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venerdì 9 settembre 2011

L'INGEGNER MOLINA, UNO SCONOSCIUTO ASSUNTO A SEGRATE A TEMPO DETERMINATO 24 ORE SU 24 ?

SOLTANTO BISNES!! 
CHE NOVITA', A NOI GRUGNOLA E MOLINA DICEVANO   CHE ERA DI PUBBLICA UTILITA'

Certo che come consulente e progettista non si  può negare che l'ingegner Molina non fosse  veramente dedito al lavoro offertogli, quello di progettare e seguire l'iter d'approvazione del suo progetto con una dedizione che ai più sembrava quasi assillo.

Non ho mai visto nessun architetto che oltre al progetto segue assiduamente ogni più piccola assemblea pubblica, in Circoscrizione o in Consiglio, con tutti i suoi collaboratori e non , tra cui mi sembra di ricirdare Crugnola, soffermandosi più volte fino a notte fonda, a parlre con me e con altri, per convingerci della bonta del suo progetto e a rinunciare alla strenua ma convinta opposizione che mettavamo in campo....Cavoli erano cosi presenti che  sebrava che li avessimo  assunto noi.
Non sapevo che Percassi avesse affidato il proggetto e il suo iter da 1 miliardo di euro, ad un perfetto quasi sconosciuto, anzi in quel periodo ad un mio assiduo interlecutore.
Certo una grande società non puo sempre conoscere tutti i collaboratori e consulenti a cui affida incarichgi sporadici, l'importante per essa è il raggiungimento del risultrato e il raggiungimento dell'obbiettivo e quello è stato raggiunto.
A questo obbiettivo hanno lavorato in molti e non solo Molina e Grugnola ( che mi pare, ma forse sbaglio, non lavorasse per il primo) la presenza era molto folta e ben organizzata, daltronde gli obbiettivi erano non di poco conto e il rispetto dell'incarico di consulenza grazie alla nostra opposizione, era alquanto tormentato ed lastricato di ostacoli.
Non vi era da convincere Alessandrini, Zanoli e Schieppati, ma vi era da convincere quella parte della maggioranza che nutriva dubbi e chiedeva approfondimenti, una parte dell'opposizione che fino all'ultimo si metteva di traverso, i cittadini che organizzati in comitati mettevano in campo ogni sforzo, che organizzavano assemblee pubbliche, che si  recavano in Provincia due volte, che manifestavano massicciamente ad ogni consiglio comunal, ma  sopra tutto bisognava a tutti i costi evitatre quel fatidico referendum da tutti promesso, onde evitare di correre lo stesso rischio corso dal Committente  in america, LA BOCCIATURA.

Certo la consulenza è strata affidata a uno dei migliori studi di progettazione, ad uno studio che aveva a disposizione moltissimi collaboratori, ognuno con un obbiettivo ed incarico preciso, molti moltissimi collaboratori, alcuni  sempre presenti fino a tarda ora.
Addirittura quel terribile 19 marzo quando per entrare in consiglio bisognava dichiarare se si era favorevoli o contrari, dove qual'cuno è stato addirittura perquisito, i posti occupati da Parenti, ospiti, consulenti e collaboratori non bastavano.
Con la sala degli ospiti gremita da fino allo stremo dal tipico dialetto bergamasco, furono costretti a riservargli degli spazi anche negli spalti riservati al pubblico, fra l'altro gia gremiti ancor prima dell'apertura da dipendenti pubblici e subito dopo dal predominante dialetto bergamasco di muratori ed ultras, forse convinti di assistere ad una partita,
  I vigili a noi pochi intimi locali che eravamo riusciti ad entrare ci convogliarono in settori diversi, decisi in base alla domanda fatidica COME LA PENSI?

Ma Questa è storia e la mia memoria come quella di altre migliaia di oppositori è piena , quello che mi entusiasma  è la grande capacità del Dott. Percassi nello scegliere sulla carta i migliori collaboratori sul mercato, ma più di altro mi entusiasma la dedizione dell'Ingegner Molina e dei suoi "collaboratori", che non si sono chiusi in un ufficio a lavorare sul tecnigrafo, ma hanno seguito il compito assegnatogli e il progetto creato come se fosse loro
Questa si che è dedizione al lavoro, è cosi che pur rimanendo sconosciuti si diventa grandi

Procopio Gregorio Andrea

"L'Idroscalo Center? Soltanto business"

Percassi difende il progetto

Il costruttore prende le distanze dai professionisti coinvolti nell’inchiesta ex Falck: "Non so nemmeno che faccia abbia Molina"

Il costruttore Antonio Percassi
Segrate, 7 settembre 2011 - Calmo, secco, perentorio. Antonio Percassi, patron dell’omonimo Gruppo, difende il buon nome della sua azienda, tirata in ballo (indirettamente) da Piero Di Caterina nell’inchiesta sulle presunte tangenti delle aree ex Falck di Sesto. E nel mezzo di quel sistema che sembra allargarsi a macchia d’olio, almeno secondo il grande accusatore di Filippo Penati, all’hinterland.Di Caterina ha parlato di Michele Molina, l’ingegnere che per un certo periodo è stato consulente del Gruppo Percassi, proprio sul progetto del maxi centro commerciale che sorgerà entro il 2015 sull’ex Dogana di Segrate. «Non so nemmeno che faccia abbia Molina», dice il presidente dell’Atalanta. Di Caterina ha riferito agli inquirenti che il professionista avrebbe avuto «rapporti economici opachi e anomali» con Renato Sarno (consulente Serravalle vicino a Penati) in relazione all’iter del centro commerciale.
Informazioni dunque non dirette ma passate di bocca in bocca e infine riportate nei verbali dei pm di Monza, titolari della nuova tangentopoli che sembra dilagare, Walter Mapelli e Franca Macchia. Ma è tutto da riscontrare. Intanto Percassi non ci sta e prende le distanze dagli attori della vicenda. «Molina? Un collaboratore come tanti altri. Ha un’impresa a sua volta, e come spesso accade nel nostro ambiente, ha lavorato con noi per un periodo. Si è occupato della progettazione dell’Idroscalo Center». Per non parlare di Sarno, «di cui non ho mai avuto il piacere di fare la conoscenza», precisa Percassi.
Il magnate del mattone parla con entusiasmo del suo progetto a Segrate. «Porterà 5mila posti di lavoro sul territorio e la viabilità speciale, cioè le opere di raccordo della Brebemi, che finanziamo direttamente». Costo del giochetto: 85 milioni di euro, a fronte di un affare complessivo che vale un miliardo fra centro commerciale e quello che si porterà dietro. Un polo della moda di alto livello, meglio del lusso, con alcune delle griffe più importanti del «Made in Italy». Cinquecento negozi , una o più multisala - l’ipotesi progettuale è ancora in lavorazione - un albergo a cinque stelle, un centro dedicato alla famiglia e una cosiddetta struttura di edutainment (educazione legata al divertimento).
Il tutto su una superficie di 280mila metri quadri (lo shopping center sarà di 170mila metri), più 460mila di parcheggi sulla vecchia area daziaria, abbandonata da anni. «La recupereremo con un intervento dalle caratteristiche architettoniche di assoluta qualità ed eccellenza, realizzato con le più avanzate tecnologie di sviluppo sostenibile», precisa Percassi. L’iter urbanistico sotto la lente di ingrandimento della Procura brianzola è cominciato nel 2002 e si è concluso nel 2009 con la firma di un Accordo di Programma che ha coinvolto Regione, Provincia e Comune e altri enti.
«Fra le ricadute - aggiunge l’imprenditore bergamasco - oltre al recupero di un’area dismessa di 600mila metri (che Percassi ha acquistato dal demanio per 110 milioni), vale la pena di ricordare quella occupazionale: 5mila nuovi posti e altrettanti operai al lavoro per la costruzione». I lavori cominceranno nel 2012 e si concluderanno in tempo per Expo.
di Barbara Calderola

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