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martedì 20 settembre 2011

ALESSANDRINI-DI CATERINA ,FRA INVESTIGATORI E MEMORIALI

                            FIOCCANO I MEMORIALI 

Mentre le proprie verità, ci vengono somministrate in pillole

Noi cittadini che paghiamo il servizio e il biglietto, aspettimamo fiduciosi, che prima o poi  qualcuno racconti anche a noi tutta la verità, tutta la storia, ne abbiamo il diritto.


Dal giorno

"Gara truccata: autobus scadenti e zero controlli"

Segrate, Di Caterina ha consegnato ai pm un dossier sull’appalto del trasporto pubblico ad Atm, di cui continua a contestare la regolarità
La 923 a Segrate, ex linea Caronte
Segrate, 21 settembre 2011 - «Subappalti non autorizzati, bus vecchi e più corti di quel che prescriveva il capitolato: a Segrate Atm ha fatto tutto quel che ha voluto». Prima ha scritto a mezzo mondo, ora parla Piero Di Caterina, patron della Caronte, vecchio gestore del trasporto pubblico cittadino, «trombato» dopo una gara di appalto portata in palmo di mano dal sindaco Adriano Alessandrini. A cui, il grande accusatore di Filippo Penati, nonché ideologo del sistema Sesto, dice di aver versato «fra il 2005 e il 2008 per quattro anni a Natale, bustarelle da 10mila euro l’una in cesti ricchi di leccornie».
Il primo cittadino «sgomento di fronte ad affermazioni del genere» due settimane fa è corso in Procura a Monza dal pm Walter Mapelli, titolare dell’inchiesta sulle presunte tangenti nell’ex Stalingrado di Italia e nella sua Segrate, per smentire ogni accusa. Al magistrato, il sindaco ha consegnato un dossier che racconterebbe tutta la storia dell’appalto dal suo punto di vista. «L’errore sta nel manico - attacca Di Caterina - dicono che ho perso i ricorsi al Tar, ma i giudici amministartivi non sono entrati nel merito. Non potevano, la nostra offerta non è neanche stata aperta e dunque ogni richiesta che la riguarda, decadeva in partenza».
La battaglia di Di Caterina sui trasporti è senza quartiere. «Ho ingaggiato degli investigatori per documentare quello che dico - spiega l’imprenditore - e ho consegnato gli esiti della mia inchiesta privata ai magistrati. Ci penseranno loro a dire se io mento, o se da anni denuncio fatti che nessuno ha mai preso in considerazione prima». La tesi di Caronte è che il capitolato d’appalto «sia stato congegnato in modo tale da escludere la mia azienda. Mi occupavo del servizio a Segrate dal 1987, in Comune sapevano benissimo come lavoravamo». Ma perchè mai l’amministrazione avrebbe dovuto far fuori la Caronte?
«Perchè facevo le pulci sui bilanci, il Sitam (Azienda trasporti milanesi, consorzio di gestori locali che vivono di rimborsi su corse e passeggeri in base ad un accordo con Atm nel 2000) mi deve 7 milioni di euro e non riesco a prenderli. Ho aspettato e aspettato, poi ho cominciato a rompere. Evidentemente troppo». Secondo l’imprenditore, «nessuno farebbe controlli su Atm dopo il suo ingresso a Segrate. L’azienda ha dato il via a subappalti senza avere le carte in regola: mancavano il contratto di servizio e l’autorizzazione come stabilito nel caso degli scuolabus. Una materia delicata in cui bisogna muoversi in base a parametri precisi».
A Milano Due si ricordano ancora quella volta che a prendere i bambini arrivò un pullman con i materassi nel corridoio, targa marocchina, usato probabilmente di notte da senza tetto. I genitori si erano fatti sentire e l’episodio non si era più ripetuto. Ma non è certo un incidente di percorso ad aver scatenato Di Caterina: «Il Comune aveva chiesto 106,06 euro a scuolabus al giorno per il servizio, un prezzo fuori mercato, che Atm pur di aggiudicarsi la commessa, ha accettato. Salvo poi sub appaltare a prezzi superiori, sul mercato il costo della prestazione è di 280 euro al giorno a mezzo - spiega -. Il mio concorrente lavora sottocosto, in un gioco di passivi e attivi che alla fine dell’anno su un bilancio come il suo, porta al pareggio, alla faccia nostra». «Appalto fotografia» per Di Caterina anche sull’età dei mezzi (reale 10 anni) e sulla lunghezza: «nel capitolato si chiedevano di 8 metri e mezzo (costo 170mila euro l’uno), mentre Atm ce li ha di 7,5 (costo 100mila euro) e al Comune va bene così».
di Barbara Calderola


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