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COMPAGNE:CHE  SBAGLIANO 
I  CONTENTI:
Le compagnie  aeree:
sembra che possano  continuare a fare quello che vogliono, senza che nessuno le riprenda o le  zanzioni.
L'ENAC -  DIREZIONE AEREOPORTO:
A messo tutti d'accordo non scontentando  nessuno,sopratutto continuano a svolgere il suo ruolo di controllore e  controllato.
I COSTRUTTORI  EDILI:
Sembrerebbero i  più avvantaggiati dalle nuove rotte e dai limiti imposti, tutti i terreni  edificabili sono rimasti tali e sono aumantate le possibilità  volumetriche.
Molti altri  terreni,(quei pochi rimasti verdi)prima non erano edificabili,ORA LO  SONO.
GLI  SCONTENTI:
I  CITTADINI:
Tutti i cittadini che da anni subiscono i disagi ed  i danni economici e biologici e di qualità della  vita.
Per loro, la  situazione è peggiorata ed addirittura, alcuni non avrebbero più diritto alle  compensazioni.
Molti  quartieri:
I disagi ed i sorvoli vanno aumentando, con le  nuove simulazioni (non dati reali), oltre a ritrovarsi in fasce ,che non  prevedono le compensazioni ecustiche ed economiche, vedono quei pochi lembi di  verde rimasti,liberi di essere  edificati.
LA SALUTE  PUBLICA:
Sembra che non interessi nessuno,nonostante le  conferenze internazionale,dati allarmanti e appelli illustri,non ultimo quello  del SANTO PADRE.
Sempre in secondo piano,Tutto a favore  dell'interesse economico e di parte, privilegiando gli interessi delle compagnie  aeree e dei grandi speculatori  edili.
Sotto  pubblichiamo la mappa del rumore presunto e non reale (il desiderato) ed un  articolo uscito sulla Gazzetta della Martesana il 7 Dicembre 2009 
 
 
MA FORMIGONI IL  CONTO NON LO PAGA MAI?  
30-11-2009 by Mario De Gasperi 
Con tutto quello che sta uscendo su Grossi, le sue  bonifiche, vere o presunte, la 'ndrangheta e chissà cos'altro ancora, è  possibile che nessuno chieda le dimissioni di Formigoni?  
Già così, solo per ciò che è emerso finora, questo è  probabilmente il più grande scandalo politico affaristico milanese dalla  liberazione a oggi. Lo è per le dimensioni della truffa e più ancora per il  disprezzo verso i cittadini e le comunità locali che lascia trasparire.  
E non c'è un solo politico che abbia il buon gusto di  dire una parola. Questa mancanza di buon gusto, scusate, mi disgusta!  
Qui non si tratta di fare processi anticipati. Ci sono  intercettazioni, accuse precise, soldi che girano, prestiti e regali. Molti  bonifici e poche bonifiche! E in mezzo a tutto questo Formigoni sta costruendo  sul velluto la sua ennesima candidatura alla presidenza regionale. Nemmeno lui  ne parla, come se la cosa non lo riguardasse, come se gli fosse del tutto  estranea, come se non si fosse mai occupato di bonifiche. Come se non sapesse  chi sia Grossi e non leggesse nemmeno i giornali. 
Si va avanti tranquillamente, come se niente fosse. A  Pioltello si approva un'integrazione all'accordo di programma nonostante sia  pendente un ricorso al TAR in cui una multinazionale sostiene, conti alla mano,  che il costo della bonifica (a farla sul serio) sia un terzo (40/50 milioni) di  quanto è stato riconosciuto a Grossi (120 milioni). Si dà il via all'ennesimo  centro commerciale e non si capisce bene in cambio di che cosa.  
Siamo per la soluzione politica delle questioni, non ci  piace che i problemi debbano essere risolti per via giudiziaria. Ma scusate: qui  dove sta la politica? Si è capito bene di cosa stiamo parlando? Sono riusciti a  rendere conveniente l'inquinamento dei terreni: da problema pubblico le  bonifiche sono diventate un'opportunità speculativa per i privati. C'è almeno  qualcuno che si sta domandando se sia giunto il momento di cambiare sistema?  Bonifiche in cambio di volumetrie: è qui l'origine del dolo. Sembra lo scambio  perfetto e invece è il peggiore degli scambi ineguali, perché spalanca le porte  alla corruzione e provoca un tragico allentamento dei controlli. Oggi le  bonifiche, se va bene, sono un volano per la speculazione immobiliare: si pagano  in diritti edificatori e, siccome questi sembra non costino nulla, se ne  concedono in quantità esorbitanti e per progetti insensati. Regione e comuni si  fanno belli davanti ai cittadini: "abbiamo trovato chi bonifica". Invece si  nascondono problemi e rifiuti, creando le premesse per nuove emergenze. Si crea  denaro dal nulla che poi, in qualche modo, torna buono anche per finanziare le  campagne elettorali. La signora Gariboldi sembra che non fosse così ingenua come  dava a vedere. E forse suo marito non frequentava Grossi solo per la caccia.  
Se si vogliono fare le bonifiche a costo zero, cioè  finanziandole in conto oneri attraverso operazioni immobiliari, bisogna per lo  meno bonificare la componente umana della trafila e riorganizzare i  procedimenti. Siamo su un terreno scivoloso, perché ci sono in ballo un sacco di  soldi. E allora i conti vanno fatti per bene, non tra Natale e capodanno quando  gli uffici sono a mezzo servizio, come nel caso di Pioltello. Bisogna poi  decidere con oculatezza che cosa costruire, perché rimuovere i rifiuti (nel  migliore dei casi) e metterci al loro posto un ecomostro non è una grande  soluzione. Ma poi, scusate, perché non si fanno più gare a evidenza pubblica?  Ripartiamo almeno dal presupposto che le aree da ripulire sono delle opportunità  per il territorio e vediamo se ci sono operatori con idee degne di una città  metropolitana. Il socio del re delle bonifiche lo hanno già messo in  disparte le banche, dopo avergli dato un fiume di denaro. La premiata ditta  Grossi & Zunino non era poi così efficiente. Probabilmente si poteva trovare  di meglio, anche nello sgangherato panorama milanese. Se si vuole davvero  bonificare un'area non bisogna andare col cappello in mano da speculatori  immobiliari o finanziari, ma bisogna coinvolgere un costruttore puro, un  imprenditore vero, che faccia sull'area un vero e proprio piano industriale e  non un piano di valorizzazione immobiliare destinato ai saliscendi della borsa.  
La scarsità di aree strategiche nella cintura milanese  può compensare largamente i pur alti costi per le opere di bonifica. Certo, se  si continua a offrire alla speculazione fondiaria territorio in abbondanza e a  buon mercato, svincolando anche le aree a parco, come si sta facendo per il  Parco delle Cascine di Pioltello, è naturale che sulle aree che richiedono  interventi più costosi gli immobiliaristi pretendano grandi volumetrie, l'aiuto  economico degli enti pubblici offrendoci in cambio progetti a buon mercato,  banali, ritriti o del tutto fasulli. 
Questo accade soprattutto per due ragioni: perché  tengono, come si suol dire, il coltello dalla parte del manico (
 non bisognava  darglielo però) e perché il vantaggio economico marginale sulle aree da  bonificare non deve essere inferiore alla rendita che potrebbero trarre  costruendo su aree sottratte all'agricoltura o comunque prive di costi di  bonifica o esternalità assimilabili. In pratica sono disponibili a realizzare le  bonifiche, ma la rendita complessiva che l'area deve assicurare deve essere la  stessa che gli operatori avrebbero se non le dovessero fare. Da ultimo,  occorrono progetti che abbiano margini di profitto adeguati, ma non straordinari  e soprattutto margini non elasticizzabili. Questi devono essere giustamente  calcolati al netto dei costi per le bonifiche, i quali, a loro volta non devono  essere oggetto di mercanteggiamento, ma definiti una volta per tutte. E  ritorniamo dunque al tema delle regole e dei controlli. Se le regole  dell'operazione, e quindi anche i margini di profitto, non sono definiti, se si  creano delle zone d'ombra, si faranno tante chiacchiere ma poche  bonifiche, perché inevitabilmente si finirà col ricadere nelle dinamiche lasche  della valorizzazione immobiliare. 
I temi dell'ambiente e delle bonifiche hanno a buon  diritto riacquistato centralità a Milano e in Lombardia: per le elezioni  regionali di questa primavera dobbiamo scegliere un candidato bravo, onesto,  competente e competitivo. Perché possa giocarsi le sue chances sarebbe utile  cominciare a chiedere il conto a Formigoni. 
Mario De Gaspari
Bell'articolo di Mario De Gaspari pubblicato su  Arcipelago Milano.org