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lunedì 10 maggio 2010
ACQUA UNA FIRMA INDISPENSABILE
FIRMA PER MANTENERE UN BENE ESSENZIALE DI TUTTI
Nel quasi totale silenzio dei mezzi di informazione si sta compiendo la privatizzazione dell’acqua che porterà i privati a possedere almeno il 40% degli acquedotti entro dicembre 2011, arrivando ad oltre il 70% nel 2015. Tali leggi garantiscono ai privati utili del 7% e dispongono che gli stessi derivino esclusivamente dalle tariffe, imponendo quindi ai cittadini di fatto una tassa che pagheremo con l’aumento delle costo dell’acqua.
 Dove già si è realizzata tale privatizzazione l’aumento dei costi per il cittadino è stato molto elevato nonostante il servizio sia spesso peggiorato.
In Europa, dove questa esperienza è già stata fatta (ad esempio a Parigi), sono tornati indietro obbligati dalle proteste dei cittadini arrabbiati per il peggioramento del servizio e per l’aumento dei costi.
 L’acqua è una necessità, un bene di tutti, non è una merce su cui fare profitti per pochi sulla pelle dei cittadini. Per questo motivo vi invitiamo a firmare per i 3 referendum abrogativi proposti dal Forum italiano dei Movimenti per l’acqua.
Per maggiori informazioni, nonché per consultare un database costantemente aggiornato sulle inziative e sui luoghi di raccolta, vi rimandiamo al sito: 
www.acquabenecomune.org 
CRISI? QUALCOSA BISOGNA PUR FARE
CRISI?
QUALCOSA BISOGNA PUR  FARE
Riceviamo e publichiamo una  interessante riflessione DI Mario de gaspari
Una domanda insistente, ma solo sussurrata, serpeggia da  qualche tempo nelle nostre città. La domanda, silenziosa per timore di procurare  danni, si è fatta quasi angosciosa con lo scorrere sui nostri teleschermi delle  immagini della Tragedia Greca. "Come siamo messi in Italia?" Eh sì, bisogna  cercare di rispondere in qualche modo, perché le risposte tutte politiche hanno  perso di credito, da quando è stata posta la pregiudiale dell'ottimisto per  forza. Se si sostiene in premessa che bisogna solo dire parole di ottimismo è  difficile che poi le parole di ottimismo vengano consederate del tutto sincere!  È uno dei più classici paradossi della comunicazione, uno dei primi esempi che  si fanno nei corsi di psicologia: la premessa conta più di tutto il resto. Se ti  dico che "da questo momento in poi racconterò frottole", è impossibile che tu  possa credere a quello che dico dopo.
Eppure l'Italia, non ostante le debolezze storiche del  nostro paese, possiede alcuni punti di forza importanti. Solo che, in questo  clima di pubblicità progresso, si fa  fatica a distinguere il vero dal falso, ciò che è importante da ciò che è  secondario. Soprattutto in un mondo così grande e nello stesso tempo così  piccolo, non è facile darsi un ruolo, prendersi delle responsabilità. La  tentazione di cambiare canale è molto  forte.
L'Italia dunque ha qualche asso di riserva, ma deve  giocarlo bene. Il nostro sistema bancario è solido: l'affermazione è vera, ma  non in assoluto, perché anche le nostre banche speculano in borsa, giocano coi  derivati e si sono inserite in maniera irresponsabile in troppe avventure  immobiliari. Altri paesi hanno fatto di peggio: anche questo è vero, ma le  distanze si stanno riducendo. Se cambiamo la tendenza degli ultimi anni possiamo  ancora mantenere un certo vantaggio, altrimenti tra un po' saremo come loro. Ci  vorrebbe un provvedimento che vietasse alle banche di partecipare ai fondi  immobiliari. In America stanno pensando a qualcosa di  simile.
L'Italia ha un forte debito pubblico, ma in compenso le  famiglie sono meno indebitate che negli altri paesi europei. Anche questo è  vero, ma anche qui le distanze si stanno riducendo: dall'entrata in vigore  dell'euro ad oggi l'indebitamento delle famiglie italiane è quasi raddoppiato e  tocca ormai il 60% del reddito disponibile. Il vantaggio c'è ancora, ma gli  altri, per quanto spompati, sono in rimonta. Se perdiamo tutti i vantaggi  rimarranno sono gli svantaggi, e allora saranno dolori!
Il problema, dicono tutti gli economisti, è che il paese  torni a crescere. È vero, ma è come dire a un malato che sarebbe meglio che  guarisse. Ricordo che da ragazzi a u amico non particolarmente attraente che non  riusceva mai a combinare niente con le ragazze, c'era qualcuno che consigliava  di diventare più bello. Ma si capiva che lo stava prendendo in giro! Ammettiamo  pure per un momento che per crescere occorra lavorare di più, rinunciare alla  visione del posto di lavoro sicuro, essere più disponibili a rischiare. Ma come  possiamo tenere insieme tutto questo con una prospettiva in cui l'idebitamento è  l'unica possibilità per costruirsi un futuro? Se non hai un lavoro sicuro non ti  danno il prestito per la casa, e se non hai una casa è difficile che tu riesca a  organizzare la tua vita in modo da trovarti un buon lavoro e crearti una  famiglia. 
Il problema della casa oggi tiene veramente assieme  territorio, economia, benessere presente e sicurezza per il futuro. Se vogliamo  che la gente, soprattutto i giovani, siano più disponibili, più creativi, più  disposti a rischiare, bisognerebbe almeno offrir loro una certa sicurezza  alloggiativa. Se puoi cambiare casa con una certa facilità, puoi accettare di  buon grado un trasferimento lavorativo in un'altra città. Risolviamo il problema  della casa e liberemo una montagna di energie! Quelle energie che oggi sono  compresse, mortificate e depresse nella ricerca della casa e, quando va bene,  nel pagamento di un mutuo che per trent'anni ha già ipotecato il tuo fututo. Un  po' di alloggi in edilizia convenzionata a 3.000 euro al metro quadro in cambio  della speculazione non risolvono nulla e continuano ad aggravare i problemi,  peggiorando i fondamentali del paese. Bisogna assolutamente creare un mercato di  case in affitto, è lì che devono essere investite le risorse. Occorre  assolutamente chiudere i rubinetti alla speculazione e aprire i rubinetti per  costruire case per chi ne ha bisogno. I comuni hanno tutti gli strumenti per  poter giocare bene questa partita.
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