di Milano, ed è indirizzata al sindaco di Segrate Adriano Alessandrini. «Valutata l’antichità dei manufatti e la pregevole fattura degli stessi - si legge nella lettera firmata dal soprintendente Alberto Artioli - i reperti sono da considerare sotto tutela (de jure) fino all’effettuazione della verifica dell’interesse culturale», di cui si dovrà occupare il Ministero tramite la Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici della Lombardia.
Non solo: «Fino a quando non sia stata effettuata tale verifica - prosegue lo scritto - le cose sono precauzionalmente sottoposte alla disposizione di tutela prevista dal decreto legge 42 del 2004».Scontate quindi le conseguenze di tale decisione: «Le opere di qualunque genere previste su questo terreno dovranno essere preventivamente autorizzate» secondo la cosiddetta «tutela monumentale».
Sembra dunque non esserci pace per quest’opera che lo stesso sindaco Alessandrini ha più volte definito fondamentale per la viabilità cittadina e soprattutto in ottica del prossimo arrivo della Brebemi.
Dal Comune, per il momento, nessun commento mentre i residenti esultano: «Così tuteliamo il paesaggio e un pezzo della nostra storia»
di Gabriele Gabbini
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giovedì 10 novembre 2011
LETTERA APERTA AL PRESIDENTE ESSELUNGA CAPROTTI
LA NOSTRA PIENA CONDIVISIONE ALLA LETTERA APERTA AL PRESIDENTE ESSELUNGA CAPROTTI
LETTERA CHE ANCHE SEGRATE FELICE, COME GIA' TERRITORIO E SOCIETA'PIOLTELLO, SOTTOSCRIVE INVITANDO TUTTI I CITTADINI E LE FORZE POLITICHE A FARE ALTRETTANTO
IL TESTO DELLA LETTERA A CAPROTTI
Egregio dottor Caprotti,
ci rivolgiamo a Lei come fondatore di una delle principali imprese di distribuzione del nostro paese. Da oltre 50 anni le famiglie apprezzano i prodotti, l’organizzazione e l’approccio al cliente dei suoi supermercati. Lo sa che tanti di noi ormai non dicono più “vado a fare la spesa”? Dicono semplicemente “vado all’Esselunga”. Proprio così egregio dottore! La sua azienda non solo è entrata nella nostra vita quotidiana, ma ha modificato perfino il nostro linguaggio. La Fidelity card per le nostre famiglie è preziosa quasi come il bancomat. I “punti” che si accumulano ad ogni passaggio in cassa si trasformano in piccoli elettrodomestici, macchine fotografiche, strumenti per le nostre case. Non c’è dubbio che Lei sia stato un grande innovatore, come si dice oggi.
Una scrittrice americana, nel descrivere la sua impresa che data dal 1957, considera il self service “l’invenzione più importante nel settore della distribuzione degli ultimi vent’anni”. E ancora: “A metà degli anni Cinquanta lanciare un vero e proprio supermercato in Europa era considerata un’impresa rischiosa, specialmente per i neofiti”. E poi l’idea dei parcheggio come necessario complemento del negozio, quando le macchine erano ancora poche e la città non ancora in preda allo sprawl. Oggi tutti invocano l’innovazione, ma mancano gli innovatori. Chi avrebbe pensato a quel tempo di affidare a un grande architetto la realizzazione di un punto vendita? Prima Gio Ponti, col Supermaket di viale Zara, e poi il sodalizio con Ignazio Gardella e l’Esselunga non è più solo una ditta, ma diviene uno stile, un modello. I supermercati “te li farò tutti uguali, ma saranno tutti diversi uno dall’altro”.
Ed è stato proprio così, il mattone a vista come elemento compositivo caratteristico e la contestualizzazione insediativa nel luogo a caratterizzare non solo il negozio, ma l’intero quartiere, la città. Questo e altro ancora è per noi l’Esselunga. Il marchio lo conoscono tutti, anche se pochi sanno che è stato ispirato da un grande designer come Max Huber.
Oggi però siamo tutti un po’ tristi. Vediamo i lavoratori attendati fuori dai magazzini, cerchiamo di capire e sentiamo storie che avevamo conosciuto solo nei romanzi di Jack London. È vero, non è un problema Suo, non è una responsabilità di Esselunga. Ma è poi davvero così? Parliamo della sostanza, non della forma o dell’aspetto legale. Davvero non La riguarda ciò che accade in casa sua, nella sua azienda? Davvero si può pensare che Lei non possa nulla per migliorare un sistema di relazioni che, francamente, a volte non è all’altezza di un paese civile? E soprattutto non è all’altezza dell’immagine della Sua grande azienda. Certo l’immagine pubblica del nostro paese non è granché di questi tempi, ma vale la pena di adeguarsi? Perché non dare un segno di discontinuità? Perché restare nel solco e non indicare, invece, la strada?
Ci rivolgiamo dunque a Lei, egregio dottor Caprotti, perché riconosciamo nella sua figura di imprenditore coraggioso, sempre innovativo, l’uomo capace del colpo d’ala. Cosa vuol dire innovare oggi? Nel terzo millennio, nella globalizzazione dei mercati e della forza lavoro? Non significa forse anche creare condizioni perché il lavoratori immigrati possano sentirsi un po’ più a casa? Un po’ meno stranieri? Un po’ più cittadini come gli altri? È un processo inevitabile, lo sappiamo, che durerà molti anni. La storia provvederà da par suo, ma solo chi sarà stato capace di coglierne per tempo l’inevitabilità e accelerare il compiersi del destino sarà riconosciuto come un pioniere e un inventore. Per tutto questo Le chiediamo, egregio dottore, di guardare con attenzione, con disponibilità e generosità a quanto sta accadendo nella sua, e nostra, Esselunga.
Con immutata stima
Mario De Gaspari, già sindaco di Pioltello
Pioltello, 9 novembre 2011
TERRITORIO E SOCIETA PIOLTELLO
SEGRATE FELICE
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martedì 8 novembre 2011
T-RED, E ADESSO CHE COSA FACCIO?......BELLA DOMANDA!!!
TRUFFATI, VESSATI E PER DI PIU' BASTONATI
NOI POVERI CITTADINI ANCORA VITTIME DEI VAMPIRI
IN ATTESA DELLA ( SANTA ) ( PRESCRIZIONE) CHE POTREBBE "SALVARE" TUTTI I SOGGETTI POLITICI, ISTITUZIONALI ED IMPRENDITORIALI INDAGATI, CHI RIMANE COL CERINO IN MANO SONO I CITTADINI. ( IN FONDO LA DOMANDA )
LE ASTUZIE PROCEDURALI MESSE IN ATTO, NON SEMBRANO VOLTE A FAR CHIAREZZA E GIUSTIZIA, MA PIUTTOSTO, A " NASCONDERE" PER SEMPRE IL MAL TOLTO, FRA LE PIEGHE DEL TEMPO.
QUESTO INTERESSE VA OLTRE I PRESUNTI CORROTTI E CORRUTTORI, OLTRE ALLA PRESUNTA RESPONSABILITA', DI CHI HA FORSE FALSIFICATO MACCHINE O ( APPALTI )-
VA OLTRE A CHI HA LA RESPONSABILITA' DI AVER MESSO FAMIGLIE SUL LASTRICO, CAUSA DI LICENZIAMENTI, DI DECURTAZIONI DI PUNTI E RITIRO DI PATENTI.
LA PRESCRIZIONE STA NELLA CRISI ECONOMICA IN CUI VERSANO I COMUNI CHE HANNO FATTO (CASSA ) COI VAMPIRI, E SONO CENTINAIA.
STA NEI MILIONI E MILIONI DI EURO, CHE LE CASSE DEI COMUNI DOVREBBERO RESTITUIRE AI "TRUFFATI" CITTADINI, SE SI ARRIVASSE A UN SENTENZA DI CONDANNA CHE SANCISSE L'IPOTETICA MALAFEDE.
MA NON APPROFONDIAMO QUESTI DISCORSI, DIVERREBBE INTERMINABILE E DA "TRUFFATI" CI FAREBBERO ANCOR PIU' INCAZZARE.
ALLO STESSO MODO CI FA ARRABBIARE QUANTO CI RACCONTA UN AMICO, ENCHE ESSO VITTIMA DEL VAMPIRO E DELLA STUPIDITA' E OTTUSITA' DELLA MACCHINA BUROCRATICA, PIU' TESA A FINIRE DI SPOLPARE L'INCOLPEVOLE AGNELLO GIA' SACRIFICATO CHE A FAR GIUSTIZIA.....COME NOI TUTTI CI ASPETTIAMO
Tra l'altro non ero io alla guida, ma un amico a cui avevo prestato l'auto.
Il 14 marzo 2007, sono andato con l'amico in questione al Comune di Segrate e abbiamo compilato il modulo apposito per dichiarare che non ero io alla guida ma, a quanto pare, questo non ha fermato la macchina burocratica.
Ora che faccio contro questa doppia beffa: pago e sto zitto, faccio ricorso al giudice di pace spendendo più della multa rischiando comunque un responso sfavorevole o invito il Gabibbo a Segrate?
ATTENDIAMO SUGGERIMENTI
ESSELUNGA- I LAVORATORI DISTRIBUISCONO UN VOLANTINO AI CITTADINI CLIENTI..
TERRITORIO E SOCIETA: ESSELUNGA- I LAVORATORI DISTRIBUISCONO UN VOLANTIN...: volantino in distribuzione ai cancelli dell'Esselunga Uniti nella lotta! Respingiamo il crumiraggio! Da un mese stiamo dimostrando che co...
lunedì 7 novembre 2011
ESSELUNGA,, GLI SCHIAVI DEL TERZIO MILLENNIO
COMUNICATO DA TERRITORIO E SOCIETA PIOLTELLO
PER LA COPERATIVA SOLO SCHIAVI DEL TERZIO MILLENNIO
Ormai la protesta per il rispetto della legalità, della dignità umana, del diritto sacrosanto ad essere trattati come lavoratori e non schiavi, della legalità nelle retribuzioni e per l'abolizione di un caporalato sommerso ma di fatto esistente, ha prevaricato i confini della nostra città.
Comprendiamo il perchè, l'Amministrazione Comunale, abbia evitato accuratamente di interessarsi, prendere posizione o intervenire, dato che ESSELUNGA sta a Pioltello come nei Simpson la centrale nucleare a SPINGFIELD.
Sconcertante rimane, che nonostante siano passate molte settimane, nessun partito si sia sentito in dovere di esprimere la propria solidarietà ai lavoratori, di verificare ed informarsi su quanto stà avvenendo e sul perchè.
Riusciamo ad immagginare il perchè la Lega Nord non si sia interessata, vista la nazionalità della maggioranza dei lavoratori e la deriva "razzista", che spesso la lega ha dimostrato in certi suoi interventi.
Riusciamo anche a capire perchè, partiti come il PDL, FLI e UDC, abbiano accuratamente evitato di esprimersi e prendere posizione, dato che da sempre sostengono una certa deregolamentazione e liberalizzazione del mercato del lavoro, paladini della precarizzazione, della libertà senza regole di licenziare.
Riusciamo meno a comprendere e giustificare l'assenza dei Sindacati Confederali, del PD, IDV, PSI, che di queste tematiche hanno fatto la loro storia e la loro fortuna, che dei diritti dei lavoratori, del rispetto della legalità, erano da sempre paladini attenti.
Non chiediamo loro, di schierarsi da subito e apertamente come noi in favore dei lavoratori, ma come è possibile che non si sentano in dovere almeno di informarsi, di parlare con queste persone, di verificare se le loro rimostraze e gravi denuncie siano fondate o meno.
Qui, è vale per tutti i partiti, non si sta parlando solo di diritti e statuto dei lavoratori, qui è in gioco il rispetto della dignita umana, della democrazia, della legalità, tutti principi fondamentali della democrazia e di uno stato democratico, di cui voi dovreste essere i rappresentanti e difensori.
TERRITORIO E SOCIETA' PIOLTELLO
Dal Giorno
Turni pesanti, pause brevi. E la dignità?"
ESSELUNGA, SCHIAVI DEL TERZIO MILLENNIO
Ormai la protesta per il rispetto della legalità, della dignità umana, del diritto sacrosanto ad essere trattati come lavoratori e non schiavi, della legalità nelle retribuzioni e per l'abolizione di un caporalato sommerso ma di fatto esistente, ha prevaricato i confini della nostra città.
Comprendiamo il perchè, l'Amministrazione Comunale, abbia evitato accuratamente di interessarsi, prendere posizione o intervenire, dato che ESSELUNGA sta a Pioltello come nei Simpson la centrale nucleare a SPINGFIELD.
Sconcertante rimane, che nonostante siano passate molte settimane, nessun partito si sia sentito in dovere di esprimere la propria solidarietà ai lavoratori, di verificare ed informarsi su quanto stà avvenendo e sul perchè.
Riusciamo ad immagginare il perchè la Lega Nord non si sia interessata, vista la nazionalità della maggioranza dei lavoratori e la deriva "razzista", che spesso la lega ha dimostrato in certi suoi interventi.
Riusciamo anche a capire perchè, partiti come il PDL, FLI e UDC, abbiano accuratamente evitato di esprimersi e prendere posizione, dato che da sempre sostengono una certa deregolamentazione e liberalizzazione del mercato del lavoro, paladini della precarizzazione, della libertà senza regole di licenziare.
Riusciamo meno a comprendere e giustificare l'assenza dei Sindacati Confederali, del PD, IDV, PSI, che di queste tematiche hanno fatto la loro storia e la loro fortuna, che dei diritti dei lavoratori, del rispetto della legalità, erano da sempre paladini attenti.
Non chiediamo loro, di schierarsi da subito e apertamente come noi in favore dei lavoratori, ma come è possibile che non si sentano in dovere almeno di informarsi, di parlare con queste persone, di verificare se le loro rimostraze e gravi denuncie siano fondate o meno.
Qui, è vale per tutti i partiti, non si sta parlando solo di diritti e statuto dei lavoratori, qui è in gioco il rispetto della dignita umana, della democrazia, della legalità, tutti principi fondamentali della democrazia e di uno stato democratico, di cui voi dovreste essere i rappresentanti e difensori.
TERRITORIO E SOCIETA' PIOLTELLO
Dal Giorno
Turni pesanti, pause brevi. E la dignità?"
180 dipendenti in presidio permanente
Torte e caffé per addolcire l’attesa, sotto la pioggia. Prosegue, nello spazio allestito con tende e fornelletti da campo, la protesta dei lavoratori delle cooperative che operano per Esselunga. Il maltempo non ha fermato l’ennesimo picchetto davanti ai magazzini di Limito, dove nel pomeriggio di ieri sono tornati a radunarsi i lavoratori, sostenuti dal Si. Cobas e dagli attivisti del centro sociale Vittoria.
Qualche momento di tensione si è registrato alle 16 quando gli scioperanti hanno bloccato un furgoncino carico di operai diretti allo stabilimento. «Qui i crumiri non passano», hanno intonato i manifestanti che hanno costretto i colleghi a bordo del mezzo a battere in ritirata. Una guerra tra poveri che è iniziata un mese fa e sembra destinata a proseguire. Attorno al presidio permanente gravitano 180 dei 600 operai in servizio nei magazzini di Limito. I manifestanti appartengono alle cooperative del consorzio Safra che forniscono servizi di facchinaggio alla Esselunga. Gli addetti al carico e scarico sono al 90 per cento stranieri, africani e sudamericani per lo più. Al centro della protesta che è scattata nelle ultime settimane c’è la gestione del lavoro: gli operai lamentano turni pesanti, pause troppe brevi e atteggiamenti rigidi da parte dei capi.
«Se sei un carrellista, devi garantire il ricambio di 18 bancali all’ora - dice Moussa Bamba, ivoriano, 42 anni -. Significa lavorare a cottimo, senza potersi concedere un attimo di respiro. È sfiancante».I turni sono di sei ore e mezza, distribuiti su sei giorni alla settimana. «Chi è a cavallo di due turni ha diritto alla pausa pranzo, ma ha solo 15 minuti per mangiare un panino e andare in bagno», prosegue Moussa. «Nello stabilimento c’è un clima rigido – aggiunge Luis Seclén, peruviano, 55 anni -. In queste condizioni è difficile lavorare con serenità». «Ad aprile sono stato licenziato e non so ancora il perché – ricorda Ezekiel Woryonwon -. Dall’oggi al domani mi sono ritrovato disoccupato, con una moglie incinta di sette mesi».
Rirmi di lavoro duro e maggiore attenzione alle esigenze dei lavoratori: sono queste le richieste dei manifestanti. «Gli operai vogliono condizioni più dignitose, oltre al riconoscimento dell’indennità sostitutiva della mensa», conferma Aldo Milani, coordinatore nazionale del S.i.Cobas, che anche ieri era in prima linea tra gli scioperanti.
Una mobilitazione analoga a quella di Pioltello è scattata l’anno scorso a Cerro al Lambro. A manifestare i lavoratori delle cooperative al servizio della logistica Gls. Anche in quel caso, la protesta era sostenuta dal S.i. Cobas.«Quello delle cooperative – conclude Milani - è un cono d’ombra nel mondo del lavoro. Un contesto dove il nostro sindacato è in prima linea, mentre le sigle maggiori sembrano sparite».
Qualche momento di tensione si è registrato alle 16 quando gli scioperanti hanno bloccato un furgoncino carico di operai diretti allo stabilimento. «Qui i crumiri non passano», hanno intonato i manifestanti che hanno costretto i colleghi a bordo del mezzo a battere in ritirata. Una guerra tra poveri che è iniziata un mese fa e sembra destinata a proseguire. Attorno al presidio permanente gravitano 180 dei 600 operai in servizio nei magazzini di Limito. I manifestanti appartengono alle cooperative del consorzio Safra che forniscono servizi di facchinaggio alla Esselunga. Gli addetti al carico e scarico sono al 90 per cento stranieri, africani e sudamericani per lo più. Al centro della protesta che è scattata nelle ultime settimane c’è la gestione del lavoro: gli operai lamentano turni pesanti, pause troppe brevi e atteggiamenti rigidi da parte dei capi.
«Se sei un carrellista, devi garantire il ricambio di 18 bancali all’ora - dice Moussa Bamba, ivoriano, 42 anni -. Significa lavorare a cottimo, senza potersi concedere un attimo di respiro. È sfiancante».I turni sono di sei ore e mezza, distribuiti su sei giorni alla settimana. «Chi è a cavallo di due turni ha diritto alla pausa pranzo, ma ha solo 15 minuti per mangiare un panino e andare in bagno», prosegue Moussa. «Nello stabilimento c’è un clima rigido – aggiunge Luis Seclén, peruviano, 55 anni -. In queste condizioni è difficile lavorare con serenità». «Ad aprile sono stato licenziato e non so ancora il perché – ricorda Ezekiel Woryonwon -. Dall’oggi al domani mi sono ritrovato disoccupato, con una moglie incinta di sette mesi».
Rirmi di lavoro duro e maggiore attenzione alle esigenze dei lavoratori: sono queste le richieste dei manifestanti. «Gli operai vogliono condizioni più dignitose, oltre al riconoscimento dell’indennità sostitutiva della mensa», conferma Aldo Milani, coordinatore nazionale del S.i.Cobas, che anche ieri era in prima linea tra gli scioperanti.
Una mobilitazione analoga a quella di Pioltello è scattata l’anno scorso a Cerro al Lambro. A manifestare i lavoratori delle cooperative al servizio della logistica Gls. Anche in quel caso, la protesta era sostenuta dal S.i. Cobas.«Quello delle cooperative – conclude Milani - è un cono d’ombra nel mondo del lavoro. Un contesto dove il nostro sindacato è in prima linea, mentre le sigle maggiori sembrano sparite».
di Alessandra Zanardi
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venerdì 4 novembre 2011
SEGRATE Rivendeva le rotaie da "cestinare": arrestato
Il meccanismo commerciale è stato scoperto dalla Polfer veneta a Belluno, che ha anche evidenziato un forte danno patrimoniale per Rfi
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mercoledì 2 novembre 2011
SEL SEGRATE- SEGRATE DOMANI: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' SI PRESENTA A SEGRATE
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martedì 1 novembre 2011
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