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giovedì 29 settembre 2011

SEGRATE - LUCHINI ARTONI PRESENTATA UN INTERROGAZIONE IN PROVINCIA

Sollecitato dai cittadini segratesi e pioltellesi e da noi , il Consigliere Provinciale Biolchini, si fa portavoce delle  preoccupazioni e delle istanze che i cittadini sottopongono ai politici chiamati ad amministrare e rappresentare il loro territorio.
Bisogna dar atto e merito al Consigliere Biolchini, di essere sempre presente sul territorio e sempre pronto ad ascoltarne le problematiche.

Sotto L'interrogazione presentata stamane in merito alla Lucchini- artoni, in fondo il suo comunicato stampa

Interrogazione

INTERROGAZIONE 
Azienda Lucchini-Artoni di Segrate
  
CONSIDERATO CHE

-          l’azienda, sita nel Comune di Segrate che opera nella movimentazione terra, sorge su un’area che parzialmente ha ancora destinazione agricola e si trova ai confini con il PLIS delle cascine di Pioltello;
-          l’azienda è stata oggetto, negli scorsi mesi, di diverse polemiche da parte di gruppi di cittadini preoccupati per la loro salute;
-          dalla stessa azienda vengono emessi fumi neri, rumori fastidiosi e odori sgradevoli;
-          da una recente relazione dell’ARPA (Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente) risulta che la ditta ha lavorato materiale fresato proveniente da cantieri di rifacimento di asfalto stradale senza aver fatto la necessaria comunicazione di legge, nonostante due precedenti solleciti da parte della stessa ARPA; ha installato un distributore privato di gasolio che ha usato senza richiedere la necessaria autorizzazione comunale; e che, infine, invece di proteggere la roggia che attraversa l’area, la ditta ha perfino rimosso un cordolo di protezione col risultato che il materiale delle lavorazioni potrebbe essere trascinato nel canale che scorre nelle adiacenze, inquinandone l’acqua;
-          recentemente alcuni cittadini hanno dichiarato di aver visto realizzare una grande buca all’interno dell’area, lungo via Rugacesio, nella quale sono state rovesciate camionate di materiale non identificato sistemato in modo alternato con strati di terriccio;
-          lo scorso 6 Giugno l’azienda ha presentato un progetto di ampliamento che prevede la realizzazione di un hangar alto come un palazzo di sette piani (circa 40 metri!) e lungo un centinaio di metri, posizionato proprio sul confine con il Comune di Pioltello;
-          il 10 Agosto si è svolta una conferenza di servizio (presenti anche il Comune di Pioltello, WWF, ARPA e ASL) sulla richiesta di un’autorizzazione semplificata per l’ampliamento dell’impianto, al fine di evitare il procedimento di Valutazione di Impatto Ambientale;
-          la richiesta non è stata accolta e una nuova conferenza di servizio è riconvocata per il mese di ottobre;

TUTTO CIÒ PREMESSO

siamo a chiedere al Presidente della Provincia e agli Assessori competenti in materia se l’Amministrazione provinciale,

-          non ritenga, quantomeno, critici: la sostenibilità ambientale dell’intervento richiesto dalla ditta Lucchini-Artoni, l’impatto su territori liberi e di pregio, l’impatto idrogeologico conseguente alla impermeabilizzazione dei suoli, i rischi per la falda acquifera e la tutela della roggia che attraversa l’area;
-          intenda predisporre, tramite la competente Polizia provinciale, delle verifiche e dei controlli;
-          chiederà di partecipare alla imminente Conferenza di servizio, al fine di tutelare, se necessario, la salute dei cittadini.
Milano, 29 settembre 2011

Roberto Biolchini


Comunicato stampa
Lucchini-Artoni, presentata interrogazione in Provincia - Biolchini (Idv): “Serve chiarezza”

“Negli ultimi mesi la Lucchini-Artoni, azienda segratese che si occupa di movimentazione terra, è stata oggetto di numerose polemiche da parte di gruppi di cittadini preoccupati per la loro salute e credo sia arrivato il momento di fare chiarezza e iniziare a dare loro qualche risposta – ha così affermato Roberto Biolchini, capogruppo Idv in Provincia – Oggi, a nome del Gruppo Idv, ho presentato un’interrogazione all’Amministrazione provinciale perché ci aggiorni sulle eventuali notizie che ha in merito e perché vengano predisposti alcuni controlli. La Provincia ha tra le sue competenze proprio quella della tutela ambientale. I cittadini sono spaventati e chiedono di avere informazioni. Come amministratori non possiamo ignorare le tante domande sollevate. Inoltre, la Lucchini-Artoni alcuni mesi fa ha presentato un progetto per la realizzazione di un hangar alto 40 m e in merito il 10 agosto si è svolta una conferenza di servizio (presenti anche il Comune di Pioltello, WWF, ARPA e ASL) sulla richiesta di un’autorizzazione semplificata per l’ampliamento dell’impianto, al fine di evitare il procedimento di Valutazione di Impatto Ambientale. Richiesta che è stata rifiutata. A breve dovrebbe essere convocata un’altra conferenza di servizio alla quale chiediamo che la Provincia partecipi in maniera attiva a difesa della salute dei cittadini. Infine, con la nostra interrogazione chiediamo l’intervento della Polizia provinciale affinché svolga l’attività di controllo alla quale è proposta. Se ci sono stati degli illeciti da parte dell’azienda è giusto che vengano adottate delle misure di sanzione, in caso contrario i cittadini potranno tirare un sospiro di sollievo”.  

Milano, 29 settembre 2011

lunedì 26 settembre 2011

MOLINA IN PROCURA CON LA SUA STORIA PER L'ITER DI SEGRATE

IL CENTRO COMMERCIALE E' UN BUSINES? NO! SERVE SOLO A SALVARE SEGRATE

SI PRESENTA IN PROCURA CON FALDONI CHE RIGUARDANO L'ITER PER IL CENTRO COMMERCIALE


 L'ingegnere Molina smentisce Di Caterina


"L’Ingegner Molina ha riferito al Pm Mapelli di non aver avuto alcun rapporto personale con nessuno degli indagati di Sesto, anzi, di non essere mai stato a Sesto San Giovanni, di non avere mai avuto incarichi dalle istituzioni pubbliche, di ricoprire solo un ruolo tecnico nel progetto dell’Idroscalo Center. Ha chiarito, dunque, in maniera inequivocabile la propria estraneità a tutte queste vicende". E per comprovare ulteriormente la bontà di queste affermazioni, Marco Maria Negri e Anna Galimberti, legali dell’ingegnere varesino Michele Molina, indagato dalla Procura di Monza per concorso in corruzione all’interno del caso Penati - ex Falck, hanno richiesto provocatoriamente di acquisire i tabulati telefonici degli ultimi dieci anni del proprio assistito. Le tanto vituperate intercettazioni, in questo caso, sarebbero state benvolute per scagionare, anziché inchiodare, un inquisito.

È quanto emerge dalle parole degli avvocati di Molina a seguito dell’interrogatorio avvenuto venerdì scorso, 23 settembre, in cui il professionista si è presentato davanti al pubblico ministero Walter Mapelli. Molina è amministratore della società ADD di Milano (non l’Api come è stato erroneamente riportato) che cura la progettazione per conto dell’International Business Park del gruppo Stilo, guidato dal Presidente dell’Atalanta, Antonio Percassi, dell’imponente centro commerciale di Segrate, un complesso da 160 mila metri quadri che dovrebbe sorgere attorno al lago artificiale milanese.

Il consulente è entrato nella lista degli indagati a seguito delle dichiarazioni del grande accusatore del cosiddetto «sistema Sesto», l’imprenditore dei trasporti Piero Di Caterina che avrebbe raccontato di aver saputo dall’architetto Renato Sarno (anche lui indagato e sospettato di essere uno dei collettori materiali delle presunte tangenti indirizzate a Penati) di alcuni rapporti economici «opachi e anomali» tra Molina e l’ex sindaco di Sesto nonché ex capo della Segreteria di Pierluigi Bersani. Sarno avrebbe riferito di «passaggi di denaro» tra l’ingegnere e il dirigente Pd intercorsi tra il 2007 e il 2008 proprio in riferimento all'area dell'ex dogana di Segrate, vicino all'aeroporto di Linate, dove verrà edificato l’Idroscalo Center con importanti interventi anche sulla viabilità circostante.

Dopo aver affidato ai suoi avvocati un memoriale, consegnato in Procura martedì 13 settembre, venerdì 23, Molina si è presentato di persona davanti al pm monzese, portando con sé ben quattro faldoni pieni di documenti riguardanti le procedure connesse al centro di Segrate, che il magistrato Mapelli, dopo tre ore di interrogatorio, non ha ritenuto necessario acquisire. «La Procura – hanno spiegato i legali in esclusiva per Affaritaliani.it - aveva interesse a capire che rapporti ci fossero in relazione a questa importantissima operazione immobiliare e commerciale che muove centinaia di milioni di euro. L’ingegner Molina ha illustrato, con il supporto di una fitta documentazione, quello che è stato il proprio ruolo. Un ruolo meramente tecnico, di consulente di altissimo profilo legato a tutte le problematiche amministrative e urbanistiche. E ha dimostrato a Mapelli la totale correttezza del suo operato». L’Idroscalo Center, le cui valutazioni di impatto ambientale sono già state fatte e terminate positivamente, attende ora il via libera del Cipe (Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica) per quanto attiene alle opere infrastrutturali e alla realizzazione degli aspetti viabilistici.

L’inchiesta, infatti, non sta bloccando l’attuazione del mega compendio. «Il Dottor Mapelli – ha precisato l’avvocato Negri – ha dichiarato con una battuta che, a prescindere dalle indagini, si deve continuare a lavorare perché nel progetto vi è un rilevantissimo impatto di interesse pubblico. Segrate oggi viene attraversata dai mezzi pesanti che vanno al centro di scambio intermodale delle Ferrovie dello Stato. Passano 150 tir al giorno, ma con la sistemazione viabilistica legata al complesso immobiliare, non passeranno più nel centro paese, ma sulla nuova bretella esterna». A tale riguardo Molina ha chiarito il rapporto che ha col Gruppo Percassi perché erano emerse indiscrezioni non corrette sul fatto che fosse dirigente piuttosto che dipendente. «Lui - puntualizzano i legali - è un professionista di altissimo profilo che cura interessi importanti come consulente esterno al Gruppo Percassi per cui lavora dal 2000».

Nonostante il legame storico con il costruttore bergamasco, l'ingegnere varesino non aveva mai sentito parlare dell'associazione di Penati, Fare Metropoli, di cui Percassi era finanziatore. «Il nostro assistito non ha mai dato contributi, neppure leciti, a Penati né ad associazioni amiche di Penati, né a gruppi o associazioni riconducibili al Pd», tengono a puntualizzare gli avvocati. Anche perchè la conoscenza tra l'ex Presidente della Provincia di Milano e l’amministratore dell’ADD si è limitata ad alcuni incontri ufficiali in cui i due «non si sono nemmeno stretti la mano». «Si trattava soprattutto di conferenze di servizio nelle quali erano presenti 40-50 persone. Penati rappresentava la Provincia mentre l'Ingegner Molina il soggetto privato che aderiva alla conferenza di servizio. Non hanno una conoscenza personale, non si sono mai parlati». Stessa estraneità riguardo al presunto accusatore, Renato Sarno. «L’’ingegnere e Sarno si sono visti una sola volta nel 2007 alla presenza di altri professionisti, all'ipotesi di costituzione di un Consorzio di progettazione per la partecipazione a un bando importante. Il nostro assistito, insieme al proprio socio, l'Ingegner Cremona, era stato invitato a quell’incontro. La riunione è durata un paio d'ore e non ha dato nessun esito. Non si sono mai più visti né sentiti né hanno avuto partecipazioni seppur distinte in progetti comuni. Quindi totale estraneità». Molina ha dichiarato di non aver mai visto né incrociato anche «la gola profonda» Di Caterina e il numero due di Penati, Giordano Vimercati, per anni capo di gabinetto del dirigente Pd.

Per avvalorare queste affermazioni e comprovare la totale assenza di rapporti con i protagonisti della vicenda Sesto, i legali dell’ingegnere avevano richiesto provocatoriamente l'acquisizione di tutti i tabulati telefonici del loro assistito degli ultimi 10 anni, ma non ce n'è stato bisogno. Il pm monzese ha infatti ritenuto soddisfacenti le risposte e chiarificazioni di Molina al punto da non ritenere necessario mettere agli atti i quattro faldoni di documenti da lui presentati. «Confidiamo, come espresso dal dottor Mapelli, - ha illustrato l’avvocato Negri – di aver dato un’esauriente spiegazione del ruolo dell’Ingegner Molina e dunque ci aspettiamo l’archiviazione. È chiaro che il nostro cliente vorrebbe un’archiviazione in tempi rapidissimi di questa vicenda. Tuttavia comprendiamo che la sua piccola posizione è all’interno di una ben più grossa indagine. Noi ci auspichiamo che alla prima possibilità processuale di chiusura della sua posizione, la Procura provvederà».

Ma allora, viene da domandarsi, perché Di Caterina avrebbe messo in mezzo l’ingegnere se questi pare risulti estraneo alla vicenda? L’impianto accusatorio del titolare della Caronte Srl (che ha confessato di avere ricevuto da Penati tangenti per tre milioni di euro) comincia a sgretolarsi? È presto per dirlo. I legali dell’amministratore dell’ADD hanno azzardato alcune ipotesi. «L’ingegner Molina è una persona molto nota nell’ambiente dello sviluppo immobiliare nel settore della grande distribuzione commerciale. È risaputo che intorno allo sviluppo di queste operazioni vi siano rilevanti interessi economici e una forte attenzione anche da parte degli organi politici. La vicenda di Di Caterina noi comunque non riusciamo a inquadrarla dal punto di vista del nostro assistito perché lui non ha mai incontrato né visto Di Caterina se non in televisione o sui giornali».

Per ora i legali del consulente varesino giudicano prematura l’eventualità di procedere contro l’imprenditore dei trasporti perché «prima bisogna acquisire gli atti dell’indagine che oggi non abbiamo. Quindi noi non conosciamo esattamente i termini delle dichiarazioni se non per la parte che ci è stata contestata in sede di interrogatorio». Certamente è una vicenda che sta creando grossi danni d’immagine a Molina e l’auspicio comune, di avvocati e assistito, è che non abbiano un riflesso troppo grave sulla sua attività professionale.
Alessia Liparoti

DA http://affaritaliani.libero.it/milano/affaire-penati-ingegner-molina260911.html

T-RED SE NON VE REATO, PERCHE' MIRARE ALLA SANTA PRESCIZIONE?

T-RED  CHE L'INNOCENZA SI DIMOSTRI CON I FATTI

Nessuno vuole colpevolizzare a priori ne il Sindaco, ne il comandante della Polizia Locale ne il Povero Zanchetta, che pare più il capo espiatorio e non l'unico resposabile di tutto l'iter.
Quello che interessa ai cittadini e alle migliaia di persone ingiustamente multate è la verità dei fatti, conoscere fino in fondo se vi siano state manomissioni improprie delle apparecchiature, se tutto l'iter dell'appalto sia stato coerente con le normative e inreprensibile, se la procedura del secondo verbale ( con  punti tolti alla patente) è stata a norma di legge.
S come più volte dichiarato da tutti i soggetti coinvolti, non ve stato nessun imbroglio, se tutto è stato fatto a regola d'arte e a norma di legge, se i veri colpevoli sono gli automobilisti " assassini" come qual cuno ebbe modo di dichiarare i Consiglio Comunale, PERCHE' mirare alla prescrizione?

PERCHE' lasciare ai cittadini il dubbio che qual cosa di irregolare  potrebbe essere avvenuto, PERCHE' lasciare per sempre sul capo del Sindaco, del Comandante e del dipendente comunale, questa macchia non fino in fondo chiarita, sulla loro storia, sulla loro persona, che suona come un infamia indelebile?

PER CHI DICE DI ESSERE INNOCENTE e noi fino a prova contraria gli crediamo, IL FAR COMPLETAMENTE LUCE SULLA VERITA' DEI FATTI, NON E' FORSE L'UNICO OBBIETTIVO DA PERSEGUIRE?
MA ALLORA PERCHE' CERCARE LA PRESCRIZIONE?,
PERCHE' NON RINUNCIARE AD ESSA E ANDARE FINO IN FONDO, FACENDO TRIONAFARE LA VERRITA' DELLA PROPRIA PRESUNTA INNOCENZA

giovedì 22 settembre 2011

UNA SANTA IN PARADISO PER TUTTI...LA PRESCRIZIONE

SAREBBE UNA VERGOGNA TIPICAMENTE ITALIANA
VERGOGNA

NON VOGLIAMO AGGIUNGERE NULLA A QUANTO RIPORTATO DAL GIORNO E DAL PERICOLO PRESCRIZIONE CHE INCOMBE, CI VERREBBE SOLO DA VOMITARE

AGGIUNGIAMO SOLO UN RICORDO, SULLA NECESSITA' DI CAMBIARE  NORMATIVE E LEGGI, DI TROVARE SCAPPATOIE CHE AVREBBERO POTUTO SALVARE SALVARE I COMUNI.

DEL PERICOLO EVIDENZIATO A SUO TEMPO, SUI MILIARDI CHE DOVREBBERO RESTITUIRE, SUL PERICOLO CHE I COMUNI POTESSERO SUBIRE GRAVISSIME CONSEGUENZE NEL DOVER RESTITUIRE IL MAL TOLTO.

MA IN TUTTO CIO' DOVE E' LA GIUSTIZIA

Dal Giorno

Caso T-red ormai la prescrizione è dietro l'angolo

Ancora una fumata nera in aula

Segrate, a tre anni dallo scandalo resta incerto l’avvio del processo. Alla terza convocazione dell'udienza preliminare ancora niente di fatto

semaforo
Segrate, 22 settembre 2011 - Inchiesta T-red, ennesima fumata nera. Sono passati tre anni ormai dallo scandalo che, partito da Segrate, si è esteso a macchia d’olio in tutta Italia. Trattasi dei famosi «vampiri rossi», o, per essere più chiari, gli impianti semaforici controllati da una videocamera pronta a immortalare l’avventato guidatore che si azzardi a passare col rosso.     
Semafori intelligenti, secondo le autorità, «succhiasangue» stando invece agli ignari modelli fotografati all’incrocio. Il pm Alfredo Robledo ritiene che quel breve intervallo di tempo tra lo luce gialla e quella rossa fosse il frutto di un disegno truffaldino: in altre parole, i semafori sarebbero stati modificati per generare multe in quantità e arricchire le casse comunali. Tant’è, resta il fatto che le indagini, cominciate nel 2008, si sono concluse lo scorso febbraio con la richiesta di rinvio a giudizio per 33 persone, tra cui il sindaco segratese Adriano Alessandrini, il comandante dei vigili urbani Lorenzo Giona e il suo vice Dario Zanchetta, con le accuse di turbativa d’asta e truffa. Per non parlare delle oltre 250 richieste di costituzione di parte civile presentate dai tanti multati.

E qui si chiude il tuffo nel passato. Già perché ieri, al termine della terza udienza preliminare al Tribunale di Milano, sarebbe dovuto arrivare il verdetto del gup sulle numerose richieste di parte civile. «Doveva», perché in mattinata è arrivata invece l’ennesima doccia fredda: «Non è successo nulla», il commento sconsolato dell’avvocato Maria Francesca Fuso, che cura 180 delle 250 istanze presentate. «Il giudice ci ha comunicato che sarà trasferito - racconta il legale - e, di conseguenza, non si occuperà più del caso, che passa a un altro magistrato».

Risultato? «Semplice, tutto rimandato alla prossima seduta del 29 novembre, quando finalmente avremo qualche indicazione sia sulle parti civili che sulle eccezioni di competenza territoriale». La difesa infatti, che per quanto riguarda il sindaco Alessandrini è curata da Pietro Gabriele Roveda, aveva avanzato dei dubbi sulla competenza territoriale al fine di spostare il processo, probabilmente a Como, sede di quella Cts che si occupava della gestione dei T-red. Un cambio di sede che, secondo molti tartassati, permetterebbe di guadagnare altro tempo, obbligando le parti a ricominciare tutto l’iter daccapo con un altro giudice.
«Più o meno quello che è successo in questo caso - tuona però la Fuso - dato che siamo ancora all’udienza preliminare dopo oltre tre anni anni dall’inizio dell’inchiesta e i reati di turbativa d’asta, per esempio, vanno in prescrizione dopo sette anni e mezzo». Non solo: «Alcuni dei miei assistiti si riferiscono a casi avvenuti nel febbraio 2003, questo significa che sono già caduti in prescrizione. Poi danno la colpa agli avvocati se i processi vanno per lunghe»
di Gabriele Gabbini

martedì 20 settembre 2011

ALESSANDRINI-DI CATERINA ,FRA INVESTIGATORI E MEMORIALI

                            FIOCCANO I MEMORIALI 

Mentre le proprie verità, ci vengono somministrate in pillole

Noi cittadini che paghiamo il servizio e il biglietto, aspettimamo fiduciosi, che prima o poi  qualcuno racconti anche a noi tutta la verità, tutta la storia, ne abbiamo il diritto.


Dal giorno

"Gara truccata: autobus scadenti e zero controlli"

Segrate, Di Caterina ha consegnato ai pm un dossier sull’appalto del trasporto pubblico ad Atm, di cui continua a contestare la regolarità
La 923 a Segrate, ex linea Caronte
Segrate, 21 settembre 2011 - «Subappalti non autorizzati, bus vecchi e più corti di quel che prescriveva il capitolato: a Segrate Atm ha fatto tutto quel che ha voluto». Prima ha scritto a mezzo mondo, ora parla Piero Di Caterina, patron della Caronte, vecchio gestore del trasporto pubblico cittadino, «trombato» dopo una gara di appalto portata in palmo di mano dal sindaco Adriano Alessandrini. A cui, il grande accusatore di Filippo Penati, nonché ideologo del sistema Sesto, dice di aver versato «fra il 2005 e il 2008 per quattro anni a Natale, bustarelle da 10mila euro l’una in cesti ricchi di leccornie».
Il primo cittadino «sgomento di fronte ad affermazioni del genere» due settimane fa è corso in Procura a Monza dal pm Walter Mapelli, titolare dell’inchiesta sulle presunte tangenti nell’ex Stalingrado di Italia e nella sua Segrate, per smentire ogni accusa. Al magistrato, il sindaco ha consegnato un dossier che racconterebbe tutta la storia dell’appalto dal suo punto di vista. «L’errore sta nel manico - attacca Di Caterina - dicono che ho perso i ricorsi al Tar, ma i giudici amministartivi non sono entrati nel merito. Non potevano, la nostra offerta non è neanche stata aperta e dunque ogni richiesta che la riguarda, decadeva in partenza».
La battaglia di Di Caterina sui trasporti è senza quartiere. «Ho ingaggiato degli investigatori per documentare quello che dico - spiega l’imprenditore - e ho consegnato gli esiti della mia inchiesta privata ai magistrati. Ci penseranno loro a dire se io mento, o se da anni denuncio fatti che nessuno ha mai preso in considerazione prima». La tesi di Caronte è che il capitolato d’appalto «sia stato congegnato in modo tale da escludere la mia azienda. Mi occupavo del servizio a Segrate dal 1987, in Comune sapevano benissimo come lavoravamo». Ma perchè mai l’amministrazione avrebbe dovuto far fuori la Caronte?
«Perchè facevo le pulci sui bilanci, il Sitam (Azienda trasporti milanesi, consorzio di gestori locali che vivono di rimborsi su corse e passeggeri in base ad un accordo con Atm nel 2000) mi deve 7 milioni di euro e non riesco a prenderli. Ho aspettato e aspettato, poi ho cominciato a rompere. Evidentemente troppo». Secondo l’imprenditore, «nessuno farebbe controlli su Atm dopo il suo ingresso a Segrate. L’azienda ha dato il via a subappalti senza avere le carte in regola: mancavano il contratto di servizio e l’autorizzazione come stabilito nel caso degli scuolabus. Una materia delicata in cui bisogna muoversi in base a parametri precisi».
A Milano Due si ricordano ancora quella volta che a prendere i bambini arrivò un pullman con i materassi nel corridoio, targa marocchina, usato probabilmente di notte da senza tetto. I genitori si erano fatti sentire e l’episodio non si era più ripetuto. Ma non è certo un incidente di percorso ad aver scatenato Di Caterina: «Il Comune aveva chiesto 106,06 euro a scuolabus al giorno per il servizio, un prezzo fuori mercato, che Atm pur di aggiudicarsi la commessa, ha accettato. Salvo poi sub appaltare a prezzi superiori, sul mercato il costo della prestazione è di 280 euro al giorno a mezzo - spiega -. Il mio concorrente lavora sottocosto, in un gioco di passivi e attivi che alla fine dell’anno su un bilancio come il suo, porta al pareggio, alla faccia nostra». «Appalto fotografia» per Di Caterina anche sull’età dei mezzi (reale 10 anni) e sulla lunghezza: «nel capitolato si chiedevano di 8 metri e mezzo (costo 170mila euro l’uno), mentre Atm ce li ha di 7,5 (costo 100mila euro) e al Comune va bene così».
di Barbara Calderola


SEGRATE-QUELL'ACCORDO PER BOFFALORA E CENTRO COMMERCIALE

                  UN ACCORDO IN DUE PUNTI DELETERIO?
 
COME DISSE L'UOMO DI PUNTA DEL PASSATO ED ATTUALE PD SEGRATESE SCHIEPPATI IN UN INTERVISTA, BOFFALORA E CENTRO COMMERCIALE FURONO I CARDINI E GLI OBBIETTIVI PORTANTI DA RAGGIUNGERE NELL'ACCORDO DI " COLLABORAZIONE" SOTTOSCRITTO........ORA I FRUTTI DI QUELL'ACCORDO SU BOFFALORA LI CONOSCIAMO, SPERIAMO CHE ANCHE L'ALTRO OBBIETTIVO NON SI TRASFORMI ANCHE ESSO  PER I CITTADINI IN UN CALVARIO

Dario Giove, segretario del Pd

Idroscalo center? Abbiamo evitato un'altra Boffalora

In una lettera la spiegazione dell'ingresso in giunta nel 2008, dopo l'appoggio al progetto: evitare le speculazioni avvenute in altre zone

Segrate, 20 settembre 2011 - Una lettera del segretario cittadino del Pd, Dario Giove, per spiegare ai segratesi le ragioni di una scelta diventata impopolare, quella battaglia al fianco della maggioranza Pdl per portare a compimento il progetto del centro commerciale dell’ex dogana. Era il 2008 e l’uscita dalla Giunta della Lega - contraria al progetto - per fare posto ai Democratici fece rumore.
A distanza di tre anni ne fa ancora di più: perché alla luce dell’indagine della Procura di Monza si sono moltiplicati i sospetti che quella mossa fosse solo finalizzata all’approvazione del megastore firmato dal Gruppo Percassi, finanziatore di Fare Metropoli, l’assocazione fondata da Filippo Penati, ex presidente Pd della Provincia e illustre accusato nell’inchiesta ex Falck. Con lui e con altri nomi noti della politica di Sesto sul registro degli indagati è finito, per l’ipotesi di corruzione, Michele Molina, consulente del costruttore bergamasco. Ma sotto inchiesta c’è anche il sindaco Adriano Alessandrini.

Così, una volta per tutte, Giove prende carta e penna per fare chiarezza sulla condotta del suo partito all’epoca dei fatti. «La vicenda del centro commerciale di Segrate – spiega Giove - è stata lunga e articolata, stante il peso e la complessità del progetto. Oggi il centro commerciale è una realtà non in discussione, che ha destato grosse preoccupazioni, documentate da vari interventi del PD nell’ultimo anno, affinché l’operazione non si trasformasse in un disastro analogo a quello del quartiere Boffalora, lasciando Segrate con una ferita enorme nel proprio cuore, senza una viabilità di cui si parla da 20 anni e con una Cassanese che, in modo intempestivo, l’attuale sindaco ha reso comunale addossando ai cittadini gli oneri economici dei lavori recentemente svolti».
Nello stesso Pd segratese, in molti hanno lanciato accuse sulla scelta di entrare in giunta al fianco del Pdl. E le accuse riguardavano presunti ordini di scuderia arrivati dai vertici del partito, leggasi Penati. «Le dichiarazioni di alcune persone, relative a presunti illeciti penali commessi nel contesto del progetto del Centro Commerciale – continua Giove - non possono essere affrontate in altro modo che non sia quello di sollecitare queste persone a denunciare immediatamente alla magistratura persone e fatti a loro noti senza frapporre alcun indugio. Viceversa, si aggiungono solo voci ad un coro di perditempo». E la lettera prosegue: «La prospettiva che l’accordo appena siglato possa fare partire le attività relative al centro commerciale è in questo contesto, assolutamente positiva. Il nostro compito sarà di vigilare affinché tutto proceda in modo corretto».

lunedì 19 settembre 2011

IL SINDACO DI SEGRATE DIFFIDA LA RAI


 Alessandrini Sindaco Segrate diffida Rai e Lucia Annunziata

Intanto i giudici ritengono le dichiarazioni Di Caterina e Pasini credibili ( in fondo l'agenzia)  Magni rimane in carcere


Milano, 19 set. - (Adnkronos) - A seguito delle dichiarazioni rese da Di Caterina ieri nella trasmissione 'In mezz'ora' di Lucia Annunziata, il sindaco di Segrate, Adriano Alessandrini, ha diffidato la Rai e la giornalista. "Sto valutando con i miei avvocati - commenta il sindaco - una richiesta risarcitoria proporzionata ai danni che sono stati causati a me, ai miei collaboratori e al Comune di Segrate da una modalita' di fare giornalismo che non tiene conto dei fatti e delle persone su cui vengono vomitate accuse che gia' nelle sedi competenti non hanno trovato alcun riscontro".
IL LINK PER VEDERE LA TRASMISSIONE DI LUCIA ANNUNZIATA DOVE SI PARLA DEL SINDACO
TUTTO IN MEZZORA

(AGI) - Milano, 19 set. - Resta in carcere l'architetto Marco Magni, arrestato lo scorso 25 agosto nell'ambito dell'inchiesta sul presunto giro di tangenti corrisposte per le aree Falck e Marelli a Sesto San Giovanni, in cui e' coinvolto anche l'ex presidente della provincia Filippo Penati. I giudici del Riesame hanno ritenuto credibili le rivelazioni fatte da Giuseppe Pasini e Piero Di Caterina e sulle circostanze che hanno portato i due imprenditori a riferire i fatti illeciti aggiungono: "non sono mossi, nel rivelare fatti a loro conoscenza, da motivazioni di particolare valore morale, ma solo dal riscontro di non aver ottenuto, nonostante il tanto denaro versato nel tempo quanto si aspettavano". E aggiungono: "Che la motivazione posta alla base della loro scelta non sia dettata da pentimento, dall'ansia di fare giustizia e pulizia, ma dall'assenza del ritorno economico promesso, tuttavia non svilisce, a parere del collegio, la valenza delle dichiarazioni sotto il profilo della loro intrinseca credibilita'". I giudici hanno ritenuto inoltre "inadeguata" la misura degli arresti domiciliari per Magni a causa della possibilita' di inquinamento delle prove. (AGI) Mi6/Car

venerdì 16 settembre 2011

Segrate E IL CENTRO COMMERCIALE UN FILM E UNA SCENOGRAFIA GIA VISTA

                                     IL SILENZIO DEGLI INNOCENTI

Come spesso succede la storia si ripete immancabilmente, guardi il  film e ti sembra di averlo gia visto, gia viste le scene, gli attori, la scenografia, la trama, il finale.
Ti sembra addirittura di rivedere e riconoscere, l'improntà dello stesso regista dietro la macchina a dettare i movimenti, di vecchi attori e nuove comparse.
Poi il film  in 3D inizia, ti coinvolge ti porta dentro fino a viverlo di persona, ma la senzazione di averlo gia visto non scompare anzi  aumenta, quella trama!!?....quelle scene!!?
Ma il titolo non mi ricorda nulla, è un titolo nuovo mai sentito, intrigante " L'INCIUCIO"

Il film inizia, è avvincente, intrigante e forse merito del 3D, ti coinvolge a tal punto di sentirti parte di esso.
Una regia e una scenografia perfetta, sicuramete frutto della grande esperienza del regista, di consumati e esperti attori e scenografi, abituati ed espeti nel ruolo assegnatogli

Un film  pieno di continui colpi di scena, cambi di ambientazione, intrighi, feste patinate, promesse e tradimenti e tanta, tantissima azione, un film che non perde mai il filo conduttore, il percorso prestabilito, la linea del susseguersi degli eventi, tracciato in modo magistrale dal regista.

Come ogni grande film giallo, il finale è il momento più esaltante e tragico, un terreno pieno di feriti e una città distrutta, lascia allo spettatore molti dubbi su cui riflettere, molte domande senza risposte, come un perfetto giallo non ti svela nulla, ti porta dritto al finale, scontato e stabilito fin dall'inizio IL CENTRO COMMERCIALE. 

Esci e hai una sola certezza, il centro commerciale, il resto come aveva prestabilito il regista sono solo dubbi e domande che ti fanno riflettere a cui però non sei attrezzato per dare risposte.

Il film ha un grande eco anche sui giornali specializzati, fino al punto che spettatori  più attrezzati di me cominciano ad analizzarne la trama scandagliando il percorso, l'ambientazione, la scenografia i personaggi principali di quel gran finale.

Finalmente forse qualcuno riuscirà a spiegarmi quel film giallo che ho guardato vissuto intensamente  e che non ho mai capito, che ancor oggi lascia aperte in me molte domande, molti dubbi e nessuna certezza.

Quello che mi lascia perplesso è che, durante la trasmissione del film, molte sono state le accalorate recensioni , alcune a favore atre contrarie, ora che il film è tornato nelle sale e ha di nuovo le prime pagine dei giurnali, i critici sia favorevoli che contrari sono completamente spariti ammutoliti.
Come se avessero paura di copromettere la loro autorevolezza, sembra che abbiano addirittura paura di essere riconosciuti come spettatori partecipi della sua messa in onda dichiarati colpevoli di chissa cosa .

Gli unici disposti a parlare del film e difenderne la trama, sono gli stessi consumati attori che da protagonisti scandirono gli eventi e dettarono la scenografia di quell'intrigante giallo che è L'INCIUCIO.

L'Inciucio, ora ricordo.... il titolo  era lo stesso come  la scenografia, la trama, molti attori, i protagonisti e addirittura l'obbiettivo e il messaggio e l'evolversi degli eventi  si!!  Insomma un plagio ben costruito frutto dell'esperienza e della storia
Anche nell'altro film vi era da approvare una grande edificazione, anche in quel film vi era la maggioranza ( quella volta di centro sinistra) che aveva difficoltà , anche in quell'occasione la minoranza (quella volta di destra ) entro in giunta, e anche quella volta appena approvato il progetto ne usci.

Insomma l'inciucio e un  film  ben costruito, ben programmato e ben organizzato ma pur sempre un plagio rimane, è bastato cambiare ed invertire i ruoli e a me haano fatto rivedere un film e pagare un prezzo che avrei volentieri evitato.

L'unica cosa che mi auguro anche se qualche dubbio rimane, che non abbia lo stesso risultato che ha avuto il fim precedente, finito fra la polvere  che la storia a relegato fra i piu brutti film ambientati a Segrate

giovedì 15 settembre 2011

PERCASSI OGGI A SEGRATE....DAL SINDACO?

PERCASSI VISITA SEGRATE?

Aravamo molto preoccupati e un po depressi,  per le dichiarazioni del Sindaco Alessandrini, quando affermava di non vedere il signor Percassi da almeno  due anni.

Due lunghissimi ed interminabili anni,
Non fraintendete, non siamo depressi per la lunga lontananza fra due fantasiosi  fidanzatini, che dopo una lunga frequentazione si separano e si allontanano, per due lunghissimi anni,. Non stiamo raccondando una favola o una storia di fantasia.
La nostra depressione deriva proprio dalle dichiarazioni del Sindaco e dalle implicazioni che da questa affermazioni si possono dedurre.
Come fa un Sindaco di una grande città come quella di Segrate, che ha appeno concluso un travagliato iter per la costruzione del più grande centro commerciale d'Europa, a non aver contatti con chi quel mostro lo costruisce, come fa a non chiedere informazioni su un progetto non ancora finito, ( ma allora come hanno approvato in consiglio, a scatola chiusa? ), a informarsi su quando partiranno i lavori, su quando partirà il secondo lotto della viabilità speciale, su quando si potranno portare in consiglio le approvazioni dei piani attuativi, come fa con il PGT?.
Quello che ci preoccupa non è che non si vedano da anni, ma che il Sindaco si sia un po sopito sull'affermazione" io il mio l'ho fatto ora tocca a voi" senza più interessarsi, che abbia interroto i rapporti fino a due anni fa molto intensi, lasciando la città a chi ormai ne possiede più di un pezzo.

Questo ritorno, certo non ha e non puo essere riconducibile in nessun caso alle azioni giudiziarie di cui si parla, deve essere necessariamente legato alla partenza del centro commerciale, dei piani attuativi, al PGT o a qualche sua carenza, forse addirittua alla consegna della scatola chiusa con dentro il proggetto definitivo.

Oppure e noi pensiamo che sia probabile, è la conseguenza di quel ""ne parliamo dopo le elezioni"" che Alessandrini avrebbe risposto a Percassi solo pochi mesi fa, alla sua richiesta di non attraversare la via Morandi interrando ma scavallandola con un ponte.
Dopo tante ipotesi fantasiose torniamo seri, non è certo usuale che Percassi visiti il nostro municipio o che passando abbia deciso di fare una visita di cortesia, certamente riguarda il centro commerciale e, vista la cronaca ma  sopratutto che i cambiamenti che esso portera nel nostro territorio e alla nostra vita, penso che sia utile un comunicato dell'amministrazione.

martedì 13 settembre 2011

LA PROCURA DI MONZA MENO IMPORTANTE DI QUANTO LO FOSSIMO NOI

MOLINA
IN PROCURA A MONZA MANDA UN MEMORIALE 
DA NOI C'ERA SEMPRE E DI PERSONA

Come Ricordevamo nel Precedente post ( SEMPRE PRESENTE ) il signor  Molina e il signor Crugnola, non perdevano neanche un incontro relativo al centro commerciale, anche se questo significava spesso fare notte fonda.
Ora Scopriamo che ai procuratori di Monza il Signor Molina non  ha nulla da dire se non che è estraneo ai fatti e gli invia un memoriale.
Certo i Procuratori sono forse dei signor nessuno o forse meno importanti di quanto lo fossimo noi, a noi non negava mai la sua presenza e di cose da dire e spiegazioni per noi ne aveva tante, noi non eravamo estranei.
E POI DICONO CHE I CITTADINI NON CONTANO......ALMENO QUANDO BISOGNA CONVINCERLI A "STAR ZITTI" CHE E' BUONA COSA

Dal .. IL GIORNO   
Molina non va dai pm In una memoria la difesa "Estraneo ai fatti"

E Di Leva resta in carcere

L'ingegnere Molina non si è presentato dal pm Mapelli e ha affidato ai suoi legali una memoria. Accertamenti in vista per il gruppo Percassi
L'Idroscalo Center
Sesto San Giovanni, 13 settembre 2011 - Nessun contatto, né con l'architetto Renato Sarno, né con il gola profonda dell'inchiesta ex Fack Piero Di Caterina, nemmeno con Filippo Penati o Giordano Vimercati; mai un finanziamento al Pd. Niente di niente: Michele Molina, l'ingegnere che ha ricevuto un incarico dal gruppo Percassi per il progetto dell'Idroscalo Center, spiega di essere "estraneo" alla vicende contestate e lo fa per mezzo dell'avvocato Marco Maria Negri, che insieme alla collega Anna Galimberti lo difende dell'accusa di Monza di corruzione nell'ambito di un filone dell'indagine che riguarda un giro di presunte tangenti relativo alle aree ex Falck e Marelli e nella quale tra gli indagati figura l'ex sindaco di Sesto San Giovanni, Filippo Penati.
Molina, a differenza di quanto era in programma, non si e' presentato dal pm Walter Mapelli. Al suo posto sono arrivati invece i suoi legali che hanno consegnato una memoria nella quale ''e' stata chiarita l'estraneita' del professionista alle vicende contestate''. Vicende su cui gli inquirenti e gli investigatori vogliono vederci chiaro: da quanto si e' saputo infatti, intendono fare alcuni accertamenti sul gruppo Percassi che risulta tra i benefattori dell'Associazione Fare Metropoli di Filippo Penati alla quale in due anni, secondo le carte raccolte dalla Guardia di Finanza, ha versato tramite bonifico, 45 mila euro  L'avvocato Negri riguardo al suo assistito ha anche aggiunto: ''siamo a disposizione per un interrogatorio che verra' concordato in futuro''.
Riguardo a Molina il difensore ha inoltre precisato: ''Confidiamo che la sua posizione venga archiviata perche' questa vicenda sta creando al mio assistito, un professionista che lavora per i grandi gruppi della distribuzione e che nel 2000 ha avuto l'incarico dal gruppo Percassi, un danno alla sua societa' e alla sua immagine''.
A tirare in ballo Molina  era stato Di Caterina, che tempo fa ai pm aveva detto di aver saputo dallo stesso Sarno (anche lui indagato nell'inchiesta) di rapporti economici ''opachi e anomali'' nonche' di passaggi di soldi tra
l'architetto vicino a Penati e lo stesso Molina negli anni 2007 e 2008 in riferimento all'area ex dogana di Segrate sulla quale avrebbe dovuto sorgere l'Idroscalo Center.
Dichiarazioni comunque su cui la Procura vuole vederci chiaro: Molina lavora per il gruppo Percassi il quale, tramite la Stilo Retail Spa, e' tra i finanziatori dell'Associazione Fare Metropoli. Inoltre nei prossimi giorni, inquirenti e investigatori hanno intenzione di interrogare di nuovo, tra gli altri, l'ex assessore del Comune
di Sesto, Pasqualino Di Leva, che oggi si e' visto rigettare dal Tribunale del riesame di Milano l'istanza di arresti
domiciliari.

lunedì 12 settembre 2011

SEGRATE, PER IL CENTRO COMMERCIALE LA LEGA CON UN PIEDE IN DUE SCARPE

ALLORA ZINNI AVEVA RAGIONE!

 GRIONI, UN PIEDE IN DUE SCARPE?

Ho vissuto molto da vicino l'esperienza e il travaglio dell'amico Zinni e Non ho mai avuto dubbi che avesse ragione,
Ho avuto modo di apprezzarlo come assessore al Commercio, quando io rappresentavo l'Unione Commercianti San Felice, di apprezzare la sua disponibilità verso le nostre problematiche, l'inteligenza, la fantasia, la dedizione con cui le affrontava, sempre aperto al dialogo e al confronto, ad  accettare idee e proposte anche se venivano da altre posizioni politiche.
Non ho mai capito, anzi, ho fatto finta di non capire, perché Alessandrini non gli volle confermare quel ruolo, nonostante gli ottimi risultati e l'apprezzamento e il consenso manifestato da tutta la categoria.
Passò ai servizi sociali ed anche li si fece amare ed apprezzare, il consenso personale e politico fu unanime e non poté che aumentare, dando forse fastidio al sindaco e a qualche esponente illustre del suo partito.
Non dimenticando, gli interessi della categoria di cui era stato assessore, fedele e coerente verso i  principi fondatori della Lega Nord, manifesto subito apertamente la sua più totale contrarietà al progetto del centro commerciale, all'idea di anteporre interessi diversi a quelli fondamentali della sua città e dei suoi cittadini.
Fra me, esponente di punta  nell'impegno contro l'errore centro commerciale e l'esponente di punta della Lega Nord, nacque un'amicizia fatta di reciproca fiducia, rispetto e  fattiva e proficua collaborazione come quella dimostrata quando lo aiutai ad organizzare e gestire un assemblea pubblica a San felice, Assemblea dove responbili provinciali e deputati,  ufficializzavano la contrarietà della lega al progetto. 
Qual Cosa cambiò, Mentre Zinni in Consiglio Comunale continuava a portare avanti la linea decisa dal Partito e più volte riconfermatagli  in  incontri con la lega Provinciale, minacciando l'uscita dalla giunta, Davide Boni esponente leghista in Regione  sosteneva apertamente e col voto la scelta del Centro Commerciale sconfessando con i fatti la linea portata avanti da Zinni a Segrate.
Anche l'esponente illustre della Lega Segratese, pur riconfermando a parole la contrarietà al Centro Commerciale, certo non difese Zinni e non fece nulla per evitare il suo allontanamento da parte di Alessandrini, contribuendo a fare terra bruciata attorno a chi  coerentemente non si piegava e adeguava
Agnello  sacrificale di  interessi cambiati e diversi, fu sostituito in giunta da Grioni che cerco fino all'ultimo di evitare l'uscita dalla giunta della lega opponendosi con forza, a quella comunità di intenti trasversali che in seguito fu chiamato inciucio.
Mentre Il Consigliere comunale Rebellato continuò a manifestare in consiglio, sopra tutto la contrarietà all'inciucio e anche centro commerciale, il suo partito in regione fu tra i principali artefici dell'approvazione del progetto e del suo iter.
Sapevo che il progetto centro commerciale fu Partorito e sostenuto dalla  Regione e dalla giunta segratese, che la Lega fu tra i sostenitori e che la  Provincia fu coinvolta solo in un secondo momento, ma  fino a ieri  pensavo che almeno la lega territoriale quella segratese, avesse tutto il diritto di rinfacciare al PD l'inciucio e l'approvazione del Centro commerciale.
Ora dalle dichiarazioni di Zinni,  scopriamo che l'abitudine di Grioni di stare con un piede in due scarpe, arriva da molto più lontano di quella provata con la firma sulla petizione per salvare il golfo agricolo.
Zinni infatti dichiara che appena Grioni lo sostitui, si affretto a firmare una delibera di giunta in favore del centro commerciale adeguandosi a quanto già fatto in regione dal suo partito, dimettendosi poco dopo, in nome della contrarietà all'inciucio salvando la faccia sul centro commerciale.
Ora se questo fosse vero, e auspichiamo che Grioni e la lega segratese dimostrino il contrario, cade nella polvere anche la credibilità dello stesso Grioni e della Lega che fino ad ieri si ergevano a salvatori della città e dei diritti di tutti noi cittadini e comitati, che tanto ci opposimo e ancora ci opponiamo.
Ora che  la Lega segratese dimostri in modo chiaro ed inequivocabile la sua coerenza  e la verità dei fatti, altrimenti la finisca ad ogni occasione e in  ogni momento di difficoltà di intonare la solita cantilena della loro contrarietà al centro commerciale, perché che non lo sono mai stati lo ha gia dimostrato ampiamente in Regione e che non sono certo verginelli lo dimostra il loro programma elettorale confrontato al PGT da loro votato e sostenuto.
Procopio Gregorio

Dalla gazzetta della martesana del 12/09/2011
RETROSCENA  
Parla l'ex assessore silurato da Alessandrini perché non voleva il centro commerciale
ZINNI: «DI CATERINA ERA MOLTO DI CASA IN COMUNE...»



Segrate -  Ha lasciato la politica attiva dopo il trattamento subìto dal sindaco Adriano Alessandrini , e si è addirittura trasferito fuori Lombardia l'ex assessore della Lega Flavio Zinni . Non ne vuol più sapere di Segrate, ma accetta di ricostruire quel periodo che portò al ribaltone e alla sua fuoriuscita dalla Giunta: «Era il maggio del 2008 e sul tavolo l'operazione più importante e redditizia era quella del centro commerciale. Io, come da indicazioni del mio partito, ero totalmente contrario e rompevo le scatole su questo punto. Alessandrini quindi, dopo qualche discussione, mi ritirò le deleghe adducendo che non rappresentavo più il partito. Le cose stavano diversamente: in quei giorni ero stato ricevuto anche da Maroni e Giorgetti per avere conferma della linea da adottare. Quindi sostenevo le ragioni del partito... Ciononostante, il sindaco di Segrate mi ha licenziato e la mia carriera politica è finita». Zinni attualmente ha un negozio altrove e si dice comunque contento della propria situazione: «Sto bene, certo, ma non posso dimenticare il trattamento che Alessandrini ha messo in atto nei miei confronti. Eravamo anche amici. Non lo vedo più né ci siamo mai sentiti da quel giorno del maggio 2008. Al mio posto in Giunta entrò un tale Grioni (pure della Lega, ndr ) che approvò la delibera di Giunta per il centro commerciale». Silurato Zinni, il leghista intransigente, quindi l'esecutivo segratese ha potuto continuare sul progetto in questione. Ma la tangenti sono un'ipotesi verosimile? Secondo l'ex lumbard, contiguo al sindaco per anni, «Alessandrini e il suo assessore Orrico erano sempre lì con 'sto Di Caterina. O meglio, Di Caterina era molto spesso negli uffici del Comune. Certo, era titolare di un servizio, quindi la sua presenza poteva essere spiegata così. Non so che cosa facevano, né posso dire di averne sentore. So solo che in questa storia l'unico a pagare sono stato io. E pensare che ho sempre seguito la linea del mio partito... Nell'interesse dei segratesi»..

domenica 11 settembre 2011

Segrate per il Centro commerciale LETTERA A PENATI E LETTERA DI PENATI

IL CENTRO COMMERCIALE FRA DIMISSIONI DIRIGENZIALI  E SEMPLICISTICHE SPIEGAZIONI


Lettera di dimissioni
Ai dirigenti del
Partito Democratico
P.za Luigi di Savoia 22
MILANO
                      Con vivo rammarico vi restituisco l’attestato di fondatore del Partito Democratico.

                      L’esperienza trascorsa in questi mesi nel circolo di Segrate, dove un’incomprensibile e assurda politica amministrativa ha portato il partito a non avere di fatto nessun ruolo politico per il futuro (non è al governo né all’opposizione), mi ha portato a questa sofferta decisione.

                      Non mi preoccupa tanto avere opinioni contrastanti con quelle del gruppo dirigente né con la maggioranza degli altri militanti., trovo il confronto ed anche lo scontro politico un momento di effettiva democrazia.

                      Ma in questo caso non è così.

                      Tutto si è svolto nel più completo disprezzo delle regole (ci sono stati persino voti comprati durante le elezioni del coordinamento cittadino, episodio regolarmente denunciato ai garanti), non vi sono stati momenti di discussione vera, solo forzature regolarmente esercitate dal “gruppo dirigente”, preoccupato solo di portare avanti i propri interessi, anziché impegnarsi nella funzione costituente del nuovo partito, come imponeva il suo ruolo.

                      Il partito di Segrate oggi è diretto dai soliti volti noti della politica locale, compresi esponenti abituati a cambiare partiti come autobus, con la copertura di una portavoce che di fatto svolge funzioni di segreteria amministrativa del gruppo di comando, preoccupata più di assecondare le esigenze del sindaco, eletto dagli elettori della coalizione avversaria, che di rappresentare i propri iscritti.

                      Sono stati mesi di umiliazioni e di frustrazioni, non tanto nei miei confronti (la cosa mi interessa poco), ma soprattutto verso i nuovi arrivati nel PD, intendo quelli senza precedenti esperienze politiche, carichi di speranza e entusiasmo.

                      La ragione decisiva che mi ha portato a rassegnare le dimissioni da fondatore del PD, è stata la completa indifferenza degli organi dirigenti centrali (provincia e regione in primo luogo), più volte sollecitati ad intervenire.

                      Non si chiedeva di stabilire i torti e le ragioni, ma di garantire un regolare confronto democratico come previsto dal nostro statuto e sancito dal manifesto dei valori.

                      La frustrazione è più forte poi quando i dirigenti degli altri partiti (FI – AN – LEGA) intervengono, e pesantemente, sull’anomalia segratese, e i nostri semplicemente tacciono, silenzio e basta.

                      Mi sono iscritto alla FGCI nel 1973, ne sono stato segretario alla fine degli anni 70, anni di terrorismo e disagio giovanile; poi iscritto al PCI PDS DS, segretario dal 1989 al 1995, gli anni della Bolognina e di tangentopoli, che a Segrate è stata particolarmente pesante.

                      Non intendo rivendicare nulla, dico solo che le mia decisione non è frutto di facili ed effimere illusioni, non dico come molti militanti “ne abbiamo viste tante, abbiamo superato tante emergenze, supereremo anche questa”.

                      No, qui non è un problema di dissenso politico, di opinioni diverse, è un problema di dignità e soprattutto di democrazia.

                      Quando queste condizioni saranno ripristinate il mio contributo e le mie capacità non mancheranno.

                      Cordiali saluti

Firma Omissis........................

10 Luglio 2008


Risposta di Penati a una EMAIL di un cittadino 

sono a conoscenza delle perplessità che il progetto del nuovo centro commerciale di Segrate ha sollevato nei residenti. A questo proposito vorrei ricordare che erano state presentate tre domande di insediamenti commerciali approvate durante una Conferenza dei Servizi dal Comune di Segrate e dalla Regione Lombardia. L’Amministrazione provinciale che presiedo è stata coinvolta nell’ultima Conferenza del 2005 e in quella occasione aveva dato parere negativo, rimanendo invece a disposizione per un accordo di programma tra gli attori interessati. Tale accordo prevede la costruzione di un solo insediamento commerciale al posto dei tre richiesti e vincola l’intervento alla realizzazione di importanti lavori stradali per garantire che l’accesso al centro commerciale senza compromettere la viabilità della zona. Recentemente la Regione Lombardia ha avviato la procedura per firmare questo accordo in cui la Provincia partecipa attivamente e controlla che tutti gli interventi relativi al nuovo centro siano portati a termine.
La Provincia si è mossa con l’obiettivo di trovare soluzioni efficaci volte a migliorare e non a peggiorare il sistema stradale anche in relazione alle esigenze di raggiungere l’aeroporto di Linate e tutto il complesso dell’Idroscalo.
E’ proprio accogliendo le preoccupazioni riguardo all’impatto ambientale da parte di tutti quei cittadini che hanno scelto di abitare in questa zona per sfuggire al caos milanese, che la Provincia si sta muovendo nell’ambito dell’accordo perché vengano definite assieme ai comuni vicini delle proposte per garantire il miglior inserimento ambientale e paesaggistico della struttura che dovrà sorgere sull’ex area IBM. Un’area peraltro già edificata ed esterna al Parco Sud. Le proposte urbanistico-ambientali quindi dovranno prestare particolare attenzione nel proteggere i quartiere residenziali più vicini all’area di intervento.
Le procedure richieste dalla Provincia di Milano garantiranno inoltre a tutti gli enti e a tutti i soggetti interessati di essere coinvolti e di partecipare a tutti i passaggi di valutazione e decisione che riguardano quest’opera.

Cordialmente
Filippo Penati