Pagine

martedì 8 marzo 2011

.LIGRESTI A MILANO, SIANO A PIOLTELLO E A SEGRATE?

 E A SEGRATE? PERCASSI E CANTONI? FORSE I VECCHI INQUISITI MAI SPARITI? FORSE COMPAGNIA DELLE OPERE O COMUNIONE$ E LIBERAZIONE?



Sole 24 Ore di martedì 8 marzo 2011, pagina 38
Intervista a Sergio Lenzi - "Carife ricapitalizza grazie al retail"
di L.D.

INTERVISTA Sergio Lenzi Presidente di Cassa Risparmio Ferrara «Carife ricapitalizza grazie al retail» Le ispezioni di Banca d'Italia? • «Sono solo un fatto di routine» I L'aumento di capitale? «Si farà senza problemi grazie al retail». Le ispezioni di Banca d'Italia? «Un fatto di routine». Le perdite in bilancio? «Stiamo mettendo a posto la macchina, e i risultati dei primi mesi del2ou sono incoraggianti». Sergio Lenzi, presidente di Cassa Risparmio Ferrara, risponde così alle notizie di stampa circolate nei giorni scorsi, secondo cui l'istituto emiliano, già duramente provato dalla crisi del 2008, sarebbe nuovamente in forte affanno. Soprattutto per colpa dello stato di salute di una controllata specializzata in factoring e leasing con sede a Napoli, Commercio e Finanza, i cui attivi sono oggi nel mirino degli ispettori di Bankitalia. Partiamo da qua. L'ispezione avviata a inizio gennaio preoccupa molti azionisti. Anche perché eventuali sofferenze sarebbero a carico della capogruppo.
È vero, gli attivi sono di nostra competenza. Ma io non ho sotto gli occhi nulla che possa destare preoccupazione. Né ho la certezza o la sensazione che le cose non siano sotto controllo. Le ispezioni in verità sono un fatto normale, un evento ciclico: la verifica che è in corso a Napoli, e non a Ferrara, non mi risulta abbia evidenziato fino ad oggi niente di grave. Per chi fa factoring il momento tuttavia non è certo dei migliori. E Commercio e Finanza oggi rappresenta il 20% del vostro capitale. Sono d'accordo, il comparto vive un momento di difficoltà. Ma infatti abbiamo avviato un piano di compressione degli attivi su quelle attività. Tra l'altro stiamo puntando sulla distribuzione di prodotti finanziari di altri operatori, come mutui e prestiti personali, più che sul factoring.
Dopo l'aumento di capitale ne12008, legato alla crisi finanziaria, Carife oggi ha bisogno di una nuova ripatrimonializzazione. Si parla di 150 milioni,110 dei quali da raccogliere tra il pubblico retail, il resto tra investitori privati più strutturati. E convinto che si tratti di una missione possibile? A fine gennaio abbiamo depositato l'istanzà di aumento di capitale e ora ci vorranno i tempi tecnici per gli iter autorizzativi di Banca d'Italia e Consob. Siamo convinti che l'azionariato privato ci voglia seguire perché stiamo lavorando nella direzione giusta e perché dal 2010 ad oggi le cose sono cambiate. L'istituto ha le caratteristiche per riprendere una strada di crescita e creare valore. Ci sono inoltre diversi investitori privati importanti che ritengono un'opportunità l'investimento nel nostro gruppo. E la Fondazione? Oggi è in maggioranza con il 67% del capitale ma si diluirà fino al 53-55% perché non è in condizione di sottoscrivere l'aumento. La fiducia però. dettata anche dai risultati della gestione che per i primi mesi del zou dà segnali incoraggianti: La scorsa settimana inoltre abbiamo firmato un accordo insieme alle altre società che partecipano a Vegagest sgr per la messa in sicurezza dei cantieri del fondo Aster, attivo nel progetto immobiliare di Santa Monica, a Milano Segrate.
L.D.

Commento: La Cassa di Risparmio di Ferrara era una banca di comunità di lunga vita. Nel corso di oltre un secolo e mezzo aveva distribuito utili ai soci e promosso lo sviluppo e il benessere del territorio. Poi è arrivato il boom immobiliare: ai Siano, che non sono proprio di Ferrara (sono gli "imprenditori" di Santa Monica a Segrate, del Parco delle cascine a Pioltello, della ex Galbani a Melzo, di via Adda a Milano, ...), hanno dato 147 milioni da buttare nella speculazione. La banca è stata dapprima commissariata e ora cercano di salvarla coi soldi dei risparmiatori. In pratica, la raccolta di denaro si fa al dettaglio e la distribuzione si fa all'ingrosso. A salvare i Siano invece ci pensa l'amministrazione di Pioltello che gli regala (nel vero senso della parola, cioè senza contropartita) 175.000 metricubi di volumetrie edificabili che gli speculatori potranno rivendere guadagnando una bella plusvalenza come premio per avere, nell'ordine:
- portato i nomadi a Pioltello dal loro stabile di via Adda (dopo aver avuto le volumetrie nello stesso immobile di via Adda)
- svilito il Parco delle cascine (opponendosi al ricorso che aveva fatto il comune quando era sindaco) costruendo proprio a ridoso del parco stesso
- abbattuto le cascine del Parco
- messo in crisi i cittadini che hanno pagato a Segrate senza avere la casa
- messo in crisi i cittadini (pochi) che la casa l'hanno avuta, ma a bagno nella falda e più piccola del dovuto
C'è da vergognarsi. Il giornale dell'architettura, dopo l'approvazione del PGT milanese, ha fatto una bella inchiesta dal titolo "Chi comanda a Milano". La risposta non è difficile. E a Pioltello chi comanda?

1 commento:

  1. Confermo il regalo, proprio per le ragioni che dice Bottasini: le volumetrie che vengono apposte sul parco delle cascine sono un regalo oggi in cambio di cessioni domani, quando è probabile che l’area abbia già cambiato proprietà. Perché è ...proprio così che funzionano le cose: prima ci si fanno attribuire le volumetrie edificabili, poi si cede la proprietà dell’area. Tanto più che l’attuale proprietà è in pratica insolvente. Con la proprietà nuova ricomincia un’altra storia. Ma non c’è proprio nessuno che legge i giornali?
    Certo che il pgt vale quale che sia il nome del proprietario, ma intanto il nome è quello e cambiare destinazione e indici edificatori a fronte di un’insolvenza non mi sembra lungimirante.
    La precedente proprietà, Benetton/Akinui, aveva presentato una sua proposta che credo non sia mai stata nemmeno protocollata, perché improponibile e sulla quale ho dichiarato da subito la mia contrarietà. Dovresti ricordare che dissi in una riunione che se la proprietà aveva pagato l’area ad un prezzo superiore al suo valore, erano affari suoi e non del comune di Pioltello. Dissi anche che non era opportuno che si facessero i conti a Brescia nello studio di un architetto e non negli uffici del comune. E dissi anche che era opportuno procedere all’acquisto delle aree di accesso da parte del comune prima di perdere le somme che la Provincia di aveva stanziato (che infatti sono state perse). Andando a ritroso, nel 2000, proposi anche una riflessione sulla possibilità di acquistare vaste porzioni del parco stesso, perché l’area era nelle mani del curatore fallimentare per circa 15 miliardi di lire (dissi che non era nemmeno necessario acquistarlo tutto perché il comune potesse avere voce in capitolo). Nessuno rispose a quella sollecitazione e un anno dopo l’area venne venduta all’asta (a Benetton e c.) per 43 miliardi. Non sarebbe stato un cattivo affare per il comune, ma già allora c’era chi era molto più furbo di me.
    Mari De Gaspari

    RispondiElimina