CAVALCANDO LA TIGRE DEI REFERENDUM
Premettendo che difenderemo sempre, il diritto di ognuno di pensarla diversamente e di cambiare idea, non possiamo che essere felici di alcuni ravvedimenti e di un rinnovato loro impegno sui quesiti referendari, che andremo a sostenere il 12 e 13 giugno.
Nonostante questo, lasciano alquanto perplessi e dubbiosi il nuovo atteggiamento di alcuni partiti, che solo ora si ergono a strenui difensori della campagna referendaria, ora che forse hanno visto il vento cambiare e la vela gonfiarsi, non vuole perdere il cavallo del sentire comune.
Viene il dubbio che più che per reale convinzione sia un ravvedimento di convenienza, non si capirebbe altrimenti la loro assoluta assenza fino a ieri e nella raccolta delle firme, non si capirebbe il loro cambio di strategia, di pensiero e d’impegno sui quesiti proposti.
Come dimenticare che solo qualche anno fa il PD, ber bocca del suo Segretario, considerava il ritorno al nucleare, un argomento su cui riflettere senza avere un approccio ideologico.
Dove loro esponenti di spicco come il Senatore Veronesi o il Vice Segretario Letta considerano l’abbandono del nucleare sancito da un precedente referendum (1987) un gravissimo errore.
Per l’acqua il discorso non cambia, fu Dalema il primo a tentare la privatizzazione dell’acquedotto pugliese, fu un governo di centro sinistra, a scegliere di affossare la mobilità sostenibile approvando TEM, BreBeMi, Pedemontana e TAV.
E allora a noi ambientalisti convinti da sempre e sostenitori dei referendum della prima ora, non resta che gioire per il cambio repentino di pensiero del PD, quello che però non sopportiamo e vedere il PD e altri, ergersi a primi paladini della campagna referendaria che li ha visti fino a ieri colpevoli assenti.
Vederli salire per pura convenienza elettorale e politica, a cavallo del vento cambiato, senza che il vento abbia ancora avuto modo di spazzare via sia a destra che a sinistra, quella vecchia e inamovibile vecchia nomenclatura trasformista e buona per ogni evenienza.
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